La semina è uno dei momenti più importanti per coloro che hanno di deciso di iniziare a coltivare un orto.
Della semina abbiamo già accennato nel nostro articolo Orto: il calendario delle semine, ma adesso è giunto il momento di approfondire la questione.
Innanzitutto è necessario precisare che la semina può avvenire in piena terra oppure in semenzaio.
Se il significato di piena terra è immediatamente comprensibile, quello di semenzaio può non esserlo, ne diamo quindi una breve spiegazione. Con il termine semenzaio, in orticoltura, si fa riferimento a un terreno adibito alla semina di piante da ortaggio che verranno poi trapiantate in un luogo diverso; un semenzaio può essere costituito da un piccolo appezzamento di terreno, da una cassetta o da altri tipi di contenitori nei quali si pongono i semi a dimora.
Nei paragrafi successivi, la descrizione delle varie tecniche.
Semina a spaglio
Una metodologia di semina che può essere effettuata sia in piena terra che in semenzaio è la cosiddetta semina a spaglio; questa viene effettuata manualmente; generalmente, per rendere l’operazione più uniforme possibile è consigliabile mischiare le sementi con della sabbia o della segatura. Dopo aver compiuto l’operazione di spargimento dei semi è necessario interrarli con un po’ di terriccio lavorato molto finemente. Questa tecnica viene consigliata in particolar modo per i cosiddetti ortaggi da taglio (cicoria, lattuga ecc), per quelli da radice (carote, ravanelli ecc.) e anche per quelli a rivegetazione rapida; è adatta a semi di piccole dimensioni.
La semina a spaglio necessita di annaffiature uniformi e a pioggia, molto delicate; è infatti di vitale importanza non spostare le sementi prima che inizi la fase di germinazione. È altresì necessario intervenire frequentemente per la rimozione delle inevitabili erbe infestanti.
Più utilizzata, perlomeno nell’orto, della semina a spaglio, è la cosiddetta semina a file; questa tipologia di semina è quella più ordinata e può essere utilizzata per qualsiasi tipo di ortaggi. Consiste nel porre le sementi in piccoli solchi regolari, paralleli e superficiali a una distanza che varia a seconda del tipo di ortaggio che si sta seminando. La semina a file è sicuramente quella che facilita maggiormente le operazioni colturali come rincalzatura e sarchiatura e permette inoltre di ottimizzare al massimo le operazioni di annaffiatura.

La semina a file è quella più ordinata e può essere utilizzata per qualsiasi tipo di ortaggi
Semina a postarelle
Un’altra tecnica è la cosiddetta semina a postarelle (detta anche a buche); viene eseguita mettendo a dimora tre o quattro semi per volta (generalmente quelli di dimensioni più grandi, come i semi dei legumi per esempio) interrandoli in piccole buche ottenute utilizzando un cavicchio o un foraterra; le buche vengono disposte in file e sono fra loro equidistanti. Dopo che i semi sono stati interrati, devono essere ricoperti rastrellando il terreno per un solo verso; il seme non deve essere posto a profondità eccessive; la profondità corretta può essere calcolata moltiplicando per due la grandezza dei semi. Dopo la ricopertura è opportuno comprimere il terreno aiutandosi con un badile oppure con un rullo. Eventualmente il terreno può essere protetto con telo. Le annaffiature devono essere frequenti, ma non si deve fare un uso eccessivo di acqua; a germinazione avvenuta, è necessario rimuovere il telo di tessuto eventualmente utilizzato. Si procederà poi a separare le varie piantine e le si trapianteranno alla giusta distanza. La semina a postarelle viene generalmente utilizzata per seminare fagioli, fave, piselli rampicanti, zucche e zucchine.
Semina sotto riparo
Un ultimo breve cenno va alla semina sotto riparo (o in cassone); viene effettuata o in cassette chiuse oppure in serra; le temperature più calde infatti permettono uno sviluppo degli ortaggi più veloce; questa tecnica viene utilizzata nel caso si vogliano ottenere produzioni precoci oppure pianticelle da trapianto (melanzane, peperoni, pomodori ecc.).
I problemi
Non sempre la semina dà i risultati che speravamo all’inizio del nostro lavoro. I motivi per cui si sono avuti risultati fallimentari possono essere diversi; uno di questi può essere la loro scarsa germinabilità; anche i semi scadono e più sono vecchi e più è facile incontrare problemi; vi sono poi alcuni tipi di seme la cui durata è molto limitata (si verifichi la scadenza riportata sulle buste). Si tenga poi conto che se anche i semi non sono scaduti, la loro germinabilità potrebbe essere stata compromessa da una cattiva conservazione; per una conservazione ottimale i semi andrebbero riposti in luoghi asciutti e non particolarmente caldi.
Un buon metodo per verificare se i semi sono in buone condizioni è quello di versarli in un bicchiere colmo di acqua, se i semi restano a galla è praticamente inutile seminarli, se invece vanno a fondo, la loro germinabilità è ancora buona e si può procedere con la semina. Si tenga inoltre presente che alcuni semi sono più difficoltosi di altri ed è consigliabile sottoporli a un particolare trattamento prima di seminarli ovvero l’immersione in acqua per circa un giorno. Un altro sistema è quello di porli su un foglio di carta assorbente bagnata e attendere che fuoriesca una radichetta; non appena questa esce si procede con la semina. Fra i semi più difficoltosi si ricordano quelli dei legumi, quelli dei peperoni e quelli delle melanzane.
Un altro motivo di scarsi risultati può essere l’aver seminato troppo in profondità (l’ideale è, come già accennato in precedenza, seminare a una profondità doppia rispetto alla dimensione del seme).
Altri problemi possono derivare da temperature troppo basse; per approfondimenti su questo particolare argomento si possono consultare gli articoli Orto e clima, Orto: il calendario delle semine e Orto: l’esposizione al sole.
Molto importante per la riuscita della semina è sicuramente la quantità di acqua data al terreno; si tenga conto che questo deve essere costantemente umido perché un terreno asciutto può essere causa della morte delle piante spuntate da poco. La terra dell’orto va bagnata prima e dopo la semina; ovviamente non si deve esagerare perché anche un terreno zuppo d’acqua può essere causa di fallimento delle operazioni.
Un ultimo motivo di semina non riuscita può essere ricercato in un’esposizione al sole non ottimale; le piantine hanno bisogno di luce; se si nota che le piante crescono deboli e tendono a piegarsi è necessario spostarle in una zona più illuminata.