L’ontano è un albero deciduo del genere botanico Alnus, della famiglia delle Betulacee. In realtà il genere comprende più di una trentina di specie diverse, ma solo alcune sono possibili scelte per il nostro giardino. L’habitat naturale degli ontani sono i territori umidi dell’emisfero settentrionale. In natura si trovano lungo i corsi d’acqua, anche se non necessariamente in terreni particolarmente fertili. L’ontano, infatti, sa adattarsi anche ai terreni poveri di sostanza organica e questa sua caratteristica lo fa una scelta ottimale per la bonifica di terreni, eccessivamente poveri, oppure terreni allagati o devastati da incendi.
Porta sulla stessa pianta fiori maschili, penduli e più lunghi, e quelli femminili, più corti, che si trasformano in piccoli coni, dapprima verdi e poi marroni a maturità.

I frutti appena formati su un ontano nero
Le specie di ontano
Tra le varie specie a disposizione, sono da elencare sicuramente le seguenti:
- ontano bianco (Alnus incana): originario dell’Europa e della zona caucasica, di questa specie ne esistono alcune cultivar particolari, come la ‘Aurea’ con foglie più chiare tendenti al giallo, e la ‘Pendula’ con rami penduli, quest’ultima di altezza più contenuta (arriva a 10 m).
- Ontano nero (Alnus glutinosa): molto apprezzato per il suo portamento espanso e le belle foglie ornamentali, ne esiste una cultivar ‘Pyramidalis’ a sviluppo molto più stretto.
- Ontano napoletano (Alnus cordata); come dice il nome comune, è originario dell’Italia meridionale ma anche della Corsica. È molto apprezzato per il fogliame lucido e ornamentale.
- Ontano verde (Alnus viridis): molto più contenuto in altezza, è un grande arbusto o piccolo albero che raggiunge una massima altezza di 3 metri in condizioni ottimali. In più delle volte però rimane con uno sviluppo arbustivo ed è quindi una delle pochissime specie di ontano adatte a spazi più ridotti. La sottospecie crispa ha foglie finemente dentate molto ornamentali ed è originaria di Canada e Stati Uniti.

Sull’ontano i fiori compaiono prima delle foglie: nella foto si vedono i fiori maschili, penduli e più lunghi, quelli femminili, più corti e i frutti ormai maturi dell’anno precedente
Ontano: coltivazione
Grazie anche alla sua resistenza alle malattie, la scelta di mettere a dimora un ontano in giardino può essere valida, a patto di considerare che si tratta il più delle volte di un albero a sviluppo esuberante: in condizioni ottimali può raggiungere anche i 25 metri d’altezza, anche se spesso le dimensioni sono più contenute e, in particolare per alcune specie, si attestano attorno agli 8-10 metri. In ogni caso si tratta di un albero importante, poco adatto ai giardini piccoli, fatta eccezione per alcune specie. Raramente quindi viene messo a dimora in gruppi; piuttosto dà il meglio di sé come esemplare isolato. Alcune specie sono particolarmente utili come esemplari frangivento.
Esposizione – L’esposizione richiesta è quella in pieno sole. L’ontano resiste molto bene anche a temperature di molto sotto lo zero quindi è coltivabile in ogni parte dell’Italia.
Terreno – Il terreno dev’essere umido ma ben drenato, da poco a moderatamente fertile.
Moltiplicazione e impianto – L’ontano si può riprodurre per seme o per talea legnosa, anche se in genere si acquistano le piante già formate, con altezza almeno attorno al metro e mezzo o due metri.
Annaffiatura – Le annaffiature devono essere poco frequenti, limitate solo al primo anno di impianto. L’ontano è una pianta molto rustica e anche se le condizioni ottimali prevedono un terreno umido, l’Alnus cordata e l’Alnus incana sanno adattarsi anche a substrati aridi.
Concimazione – La concimazione non è necessaria, se non al momento dell’impianto; è preferibile l’utilizzo di concime organico o a lenta cessione.
Potatura – La pianta in genere viene potata dalla caduta delle foglie fino a fine inverno; la potatura ha il solo scopo di eliminare i rami disordinati o incrociati e dare la forma voluta.
Malattie – Le piante di ontano possono essere attaccate dagli afidi sui getti giovani delle foglie. Più seria è invece l’infezione da Phytophthora, un fungo che può portare al marciume radicale.
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, abelia ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.