La semina dell’aglio è utile per tenere lontani insetti e batteri dall’orto e quindi per proteggere le altre piante, oltre che per coltivare una pianta molto usata in cucina. Anche se si parla di “semina” in realtà non si usano i semi, ma si piantano direttamente gli spicchi d’aglio, perché questa pianta di solito non produce semi fertili.
Quando si semina l’aglio
Il periodo migliore per la semina dell’aglio dipende dal clima della zona in cui si vive e dalla varietà di aglio. I due periodi indicati sono l’autunno, ottobre o novembre, e la fine dell’inverno, tra gennaio e inizio marzo. In generale l’aglio resiste al freddo anche molto intenso, ma dove l’inverno è molto rigido è preferibile evitare di piantare in autunno, per non rendere difficoltoso lo sviluppo delle nuove piante.
Seppure non ci siano evidenze scientifiche della validità di queste credenze, la tradizione contadina vuole che la luna calante favorisca lo sviluppo delle parti sotterranee delle piante, perciò poiché il bulbo dell’aglio si sviluppa sottoterra, questa pianta andrebbe seminata in fase di luna calante per garantire un buono sviluppo.
Come si semina l’aglio
Dalla pianta di aglio si ricava una capocchia completa, la testa d’aglio, che si può facilmente dividere in tanti spicchi, ognuno dei quali può essere piantato l’anno successivo per dare vita a una nuova pianta.
Il terreno in cui piantare l’aglio deve avere ph leggermente acido e soprattutto essere leggero e sciolto, in un terreno pesante l’aglio resta piccolo perché ha difficoltà a svilupparsi. Per ottenerlo, vangare in profondità smuovendo e rompendo le zolle, operazione da ripetere anche due volte se necessario. Infine, il letto di semina va livellato con il rastrello e ripulito di erbacce e sassi. È necessario inoltre un buon drenaggio, per evitare ristagni idrici che possono favorire malattie fungine. Se il terreno è povero, va arricchito con una piccola dose di concime a base di azoto o compost maturo.
Lo spicchio dell’aglio deve essere interrato con la punta rivolta verso l’alto, perché dalla sommità uscirà il germoglio della pianta, mentre dal capo opposto escono le radici. Non bisogna sbucciare lo spicchio prima di seminarlo, così che la tunica che lo riveste lo protegga da marciumi e parassiti in modo naturale.
La profondità a cui interrare l’aglio dev’essere di circa 3 centimetri, 4 se si semina a novembre e nei luoghi dove il clima è più rigido. Queste misure si intendono compresa la lunghezza dello spicchio stesso.
È importante fornire a ogni piantina lo spazio necessario per svilupparsi e trarre dal terreno le sostanze nutritive, perciò tra uno spicchio e l’altro è consigliabile lasciare minimo 10 centimetri, mentre tra ogni fila di piantine devono esserci almeno 20/25 centimetri.
Dopo la semina, a parte l’acqua fornita immediatamente dopo aver interrato il seme, l’aglio non va irrigato, perché si accontenta delle acque piovane, salvo in caso di prolungata siccità. I bulbi saranno pronti dopo circa 5-6 mesi dalla semina.

La semina dell’aglio non va fatta in un terreno in cui prima c’erano altre Liliacee, come cipolle, porri o asparagi
Semi di aglio
Anche se la maggior parte delle varietà di aglio non producono semi fertili e si possono riprodurre solo tramite spicchio, esiste qualche varietà che produce un fiore contenente sia la semente sia i bulbilli, che corrispondono a due ulteriori metodi per moltiplicare questa pianta. In particolare sono le piante di aglio rosso a sviluppare lo scapo floreale, che va tagliato subito se non si ha interesse nei semi, perché richiede molta energia alla pianta, a scapito del bulbo, ma può essere utilizzato in cucina.
Il bulbillo si utilizza come lo spicchio, e anche il seme interrato può dar vita a una nuova pianta. La differenza è che facendo nascere l’aglio dal seme è possibile che ci siano variazioni nel patrimonio genetico e che quindi nascano degli ibridi, mentre da spicchi e bulbilli nascono sempre piante identiche alla pianta madre. Lo spicchio e il bulbillo inoltre sono più rapidi nello sviluppo di nuove piantine.