L’orto biologico è un tipo orto ispirato a tecniche colturali il cui scopo è ottenere ortaggi senza uso di prodotti chimici di sintesi. L’intento dovrebbe essere quindi avere ortaggi (o anche frutta) più genuina e la cui coltivazione ha un impatto molto inferiore sull’ecosistema. Si cerca quindi si sostituire questi prodotti con metodi di contrasto a insetti dannosi o malattie che siano più rispettosi degli equilibri naturali. Tuttavia, l’esclusione di prodotti chimici di sintesi non è l’unico principio su cui si basa l’orto biologico, anche se è il più conosciuto.
Come fare un orto biologico
Per fare un orto biologico occorre seguire queste regole:
- Non usare prodotti chimici di sintesi. Questi vanno sostituiti da prodotti di origine vegetale, come per esempio il macerato di aglio per combattere gli afidi, o con la lotta integrata, con l’introduzione di insetti utili a contrastare la presenza degli insetti dannosi o la confusione sessuale degli insetti dannosi (con l’uso di ferormoni che impediscono l’accoppiamento).
- Usare semi provenienti solo da agricoltura biologica. Una certa attenzione della filosofia alla base dell’orto biologico è anche verso il recupero di piante o varietà di ortaggi antiche, spesso più resistenti a malattie.
- Usare la pacciamatura per ridurre l’evaporazione e richiedere quindi un minor apporto idrico con la conseguente diminuzione dell’impatto ambientale del nostro orto.
- Attirare gli insetti utili: impollinatori o i predatori degli insetti dannosi, come api e coccinelle. Molte piante erbacee producono fiori che attirano gli insetti impollinatori, come la lantana, l’hebe, la ginestra o il fiordaliso solo per citarne alcuni.
- Utilizzare per la concimazione prodotti “naturali”, come stallatico, compost organico e conseguente humus.
- Realizzare la rotazione delle colture per non impoverire troppo il terreno, prevedendo la maggior varietà di piante per aumentare la biodiversità dell’ecosistema del nostro orto. Aumentare la biodiversità è infatti un modo per ridurre l’impatto di eventuali malattie o insetti dannosi che possano infestare l’orto.

L’intento di un orto biologico è quello di ottenere ortaggi (o anche frutta) la cui coltivazione ha un impatto molto inferiore sull’ecosistema e sull’ambiente terrestre.
Non sempre è facile seguire alla lettera tutte le regole. Per esempio, per quanto riguarda la lotta integrata, non è detto che esistano insetti utili in grado di contrastare quelli dannosi. Un esempio sono i molti insetti alieni che sono stati introdotti nei nostri ecosistemi: la loro presenza è particolarmente devastante proprio perché non hanno predatori nel nuovo ecosistema che hanno invaso e quindi spesso l’unico modo è attirare questi insetti alieni in “trappole” o usare, purtroppo, prodotti chimici. È il caso della recente invasione della Popillia japonica, per citare un esempio.

La comparsa di insetti “alieni” estranei ai nostri ecosistemi mette in seria difficoltà coltivare un orto biologico: nella foto, un esemplare di Popillia japonica su foglia di lampone
Sostanze consentite in agricoltura biologica
Esistono in commercio prodotti che recano la dicitura “consentiti in agricoltura biologica”. Questa dicitura non deve trarre in inganno; molti pensano infatti che il fatto di essere previsti nella coltivazione biologica siano del tutto esenti da effetti nocivi. Il più delle volte questi effetti sono transitori e quindi di fatto l’impatto sull’ecosistema è praticamente nullo. Ecco un elenco delle principali sostanze previste nell’agricoltura biologica:
- Azadiractina, una sostanza estratta dall’albero di Neem. Si degrada in pochi giorni e viene usata come insetticida. Non è tossico per api e insetti utili.
- Cera d’api per la protezione di tagli e ferite sulle cortecce, a scopo preventivo verso infezioni batteriche o fungine.
- Alcuni oli vegetali, come olio di menta, usati come fungicida.
- Piretrine, sostanze a base di piretro, usati come insetticida
- Estratti di Quassia amara, un arbusto dalla cui radice si ricava una sostanza ad azione antiparassitaria.
- Alcuni bacilli che attaccano in genere larve di parassiti, come il Bacillus thuringiensis per la lotta all’ifantria.
Si faccia molta attenzione al “trucco” commerciale usato in molti prodotti. Spesso accanto alla sostanza “naturale” o ammessa vi sono additivi chimici che non sono per nulla biologici. Un esempio sono i diserbanti di contatto (erbicida) a base di acido pelargonico, in cui però sono presenti come additivo l’idrazide maleica, sostanza utilizzata per rafforzare l’azione dell’erbicida ma che ha un impatto decisamente più elevato, lasciando residui nei vegetali e ha un effetto leggermente tossico verso gli animali. Il vantaggio è che spesso questi additivi sono in quantità molto più basse rispetto ad altri prodotti non biologici, ma va comunque fatta attenzione nella distribuzione di queste sostanze e alla presenza di animali domestici o bambini. I prodotti vanno somministrati rispettando scrupolosamente le istruzioni, anche per i prodotti cosiddetti “biologici”.
Molto spesso, infatti, biologico è sinonimo semplicemente di naturale, ma non è detto che prodotti naturali siano innocui. Un esempio di ciò sono i diserbanti che stanno sostituendo gradualmente il glifosato: sono a base di acido pelargonico o acido acetico. Nonostante il bassissimo impatto ambientale, sono comunque degli acidi, sostanze che possono essere irritanti per occhi o pelle. Quando vengono distribuiti occorre seguire le istruzioni e lasciare che il prodotto asciughi prima di venirne in contatto, sia per umani sia per animali domestici.