Il pero è una pianta della famiglia delle Rosacee, esattamente come molte altre piante da frutto, come il melo o il ciliegio. L’albero indicato con il termine generico di “pero” in realtà può appartenere specie diverse:
- il Pyrus communis; spesso tradotto come pero selvatico, la dicitura italiana genera confusione perché si tratta proprio della specie di pero che troviamo in orti e giardini e coltivata a scopo produttivo. Della pianta del pero comune poi sono state selezionate molte cultivar adatte alla produzione su larga scala del frutto destinato al commercio o all’orto domestico. Sono le diciture che troviamo spesso quando acquistiamo le pere (pera “Decana”, pera “Abate”, ecc.)
- Il Pyrus pyraster; anche questo è indicato a volte come pero selvatico, e, in effetti, il termine è più adatto: le piccole pere sono verdi, sono comunque commestibili ed è coltivato più a scopo ornamentale o come pianta per formare siepi o filari campestri. Secondo una recente classificazione, il Pyrus pyraster è stato fatto confluire come sottospecie del Pyrus communis (Pyrus communis subsp. Pyraster), e entrambi quindi sono indicati senza confusione con la locuzione di pero selvatico.
- Il Pyrus salicifolia (spesso indicato come pero ornamentale o pero da fiore) apprezzato per i suoi fiori e i rami ricadenti e con il fogliame simile a quello del salice.
- Il Pyrus pyrifolia o pero giapponese, che produce le pere nashi (per i dettagli si rimanda all’articolo corrispondente al nashi).
Il pero selvatico (Pyrus communis) è una pianta proveniente dell’Europa meridionale e dell’Asia occidentale, probabilmente di origine orticola, risultato di ibridazioni diverse. Le foglie, verde scuro sono all’incirca rotonde, lucide e finemente dentate, lunghe fino a 10 cm. In autunno, in molte cultivar le foglie virano al rosso intenso. La corteccia è di color grigio scuro che si fessura in lamine con l’età. A metà primavera sbocciano fiori riuniti in grappoli, di colore bianco o bianco con sfumature rosa. I frutti commestibili, da piriformi a globosi, possono avere colori diversi: giallo, verde, rosso, marrone, con buccia ruvida o liscia, con colore uniforme o sfumato, con la presenza o meno di macchie. Il pero è molto resistente al freddo e, anzi, dà il meglio della fruttificazione in collina o in montagna, fino a 1.000 m di altitudine, anche se è comune anche trovarlo in pianura. La sottospecie Pyraster arriva anche ad altitudini maggiori (1.200 m).
Indice

Particolare della fioritura di un Pyrus pyraster
Coltivazione del pero
Volendo piantare un albero di pero nell’orto o nel giardino, allo scopo di ottenere frutti per il consumo domestico, la scelta è veramente vasta. I criteri in base ai quali scegliere sono infatti molti:
- Il periodo di maturazione: i peri più precoci maturano a fine giugno, quelli più tardivi a ottobre-novembre.
- Le dimensioni del frutto: da medio – piccolo, di solito allungato a pezzatura media-grande a forma allungata o quasi sferica.
- La vigoria della pianta: un pero può raggiungere l’altezza massima di 20 metri, ma molto dipende dal portainnesto utilizzato (se si acquista la pianta già formata in vaso o radice nuda) e dalla cultivar; alcune hanno una vigoria media, altri invece crescono molto e rapidamente.
- La consistenza del frutto: polpa croccante o consistente, oppure succosa e più o meno zuccherina.
- La resistenza a malattie (specie quella importante della ticchiolatura)
- La resistenza all’ammezzimento e allo stoccaggio.
- La compatibilità per l’impollinazione. Questo punto è molto importante. I peri sono piante autosterili, cioè un solo esemplare non è capace di autoimpollinarsi, anche se sulla stessa pianta sono presenti sia le parti “maschili” sia “femminili” del fiore; per questo motivo è necessario piantare esemplari di cultivar diverse per ottenere la fruttificazione. Alcune sono parzialmente autocompatibili (o autofertili), ma è sempre meglio, volendo massimizzare la fruttificazione frutti, piantare peri di cultivar diverse (oppure accertarsi che intorno al nostro orto/giardino ci siano altre piante di pero utili all’impollinazione incrociata con quello che abbiamo intenzione di piantare).
Il pero necessita di un terreno profondo, fertile e ben drenato, in pieno sole. Si adatta a tutti i tipi di terreno, da acidi a calcarei.
Il pero si può propagare per seme o innesto, anche se la prassi comune è acquistare le piante nei vivai e nei negozi specializzati. Le piante che si acquistano in genere hanno un’altezza appena superiore al metro e possono essere di uno o due anni.
Resistente ai periodi di siccità, richiede costanti irrigazioni solo nelle settimane successive all’impianto.
La concimazione può esser fatta al momento dell’impianto, nella buca o attorno alla pianta, con concime a lenta cessione e ripetuta a primavera (anche se non è strettamente necessaria la concimazione annuale per una buona fruttificazione).
Il pero, per fruttificare bene, necessita si una buona pratica di potatura, soprattutto nei primi due o tre anni, quando s’imposta lo scheletro della forma della pianta (potatura di allevamento). In seguito si esegue una potatura di produzione, che ha lo scopo di rinforzare i rami destinati alla produzione dei frutti. Per approfondire, Potatura del pero.
Il pero è soggetto all’attacco di afidi e bruchi, ma la malattia più importante è la ticchiolatura, una malattia fungina che si manifesta con macchie scure sulle foglie e i frutti, rendendoli di fatto immangiabili. Si contrasta con trattamenti preventivi a base di rame (come la poltiglia bordolese) e con un’efficace operazione di potatura che faccia circolare bene l’aria tra i rami, oltre che ovviamente a un’ottima esposizione in pieno sole. in caso in cui il pero sia colpito, considerando che la ticchiolatura come malattia fungina si può trasmettere da un ramo all’altro o anche da una pianta all’altra fondamentale intervenire prontamente eliminando i rami contaminati, disinfettando gli attrezzi usati per tagliarli. Esistono alcune cultivar più resistenti di altre alla ticchiolatura, come quelle che vanno sotto la locuzione di “frutti antichi”. Le cultivar meno sensibili alla ticchiolatura sono la “Bella di giugno”, l'”Abate Fétel” e la “Conference”.

Molte specie di pero sono in grado di sopportare temperature bassissime
La pera
La pera, un pomo dalle diverse forme (può essere rotondeggiante o allungata a seconda delle varietà), è comunemente considerata il frutto del pero (una pianta del genere Pyrus, appartenente alla famiglia delle Rosacee e che conta molte specie), in realtà è un falso frutto che si forma in seguito all’accrescimento del talamo fiorale insieme all’ovario (il vero frutto è il torsolo che rispetto alla polpa ha maggiore consistenza).
La pera veniva consumata dai greci (è ricordata da Omero e secondo la mitologia greca era un frutto gradito alle divinità e agli eroi) e in seguito dai romani, che ne conoscevano quarantuno specie diverse, ma il pero era una pianta coltivata già da più di 4.000 anni in Asia e in Europa. Durante il Medio Evo questo frutto perse la sua popolarità, riconquistata a partire dal XVIII secolo.
Esistono varie specie di piante di pero; fra le più comuni e interessanti a livello commerciale si ricordano il Pyrus communis (la specie occidentale più comune e particolarmente diffusa nel continente europeo), il Pyrus pyrifolia e il Pyrus betulaefolia (due specie coltivate nei Paesi orientali, soprattutto in Cina), il Pyrus ussuriensis (una pianta che resiste benissimo a temperature rigide), il Pyrus calleyrana (varietà coltivata in Estremo Oriente e in America) e il Pyrus serotina (noto anche come pero giapponese, si caratterizza per il frutto che sembra un incrocio fra pera e mela). Per approfondire, La coltivazione del pero.
Attualmente le varietà coltivate (vedasi paragrafo successivo) sono oltre cinquemila, soprattutto in Cina e in Europa (Francia, Germania, Italia, Spagna) tant’è che la pera è il frutto che conta il maggior numero di varietà prodotte e commercializzate a livello internazionale. La pera, nelle diverse varietà, è un frutto disponibile tutto l’anno.
La pera è uno dei frutti più apprezzati per il suo sapore e per la sua succosità; è ricoperta da una buccia il cui colore cambia a seconda delle cultivar; si trovano, infatti, pere con buccia verde, gialla, rossa, fino ad arrivare al marrone.
La pera è costituita dal mesocarpo (la polpa), la cui consistenza è estremamente variabile; in alcune varietà risulta croccante, in altre setolosa, in altre ancora burrosa o granulosa. La polpa avvolge l’endocarpo, ovvero il torsolo (il vero frutto), questo è costituito da 5 logge che contengono uno o due semi. La buccia della pera è commestibile (a patto che sia ben lavata).
La pera è un frutto zuccherino che contiene una discreta quantità di vitamine (vitamina A, vitamine del gruppo B, vitamina C e vitamina K) e di sali minerali (buono il contenuto di potassio, discreti i contenuti di fluoro, fosforo e magnesio); il contenuto di fibre è di 3,1 g ogni 100 di prodotto.
Le pere fresche hanno azione lassativa e diuretica; la loro digeribilità è ottima e sono molto adatte anche all’alimentazione di bambini e persone anziane.
Varietà – Le varietà di pere più note nel settore ortofrutticolo sono la pera William (anche pera Bartlett; forma rotondeggiante, buccia sottile di colore verde chiaro e polpa bianca e succosa; è la più prodotta nel nostro Paese; è disponibile da agosto fino a novembre), la pera William rossa (anche pera Max Red Bartlett; è una mutazione della precedente; ha buccia liscia di colore giallo-rossastro, polpa avorio, succosa e dal sapore dolce-acidulo; è presente sul mercato da agosto e gennaio; si caratterizza per l’ottima conservabilità), la pera Abate Fetel (è un frutto piuttosto grande, ha forma allungata, buccia verde-giallastra con alcuni richiami rossastri e alcune macchie color ruggine; la polpa è bianca e granulosa; è molto succosa, zuccherina e profumata; anche questa varietà può essere facilmente conservata in frigo per lungo tempo), la pera Conference (è una varietà tipica della stagione autunnale; ha dimensioni medie e forma conico-allungata; la buccia è di colore verde-giallastro, in parte rugginosa; la polpa è di colore avorio, piuttosto fine e succosa, ha sapore dolce ed è molto profumata; raccolta all’inizio della maturazione può essere conservata in frigorifero per diversi mesi), la pera Spinella (frutto di grandezza media, dalla forma tozza; ha buccia gialla con chiazze rosse; la polpa è compatta, non molto succosa e non troppo dolce; viene raccolta nel bimestre ottobre-novembre e si può conservare fino ad aprile; può essere consumata fresca, ma è ottima anche da cotta), la pera Decana del Comizio (ha grandi dimensioni; ha forma rotondeggiante, buccia liscia di color giallo-verde, rugginosa e con sfumature rosse nella parte più esposta al sole; la polpa è di colore bianco, fine e abbastanza compatta; è un frutto dolce-acidulo molto succoso; va trattata con estrema delicatezza perché si ammacca molto facilmente; è ideale per la cottura e per la preparazione di succhi e marmellate) e la pera Kaiser (è nota anche come pera Butirra o pera Imperatore Alessandro; è una varietà molto diffusa in Europa; ha grandi dimensioni, forma allungata e buccia color tabacco e totalmente rugginosa; la polpa è bianco-giallastra, un po’ granulosa e molto succosa; il sapore è dolce-acidulo; viene raccolta nella seconda decade del mese di settembre e può essere conservata in frigo fino a dicembre).
Altre varietà di pera piuttosto note sono la pera Angelys, la Butirra Hardy, la Butirra precoce Morettini, la Carmen, la Coscia, la Dr. Guyot, la Favorita di Clapp, la Hermann, la Packham’s Triumph, la Santa Maria, la Nashi Deli, la Nashi Plumpy e la Nashi Shinsei.
La pera in cucina
Le diverse varietà di pera disponibili oggi sul mercato non si discostano molto fra loro per quanto concerne la composizione e l’apporto calorico, molto simili a quelli delle mele. Si tratta di un frutto estremamente digeribile, apprezzato per il suo gusto zuccherino che si conserva bene a bassa temperatura, ma va consumato a temperatura ambiente. Può accompagnarsi al formaggio piccante (in questo modo si ottiene un piatto bilanciato in grassi, proteine e carboidrati), a varie pietanze oppure può essere utilizzata per la preparazione di dolci, macedonie, confetture e succhi.
Un altro modo tipico di consumare la pera è cuocendola in acqua, con l’aggiunta di zucchero e di aromi. La pera è uno dei frutti più adatti all’alimentazione dei bambini, fin dallo svezzamento.
Le pere hanno tutte le caratteristiche per essere un ingrediente ideale da utilizzare nella cucina ASI e pertanto abbiamo loro dedicato un esaustivo articolo che vi invitiamo a consultare: Le pere in cucina.
Conservazione – Le pere sono un frutto piuttosto delicato e vanno maneggiate con cura perché tendono ad ammaccarsi con una certa facilità. Si possono conservare tranquillamente in frigorifero e, come altri frutti, maturano molto bene una volta che sono state raccolte. Un modo di accelerare la maturazione delle pere è quello di riporle per alcuni giorni in un sacchetto di carta; l’umidità del frutto, trattenuta dal contenitore, ne preverrà l’avvizzimento.

La caratteristica forma della pera coscia, coltivata in Sicilia e in Toscana
Pera: calorie e valori nutrizionali
Dal database del Ministero americano dell’agricoltura
Pera
Scarto: 10% (Gambo, torsolo e semi)
Nome scientifico: Pyrus communis
Nutrienti | Unità | Valore per 100 g | Numero di campioni | Errore std. |
---|---|---|---|---|
Principali | ||||
Acqua | g | 83.71 | 32 | 0.134 |
Calorie | kcal | 58 | 0 | |
Calorie | kJ | 242 | 0 | |
Proteine | g | 0.38 | 29 | 0.014 |
Lipidi | g | 0.12 | 24 | 0.015 |
Ceneri | g | 0.33 | 24 | 0.021 |
Carboidrati (per differenza) | g | 15.46 | 0 | |
Fibre | g | 3.1 | 24 | 0.063 |
Zuccheri | g | 9.80 | 24 | 0.182 |
Saccarosio | g | 0.78 | 24 | 0.184 |
Glucosio (destrosio) | g | 2.76 | 24 | 0.145 |
Fruttosio | g | 6.23 | 24 | 0.112 |
Lattosio | g | 0.01 | 24 | 0.008 |
Maltosio | g | 0.01 | 24 | 0.008 |
Galattosio | g | 0.00 | 24 | 0 |