La potatura della vite è una delle pratiche più importanti nella cura del vigneto, perché incide in modo determinante sulla qualità e sulla quantità di uva prodotta. Potare regolarmente e accuratamente serve a mantenere una costanza produttiva, incanalando le energie della pianta nel modo corretto, e aiuta anche a mantenere sana la pianta, riducendo il rischio di malattie con la corretta aerazione e illuminazione di tutta la chioma.
Innanzitutto, bisogna tenere presente che per il primo anno dopo l’impianto la vite non deve essere potata ma lasciata libera di crescere, così che sviluppi del tutto l’apparato radicale.
Il tralcio nella vite è un ramo dell’età di un anno. Il germoglio che viene emesso in primavera durante l’estate lignifica (agostamento) e da quel momento diventa tralcio; l’anno seguente porta a sua volta delle gemme che daranno vita a germogli fruttiferi, e così via.
I tralci, dopo la potatura invernale, sono chiamati “capi a frutto” e possono essere più o meno lunghi a seconda di quante gemme gli sono rimaste dopo il taglio. Se il tralcio viene accorciato a 2 o 3 gemme viene chiamato “sperone”.
I tagli della potatura potrebbero favorire l’ingresso dei patogeni, perciò vanno trattati con prodotti rameici a scopo preventivo, oppure con prodotti a base di propoli.
Le modalità di potatura variano a seconda della tipologia di coltivazione scelta per la vite. Si distingue innanzitutto tra potatura di allevamento, quella fatta nei primi anni dopo l’impianto, e potatura di produzione, che dipende appunto dalla forma di coltivazione prescelta. Nella potatura della vite si effettuano certamente dei tagli, ma anche delle manipolazioni dei rami o dei tralci, che servono a dare una forma ben definita all’intero impianto viticolo.
Forme di coltivazione
La guyot è una forma di coltivazione a parete che si può adattare alla maggioranza dei vitigni, soprattutto in collina, e prevede di mantenere il fusto a circa 80 cm da terra e di tenere un capo a frutto steso orizzontalmente lungo un filo. La potatura per questa forma è una potatura mista o con tralcio di rinnovo.
Il capo a frutto è provvisto di un numero di gemme variabile, tra 8 e 12, da cui si sviluppano i germogli fruttiferi che crescono verticalmente, legati ai fili metallici. Accanto al capo a frutto si trova uno sperone, altro tralcio tagliato a 2 gemme con la potatura invernale, che nell’anno successivo dovrà sostituire il capo a frutto che ha prodotto e che deve essere reciso. Ogni anno quindi potando si rinnovano lo sperone e il capo a frutto a partire dalle due gemme presenti sullo sperone stesso.
Il cordone speronato è un altro sistema a parete che si basa sulla potatura severa: i tralci, sia vegetativi che produttivi, sono degli speroni, potati a 3 gemme al massimo. Gli speroni sono disposti in fila sul prolungamento del fusto (cordone) che viene curvato in modo che si trovi orizzontale, parallelo ai fili. Dalle gemme degli speroni si originano i germogli fruttiferi, e ogni anno gli speroni vengono rinnovati. La potatura richiesta è una potatura a cordone permanente, in cui la pianta viene portata a produrre frutti da tralci molto corti del capo a frutto.
La pergola di vite può essere un elemento molto suggestivo e piacevole in un giardino, e per ottenerla bisogna costruire un’intelaiatura orizzontale a tetto e piantarvi vicino delle viti, le quali vi si arrampicheranno grazie ai loro organi di presa (viticci) e vi formeranno i tralci e i capi a frutto. La potatura della vite a pergola è mista ed è necessaria per ridurre il numero di gemme e garantire frutti della giusta pezzatura e dal buon sapore.

La potatura della vite va fatta con forbici o cesoie pulite e ben affilate
Potatura vite: periodo
La vite ha due periodi di potatura: invernale (potatura secca) ed estivo (potatura verde).
La potatura invernale si deve effettuare tra novembre e marzo, durante il periodo di riposo vegetativo della pianta, con interventi di taglio che dipendono dalla forma di coltivazione. Una potatura tardiva può servire se si desidera ritardare il germogliamento nelle zone soggette a gelate primaverili, per evitare che i nuovi germogli ne vengano danneggiati.
Quanto potare? Il numero di gemme che si lasciano sulla pianta incide sulla quantità e sulla qualità dell’uva che verrà prodotta: lasciare molte gemme porta a una produzione abbondante di uva, che però avrà un basso grado zuccherino e un basso contenuto di composti aromatici e coloranti. Si possono lasciare molte gemme sulle viti che crescono in terreni fertili, mentre su terreni poveri e aridi bisogna tagliare di più per assicurare nutrimento a tutti i grappoli della pianta. Si parla di potatura povera quando si lasciano meno di 10 gemme sulla pianta e di potatura ricca quando se ne lasciano più di 20. Un’altra distinzione è quella fra potatura corta, quando i tralci sono tagliati a speroni e restano con 3 gemme al massimo, e potatura lunga, quando i tralci rimangono con un numero di gemme fino a 20.
La potatura estiva o potatura verde si realizza invece durante la stagione di crescita della pianta e l’entità dell’intervento dipende dall’andamento climatico dell’annata, dalla vigoria delle piante e sempre dalla forma di coltivazione.
La potatura estiva serve a garantire la qualità della produzione e a ridurre i rischi di alcune malattie favorite dall’ombreggiamento e dal ristagno di umidità tipico delle chiome fitte.
Potatura verde della vite
La potatura verde può avere diversi tipi di intervento:
- spollonatura, che consiste nel rimuovere i germogli che nascono dalle gemme latenti lungo il fusto, altrimenti entrerebbero in competizione con i germogli produttivi (quando sono lunghi 10-15 cm al massimo possono essere tolti anche manualmente, senza forbici);
- scacchiatura, cioè la rimozione, da fare a mano, dei germogli in esubero da tralci e speroni, in modo tale che ne resti uno solo per ogni nodo, per evitare di avere chiome troppo fitte, scegliendo di lasciare solo i germogli migliori;
- legatura dei germogli, da attuare nelle forme di coltivazione che prevedono fili tesi orizzontalmente, a cui bisogna legare i germogli per indirizzare correttamente la crescita della pianta a parete lungo i sostegni;
- cimatura, che consiste nella rimozione degli apici dei germogli e delle foglie giovani cresciute oltre gli ultimi fili ed è da fare tra fine giugno e metà luglio;
- sfogliatura, cioè eliminazione delle foglie in eccesso se coprono i grappoli, per evitare che questi non ricevano abbastanza luce e vi si crei attorno un microclima umido ideale per le malattie fungine come la peronospora e la botrite;
- diradamento dei grappoli, necessario solo se ci sono troppi grappoli, per migliorare il tenore zuccherino dell’uva e quindi del mosto, e da fare poco prima dell’invaiatura, cioè del coloramento degli acini.