Il timo (Thymus vulgaris) è noto fin dai tempi più antichi: gli egizi lo usavano nelle imbalsamazioni, mentre i romani lo utilizzavano per la conservazione degli alimenti. Si tratta di una pianta tipica delle zone del Mediterraneo, dei Balcani e del Caucaso. Nel nostro Paese cresce fino a un’altezza di circa 2.000 metri, ma predilige le zone marine; lo si trova più facilmente nelle zone aride e soleggiate, nei pressi di rocce e ghiaie.
Del timo sono impiegate le foglie e le inflorescenze, che vengono raccolte da maggio a luglio.
Oltre al timo comune (Thymus vulgaris), fra le varietà più note si possono citare il timo serpillo (Thymus serpyllum) e il timo limone (Thymus citriodorus).
Indice

Thymus vulgaris
La coltivazione del timo
La coltivazione del timo è usuale nell’orto, ma anche nel giardino; si può coltivare in piena terra ma anche agevolmente in vaso, in terrazzo o sul balcone, grazie alla compattezza e alle dimensioni limitate della chioma dell’arbusto. Si può sfruttare anche il suo valore ornamentale, grazie al colore verde – grigio delle foglie che in primavera si ricoprono da una fitta massa di piccoli fiori banchi o rosa.
Esposizione – Pur essendo una pianta aromatica amante del pieno sole, è molto resistente al freddo.
Terreno – L’unica cura colturale degna di nota è la scelta del suolo che dev’essere leggero e privo di ristagni idrici (non tollera terreni argillosi che possono favorire attacchi fungini).
Moltiplicazione e impianto – Il timo può essere piantato a partire dal seme (la semina va fatta in primavera), o anche acquistando le piantine già cresciute. Nell’orto, le piante vanno piantate a distanza di circa 30 cm una dall’altra, con file distanti 50-60 cm.
Annaffiatura – Le irrigazioni sono contenute, da effettuarsi solo in caso di estrema siccità.
Concimazione – Come molte piante aromatiche, si accontenta di un terreno povero e non necessita di concimazioni specifiche.
Potatura – Il timo serpillo, visto il suo andamento strisciante, è adatto per giardini rocciosi, bordure o come tappezzante. Del timo comune inoltre sono state selezionate varietà ornamentali con foglie variegate, dal bordo bianco o giallo, e varietà dai fiori di un rosa più acceso.
Il timo citriodoro, anche se più apprezzato in cucina, ha comunque una valenza ornamentale perché è apprezzato per i suoi fiori raccolti in capolini, di color rosa – lavanda chiaro.
Il timo non necessita di particolari potature, se non per eliminare i rametti secchi o morti e per dare ordine alla chioma
Malattie – Il timo non è soggetto a particolari malattie: solo il marciume radicale può compromettere la salute della pianta, ma è spesso il risultato di irrigazioni troppo abbondanti o un substrato troppo pesante.
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, abelia ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.
Coltivazione del timo in vaso
Come visto, per il tipo di pianta, il timo si presta bene alla coltivazione in vaso, meglio se di terracotta. Il primo strato sul fondo del vaso dovrà essere di argilla espansa o ghiaia per rendere ottimale il drenaggio ed evitare i ristagni idrici. Per la stessa ragione, conviene non usare il sottovaso o svuotarlo bene dopo ogni irrigazione. Volendo partire dai semi, questi vanno messi nel terreno in un semenzaio protetto a giugno –luglio e tenuti al caldo fino alla primavera successiva, quando le piantine germogliate saranno pronte per essere trasferite all’aperto, in vaso o piena terra.
Il timo in cucina
Il timo è una pianta molto utilizzata in cucina ed è adatta all’aromatizzazione di diverse tipologie di pietanze (carne, pesce, verdure ecc.); nel Regno Unito è la pianta aromatica più sfruttata; è molto noto anche negli Stati Uniti, soprattutto nei Paesi della Costa Est.
Secco e mescolato ad altre erbe aromatiche (rosmarino, origano, basilico, alloro, lavanda), è uno dei componenti di una miscela di spezie celeberrima, l’herbes de Provence. Fa anche parte della zahtar, una miscela di erbe aromatica nota in Giordania, mentre in Egitto fa parte della dukka, una miscela che comprende anche il coriandolo, il cumino, il pepe, il sesamo ecc.
Il timo comune viene spesso utilizzato per aromatizzare piatti a base di carne, di pesce e di uova nonché formaggi, pomodoro, zuppe e stufati.
La varietà serpillo si caratterizza per un aroma più selvatico, ma meno intenso, del timo comune; rispetto questo ha il vantaggio di una maggiore resistenza ai climi più sfavorevoli.
La varietà citriodoro si caratterizza invece per il suo delicato aroma di limone; viene generalmente utilizzata fresca su piatti a base di pollo, uova e frutta fresca; il serpillo può essere utilizzato anche essiccato, ma ne viene a risentire la sua componente speziata.
La spezia viene sfruttata anche nella preparazione di liquori, vini e sali aromatici.
Proprietà del timo
Come nel caso di altre erbe aromatiche, il timo è sfruttato anche a scopi fitoterapici; gli sono attribuite proprietà antisettiche a livello gastrointestinale che erano note anche alle popolazioni più antiche; fino alla fine della Grande Guerra, erano diversi i disinfettanti di cui costituiva uno degli ingredienti.
Le proprietà antibatteriche della pianta sono attribuibili al timolo, un fenolo semplice il cui nome deriva appunto dal fatto che è presente in discrete quantità in moltissime piante del genere Timo. Oltre alle proprietà antisettiche gli vengono riconosciute proprietà mucolitiche ed espettoranti.
La fitoterapia moderna consiglia di utilizzarlo nel trattamento di lievi affezioni urinarie e respiratorie. Le forme di utilizzo sono varie:
- droga essiccata per tisane, estratti secco anche in associazione con altre piante
- in capsule o compresse o preparazioni liquide
- olio essenziale in preparazioni liquide per uso orale, olio essenziale in preparazioni liquide o semisolide per uso cutaneo e olio puro da aggiungere all’acqua del bagno.