La potatura del pesco è un’operazione necessaria per ottenere un raccolto migliore in termini quantitativi e qualitativi, oltre che più regolare nel corso degli anni. Il pesco infatti è una pianta dalla crescita e fruttificazione abbondante, il cui sviluppo va perciò regolato.
Si distinguono due tipi di potatura: la potatura di allevamento e la potatura di produzione. La prima serve a dare all’albero la forma di allevamento desiderata e si deve eseguire nei primi anni di vita dell’albero, fino ai quattro anni, indirizzando la formazione delle branche principali dell’albero, a seconda della forma scelta (a vaso, a fuso o a palmetta). La forma più adottata per il pesco è il vaso, con un tronco basso e tre grandi branche principali inserite a 70 cm circa da terra, equidistanti tra loro e aperte, per evitare ombreggiature. La seconda potatura invece riguarda il pesco adulto e serve a migliorare la produzione di frutti e renderla regolare, correggendo la tendenza all’alternanza di questa pianta, che di solito ha un’annata ricca e una scarsa. La potatura di produzione fa sì che le risorse della pianta si concentrino sulle sue parti più produttive e aumenta la luce e il circolo d’aria all’interno della chioma.
Periodo potatura pesco
La potatura del pesco si distingue in estiva e invernale.
Con la potatura estiva, o potatura verde, si eseguono il diradamento della chioma e l’eliminazione di polloni basali e succhioni. La potatura estiva del pesco si effettua in un periodo compreso tra giugno e luglio, a seconda del clima della zona in cui si vive.
La potatura invernale invece avviene da ottobre in poi, comunque dopo il raccolto, evitando i periodi molto umidi o di freddo intenso. I mesi ideali sono gennaio e febbraio ma nelle zone in cui l’inizio dell’anno è particolarmente rigido si tende ad anticipare il taglio a novembre. Sarà necessario anticipare i tempi anche in caso di frutteti molto ampi, che richiedono molto lavoro.
La potatura del pesco deve essere regolare, va cioè eseguita ogni anno ma senza esagerare con i tagli, perché potature drastiche stimolano troppe emissioni vegetative nuove, compromettendo la fruttificazione.
Come fare
Durante l’estate bisogna tagliare i polloni e i succhioni e diradare la chioma, per evitare che questi rami improduttivi sottraggano luce e risorse al resto della pianta, e quindi per mantenere il pesco produttivo, oltre che ordinato.
In inverno invece bisogna eliminare i rami secchi e in generale le parti sofferenti della pianta, per evitare che compromettano la salute anche del resto.
Per potare bisogna riconoscere i rami misti, che hanno sia gemme a legno che gemme a fiore, che produrranno la maggior parte dei frutti. Tutti i rami che si orientano in verticale, che partono dal fusto, che si trovano troppo in basso o quelli che partono dalla terminazione delle branche principali sono invece da eliminare. Bisogna puntare a tagliare i rami che hanno prodotto frutti l’anno precedente, in modo che vengano sostituiti da rami misti più giovani. Infine, vanno eliminati i rami che provocano incroci.
Rami molto importanti, da non toccare con la potatura, sono i dardi fioriferi, molto corti e produttivi.

La potatura del pesco deve mantenere l’albero a un’altezza compresa fra i 3 e i 5 metri
A maggio, inoltre, in caso di piante con molti frutti, è consigliabile praticare il diradamento dei frutti, finalizzato a favorire la buona pezzatura di quelli rimasti.
Nell’esecuzione della potatura del pesco, bisogna tenere presente anche la forma generale della chioma: per rinfoltire aree vuote della chioma del pesco è utile fare una speronatura (raccorciamento del ramo a sole due o tre gemme) che possa stimolare la vegetazione in quel punto, mentre in aree più piene si eliminano alcuni rami troppo vicini tra loro.
Gli attrezzi con cui si esegue la potatura del pesco devono sempre essere ben affilati e disinfettati, per evitare la diffusione di malattie fra le piante e tagli sfilacciati che possano favorire l’ingresso di parassiti. Ogni taglio, inoltre, deve essere netto e inclinato, per favorire la cicatrizzazione ed evitare ristagni di acqua. I tagli infine vanno eseguiti poco sopra una gemma, senza lasciare sopra di essa moncherini lunghi, che favorirebbero marcescenze.