La coltivazione dello zenzero è possibile in Italia? Per rispondere occorre conoscere la pianta. Lo zenzero (Zingiber officinale) è una pianta rizomatosa di origine tropicale della famiglia delle Zinziberacee, che comprende più di una cinquantina di specie, molte delle quali usate in cucina. Accanto allo zenzero, infatti, fanno parte della medesima famiglia il cardamomo e la curcuma; coltivazioni estese sono presenti in moltissimi Paesi delle aree tropicale e subtropicale.
La pianta è provvista di un rizoma carnoso e aromatico molto ramificato dal quale si dipartono steli eretti con due file di foglie lanceolate; la fioritura è costituita da un’infiorescenza a forma di spiga (rossa o arancio) con fiori di colore bianco, verde chiaro o giallino. Il rizoma viene estratto dopo la fioritura allorché la pianta ingiallisce.
Il rizoma di cui è dotato lo zenzero è una radice sotterranea carnosa che contiene gli oli essenziali e principi attivi: il più importante è il gingerolo (in inglese lo zenzero è conosciuto, infatti, come ginger), che conferisce alla radice il caratteristico sapore pungente. La radice è consumata fresca o essiccata in polvere in molte ricette per aggiungere sapore ai piatti oppure in tisane alle erbe.
Indice

Pianta e fiori di zenzero
Zenzero – Coltivazione
Esposizione – Per coltivare lo zenzero, occorre assicurarsi che abbia le condizioni tipiche di un clima tropicale o sub tropicale: questa pianta ama un posto riparato, la luce solare filtrata, un clima caldo (non sopporta temperature inferiori a quindici gradi centigradi) e umidità nell’aria circostante. Lo zenzero non sopporta il gelo, ma anche il sole diretto, i forti venti e il substrato impregnato d’acqua. Si può coltivare fino a un’altitudine di 1500 metri sul livello del mare, e visto le sue esigenze in fatto di temperature e umidità, in Italia può essere coltivato in piena terra solo nelle zone più calde del Meridione.
Terreno – Il terreno deve essere ben lavorato e concimato, possibilmente con compost maturo o un concime di natura organica, in quantità di tre o quattro kg per metro quadrato (in piena terra). Il terreno deve essere leggermente acido (pH attorno a 6). L’esposizione a mezz’ombra è preferibile, con le ore più calde del pomeriggio al riparo dai raggi solari.
Moltiplicazione e impianto – La coltivazione parte dall’interramento del rizoma, che deve essere integro, fresco e ben turgido e deve presentare i caratteristici “occhi”, che sono i segni della presenza sul rizoma delle gemme pronte per germogliare. Una volta scelto e preparato il terreno, s’interrano i rizomi a una profondità di circa cinque o sei centimetri distanziandoli di circa una ventina di centimetri, con le gemme rivolte verso l’alto. Quest’operazione è fatta di norma all’inizio della primavera. Il rizoma è pronto per essere estratto dal terreno dopo la fioritura e quando le foglie sono definitivamente appassite, di norma otto o dieci mesi dopo l’impianto, in autunno.
Annaffiatura – Il terreno deve essere tenuto umido e ricco di sostanze nutritive, ma sena ristagni idrici. Le irrigaizoni devono quindi essere limitate ma frequenti.
Malattie – Per quanto riguarda le malattie, come tutte le piante dotate di un importante apparato sotterraneo (bulbi o rizomi), le principali avversità sono causate da funghi, muffe e batteri favoriti da condizioni non ottimali di coltivazione. Anche se non sono note particolari malattie della pianta, è possibile agire in modo preventivo aggiungendo al terreno funghi in grado di instaurare un rapporto di simbiosi (micorrize) con la pianta, al fine di contrastare i principali funghi patogeni e migliorare l’assorbimento degli elementi nutritivi, allo stesso modo con cui si agisce sul prato.
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, abelia ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.

Lo zenzero può essere coltivato anche in casa
Lo zenzero: coltivazione in casa
Vista la difficoltà di assicurare le condizioni climatiche opportune per tutto l’anno, una buona soluzione è la coltivazione in vaso dello zenzero, da tenere in casa nei periodi più freddi e che si piò portare fuori solo quando la temperatura minima giornaliera supera i quindici gradi.

Lo zenzero (ginger in inglese) non va confuso con altre Zingiberacee come l’Alpinia purpurata (red ginger), coltivata a scopi ornamentali
Nella coltivazione in vaso e in casa, oltre alle quanto già detto per la coltivazione in piena terra, occorre fare ancora più attenzione ai ristagni idrici. A questo scopo, può aiutare porre sul fondo del vaso (che deve essere provvisto di foro) uno strato di argilla espansa, ciottoli o ghiaia. Nel caso l’aria intorno al vaso fosse troppo secca, come accade spesso all’interno delle case, specie con i termosifoni accesi, è importante nebulizzare acqua nei pressi del vaso e attorno alla pianta quando germoglia. Il terreno dovrà essere sempre lasciato umido ma mai troppo inzuppato d’acqua.
Zenzero e piante affini
In alcuni vivai e negozi di giardinaggio si può trovare lo Zingiber spectabilis, parente di quello officinale e conosciuto in occidente con il nome comune di zenzero malese. Anche se nelle zone geografiche d’origine è usato anche come pianta medicinale, generalmente trova posto nei nostri giardini o in casa solo come pianta ornamentale, per la bella fioritura e le caratteristiche brattee carnose. La varietà ornamentale dello zenzero è inoltre più resistente alle basse temperature rispetto a quella officinale, anche se la coltivazione in vaso è sempre quella più consigliata. Un’altra specie coltivata a scopi ornamentali è l’Alpinia purpurata, originaria della Nuova Caledonia.
Lo zenzero in cucina
Lo zenzero è caratterizzato da un sapore molto pungente che lo rende particolarmente apprezzato nelle cucine dei Paesi orientali; viene usato sia come spezia sia come aromatizzante; gli utilizzi sono davvero molti; lo si può usare fresco, tagliato a fettine intere o tritate o conservato in polvere (ricavata dall’essiccazione e dalla successiva macinazione del rizoma). Nei Paesi asiatici, per esempio, viene grattugiato e gustato fresco, aggiungendolo alle pietanze all’ultimo momento; in Indonesia viene aggiunto alle carni , per insaporirle prima della cottura.
Come ingrediente aromatizzante è usato per la preparazione di molti primi e secondi piatti, nel sushi, nelle tartare di carne o di pesce, nelle salse fredde ecc.
Sempre come aroma lo si ritrova anche nella ricetta di alcune bibite analcoliche, in alcune birre e in vari liquori.
Originario dei Paesi asiatici, questa spezia ha cominciato a essere utilizzata nella cucina dei Paesi europei in epoca medievale ed è anche diventato ingrediente fondamentale di piatti tradizionali (si pensi, per esempio, al pan di zenzero).
Fresco, candito, in polvere
Lo zenzero è disponibile in commercio in due formulazioni: fresco o in polvere. Il primo ha l’aspetto di una radice secca ed esiste nella versione decorticata (bianca) o grezza, con la corteccia (zenzero grigio). La versione grezza dev’essere pelata prima di essere utilizzata. In genere si grattugia o si trita finemente. Le versioni più pregiate sono quelle provenienti dalla Giamaica e dall’India. Lo zenzero fresco si conserva in frigorifero in una pellicola o in un vasetto per non più di quattro settimane. La formula più utilizzata e pratica da usare è quella in cui lo zenzero è ridotto in polvere. Esiste poi lo zenzero candito, ove i pezzetti della spezia sono cotti insieme allo zucchero. Si può anche farlo in casa seguendo questa semplice ricetta:
Ingredienti per lo zenzero candito:
- 250 g di zenzero fresco privo di buccia
- 250 g di zucchero
S’inizia facendo bollire la radice della spezia tagliata in fettine sottili o, meglio, in cubetti, per almeno venti minuti o fino a quando lo zenzero non si è ben ammorbidito. Quindi si scola e si rimette il tutto in una padella, cui si aggiungono acqua (circa un litro per 250 g di zenzero) e zucchero. Avendo a disposizione un quantitativo inferiore di radice di zenzero, è sufficiente usare la stessa quantità di zucchero e ridurre di conseguenza l’acqua. La preparazione termina quando tutta l’acqua sarà evaporata. Si scola lo zenzero candito e si lascia raffreddare su carta da cucina in modo che si asciughi bene.
Lo zenzero candito trova impiego, oltre che come stuzzichino, anche per decorare il cioccolato fuso o gustato assieme alla frutta secca (si sposa bene con mandorle tritate).
Ricette
Lo zenzero è ormai entrato a far parte della nostra cucina, ma è tipico di quelle orientali (specialmente nei piatti cinesi o indiani). Si utilizza in svariate ricette e abbinamenti, per esempio:
- Per insaporire la carne. Classica è la ricetta di petti o cosce di pollo con lo zenzero, spesso assieme alla frutta secca, come nella ricetta del pollo alle mandorle.
- Per rendere più pungente il sapore di budini o dolci al cucchiaio o yogurt, come nella ricetta delle fresche pesche, in cui lo zenzero è facoltativo, ma ben si sposa con il sapore delle mandorle.
- In abbinamento alla frutta, specie le mele (in alternativa alla cannella) cotte in forno.
- Per aromatizzare vino e birra, come si fa in Inghilterra.
Volendo coniugare la cucina italiana con quella orientale, si può provare questa semplice ricetta di spaghetti allo zenzero.
Ingredienti per 4 persone:
- 350 g di spaghetti
- 350 g di pomodori rossi maturi
- qualche foglia di prezzemolo
- 2 spicchi d’aglio
- qualche foglia di basilico
- un pezzo di radice di zenzero fresca (a piacere a seconda del gusto personale)
- un cucchiaio di olio extravergine d’oliva
- peperoncino rosso (opzionale)
- 100 g di mozzarella
La preparazione inizia scottando i pomodori in acqua bollente; quindi si pelano e tagliano a pezzetti, escludendo i semi. In un tegame si mette sul fuoco, assieme all’olio, il trito di aglio e prezzemolo. Si aggiungono i pomodori, lo zenzero e il peperoncino (opzionale). Intanto si fanno cuocere gli spaghetti e una volta al dente, si scolano e si fanno saltare nella padella aggiungendo per ultima la mozzarella tagliata a cubetti. Quando gli ingredienti saranno ben amalgamati e la mozzarella sarà fusa, si toglie da fuoco e si serve immediatamente, aggiungendo come ornamento le foglioline di basilico.
Spaghetti allo zenzero: la scheda
Tempo: 30 minuti
Difficoltà: facile
Costo: basso
Vini: Vignanello rosato DOC
Calorie: 470 kcal circa a porzione