L’oidio è una malattia fungina molto comune che può colpire una grande vastità di tipi di piante, sia orticole che da giardino; è conosciuto anche come mal bianco o albugine; la motivazione di queste denominazioni popolari sta nel fatto che l’oidio si manifesta con una muffa di colore bianco (albugine deriva dal termine latino albus, bianco). Le parti interessate possono essere le foglie, i fusti e i boccioli.
Le varie specie fungine che causano l’oidio appartengono alla famiglia Erisifacee; fra quelle più frequentemente coinvolte nell’insorgenza della malattia si ricordano, per esempio, l’Erysiphe cichoracearum che attacca soprattutto Asteracee (o Composite) come per esempio radicchio, cicoria, topinambur e anche le Cucurbitacee (cetriolo, zucca, zucchina, anguria, melone ecc.). Un’altra specie piuttosto diffusa è la Podosphaera xanthii (nota anche come Sphaerotheca fuliginea) che attacca anch’essa le Cucurbitacee (è infatti nota come oidio delle Cucurbitacee, appellativo comunque spesso riservato anche alla già citata Erysiphe cichoracearum).
Le condizioni migliori per lo sviluppo della malattia sono le temperature moderate (19-20 °C) e una moderata umidità. La diffusione delle spore fungine è favorita dal vento.
Le piante colpite
Come detto in apertura, l’oidio può interessare un’estrema varietà di piante; oltre a quelle citate in precedenza si ricordano anche i cereali come il frumento e l’orzo; verdure e piante officinali come per esempio carote, finocchi, prezzemolo, sedano, carciofi, pomodori, piselli; piante da frutto come nocciolo, melo, pesco, vite, pianta della fragola, pero (più raramente); piante ornamentali come rose, ortensie, biancospino, evonimo, begonie, lagerstroemia; l’oidio è la malattia fungina più comune che può colpire il lauroceraso. Moltissime altre comunque sono le piante che possono contrarre la malattia.

Nell’orto l’oidio attacca soprattutto la vite, in giardino le rose
Come si manifesta la malattia
L’oidio è una delle malattie più facili a riconoscersi. Il periodo in cui la malattia si manifesta più frequentemente è quello dei mesi primaverili e autunnali.
Di solito la parte della pianta su cui si manifesta inizialmente la malattia sono le foglie; su queste fanno la loro comparsa macchie biancastre polverose che ricordano vagamente una ragnatela; man mano che la malattia avanza, le macchie bianche si ingrandiscono e aumentano di densità; la muffa biancastra poi si espande praticamente su tutta la pianta. I tessuti in seguito si necrotizzano e la necrosi conduce inevitabilmente a disseccamenti e/o spaccature. Nei casi più gravi la pianta finisce per morire, anche perché essa, indebolita dalla malattia, è più suscettibile a contrarre altri tipi di infezione.
L’oidio è una malattia piuttosto pericolosa perché può facilmente e piuttosto velocemente diffondersi da una pianta all’altra.

Oidio su foglia di topinambur
Oidio – Prevenzione
Come sempre, l’arma migliore per combattere le malattie delle piante è la prevenzione; anche perché, l’oidio non è una malattia che può essere facilmente debellata una volta che si è manifestata. Nei casi più gravi, per esempio, si può essere costretti a eliminare le piante malate per evitare il diffondersi incontrollato della malattia, evento che potrebbe portare alla totale perdita di quanto coltivato.
La prima mossa preventiva da mettere in atto è quella di lasciare un adeguato spazio alle piantine nel momento in cui si piantano; ciò permette una migliore circolazione dell’aria ed evita eccessi di umidità.
Sempre allo scopo di evitare accumuli di umidità, una condizione che può favorire l’insorgenza dell’oidio e non solo, si deve prestare attenzione alle irrigazioni, che non dovranno mai essere eccessive, anche per evitare i ristagni idrici, una delle concause di molte malattie che colpiscono le piante dell’orto e del giardino.
È poi sempre opportuno eseguire, nel caso di piante che le richiedano, regolari potature, in modo che la pianta sia sempre ben arieggiata.
Altre armi preventive sono una periodica pulizia del terreno di coltivazione e la disinfezione regolare degli attrezzi (forbici, palette, rastrelli ecc.); così facendo si ridurranno le possibilità di diffusione delle spore fungine.
Molti consigliano, come arma preventiva, anche la pacciamatura con foglie di felce maschio, eventualmente spruzzate con poltiglia bordolese. Quest’ultima può essere usata come arma preventiva anche durante il periodo invernale.
Nei consorzi agricoli e nei negozi specializzati si possono poi trovare prodotti specifici contro l’oidio, anche se non tutti possono essere comprati liberamente (alcuni prodotti possono essere acquistati soltanto da coloro che hanno ottenuto il certificato di abilitazione all’acquisto e all’utilizzo dei prodotti fitosanitari, il cosiddetto patentino verde).
Altri trattamenti preventivi possono essere fatti con lo zolfo oppure con prodotti a base di Ampelomyces quisqualis (nota importante: zolfo e prodotti a base di Ampelomyces quisqualis non sono fra loro compatibili).
È sempre comunque necessario seguire le istruzioni presenti nelle confezioni dei vari prodotti perché alcuni rimedi possono essere utilizzati in certi periodi, ma non in altri, così come possono essere utilizzati su alcune piante, ma non su altre. Nel dubbio è sempre opportuno chiedere consiglio al personale dei consorzi agrari o dei negozi specializzati oppure a un contadino o a un vivaista esperto.
Rimedi preventivi naturali – Rimedi preventivi naturali spesso usati in agricoltura biologica sono i macerati a base di ortica oppure a base di aglio o di equiseto. Per quanto riguarda quest’ultimo si rimanda all’articolo Ruggine delle piante dove si spiega la procedura di preparazione.

Oidio su pianta di rose
Oidio – Trattamenti
Una volta che la malattia si è presentata, non è facile da trattare; i rimedi più utilizzati, oltre all’obbligatoria eliminazione delle parti colpite dalla malattia, sono ventilazioni con zolfo o irrorazioni con decotti di equiseto addizionati con silicato di sodio.
Un altro possibile rimedio è l’irrorazione con prodotti a base di zolfo e soluzione idroalcolica di propoli.
Altri possibili rimedi, se l’infestazione non è ancora troppo diffusa sono i trattamenti con prodotti a base di Ampelomyces quisqualis.
Alcuni consigliano di utilizzare l’olio di neem; si deve preparare una soluzione da nebulizzare; il dosaggio suggerito è 7 gocce di olio di neem ogni litro d’acqua; per facilitare la diluizione dell’olio si usi acqua tiepida addizionata di qualche scaglia di sapone di Marsiglia.
Un altro rimedio suggerito sono le nebulizzazioni con bicarbonato di potassio (la dose è un cucchiaio ogni litro d’acqua). Il trattamento va ripetuto a distanza di alcuni giorni (7-15 a seconda della gravità dell’attacco).
Per finire, un altro suggerimento naturale che secondo alcuni è piuttosto efficace quando l’oidio colpisce le zucche, le zucchine, la vite e le rose e se la malattia non è molto avanzata: il latte. Si dovrebbero fare nebulizzazioni con una miscela di latte e acqua (rapporto 1:10).

Oidio su foglie di zucca