Il melograno (Punica granatum) è una pianta una pianta appartenente alla famiglia delle Punicacee (anche Lythracee) e originaria delle zone dell’Asia sudoccidentale; il melograno è stato coltivato nelle zone caucasiche fin dai tempi più antichi. In Asia viene coltivato diffusamente in Armenia, Azerbaijan, Iran, Turchia e in molte altre zone del sud-est asiatico; il suo frutto, la melagrana, era conosciuto fin dai tempi degli antichi fenici. Un tempo il melograno era considerato una “pianta minore”, ma oggi è una scelta frequente per il valore ornamentale dei suoi bellissimi fiori rossi e del frutto appariscente.
Il melograno è una pianta tipicamente cespugliosa, alta dai 2 ai 4 m, che in terreno fertile può arrivare a oltre il doppio.
Le foglie lanceolate sono di un verde lucido e dopo la spettacolare fioritura e la produzione dei frutti, costituiscono un altro motivo ornamentale per il colore dorato che assumono in autunno. Albero molto longevo, può superare tranquillamente, nelle migliori condizioni, anche i cinquant’anni d’età.
Pianta di origine asiatica, ama i climi caldi e non tollera temperature inferiori a -5 °C; fino a qualche decennio fa, infatti, era coltivata solo in Italia meridionale, ma oggi non è raro vederla crescere anche nella Pianura Padana, al pari dell’olivo. In base a queste notizie generali sulla specie, diventa difficile credere che il Carducci nel XIX sec. descrivesse un melograno a Bologna (nella celebre poesia Pianto antico) e che, come recitano alcune pagine in Rete, la pianta sia ancora presente nella casa del poeta.
Il melograno attualmente è diffuso anche nelle aree del Mediterraneo e viene ampiamente coltivato in Italia e in Spagna; è una pianta che se viene fatta crescere liberamente è a sviluppo arbustivo, ma che, coltivata, può essere fatta crescere come alberello; ha uno sviluppo molto lento e può crescere sino a toccare circa sei metri di altezza. Il tronco è caratterizzato da una corteccia dal colore grigio-rossastro e da un apparato radicale particolarmente sviluppato.

Fiori di melograno (Punica granatum)
Varietà
Tra i diversi tipi di melograni che si possono coltivare, occorre fare una distinzione fondamentale tra quelli da fiore e quelli da frutto. Si tratta in realtà della stessa pianta, della quale sono state selezionate varietà per la fioritura spettacolare e appariscente, con colori che spaziano dal bianco, al rosa, al rosso fino all’arancione, oppure per la produzione dei frutti. Il più delle volte le varietà da fiore sono sterili e non producono alcun frutto, ma la loro fioritura che inizia da maggio a luglio si protrae abbondante per tutta l’estate. Un modo sicuro per distinguere un melograno da fiore da uno da frutto è osservare i brindilli, che in quello da frutto hanno una forma molto più appuntita (il brindillo è un ramo sottile e lungo di un anno di età). Un altro vantaggio delle specie da fiore è che generalmente, a differenza di quelle da frutto, non hanno spine e sono quindi compatibili con la presenza di bambini e animali domestici.
Le varietà più interessanti da coltivare sono quelle da frutto, diffuse specialmente al Sud dove, in alcune zone, hanno sostituito la vite da vino. In particolare, il melograno è diffuso nella zona di Messina (varietà Neirana), di Trapani (varietà Profeta di Partanna) e di Agrigento (varietà Selinunte). La varietà più conosciuta e richiesta è la Wonderful, di origine americana e tardiva (matura a ottobre), mentre la Dente di Cavallo si contraddistingue per la resistenza alla spaccatura indotta dalla pioggia e all’aria salmastra. Infine, la Gigante del Convento è famosa per i suoi frutti enormi che possono superare anche settecento grammi. Tutte le varietà, a eccezione di quelle tardive, si raccolgono tra fine agosto e settembre.
Coltivazione del melograno
La coltivazione del melograno è una scelta fatta non solo a scopo produttivo, ma è anche una buona soluzione per abbellire i giardini o l’orto familiare. La sua resistenza a molte malattie e l’assenza di trattamenti chimici necessari e periodici ne fanno un’ottima scelta per un orto biologico oppure per un ambiente con la presenza di animali domestici e bambini. Inoltre, è adatto anche ai giardini di piccole dimensioni perché cresce lentamente e non supera in genere i due o tre metri. Per lo stesso motivo, è tra gli arbusti che si adattano alla coltivazione in vaso sul terrazzo; in questo caso, come tutte le coltivazioni in vaso, occorre aumentare la frequenza delle annaffiature e provvedere per tempo la sostituzione dei recipienti con altri di dimensioni via via maggiori, al crescere dell’apparato radicale. Inoltre, nella coltivazione in vaso è da prediligere la forma ad alberello e non a cespuglio.
Occorre tener presente che il melograno per fruttificare ha bisogno di estati lunghe e calde e in alcune zone, anche se la pianta sopravvive, non riesce a produrre frutti. Cresce bene nel terreno calcareo, come il mandorlo e il nespolo del Giappone. Teme i ristagni idrici e poco si adatta ai terreni argillosi. Tra le sue ottime caratteristiche di adattamento c’è anche la resistenza alla carenza di ferro. Tollera la siccità che però non deve essere prolungata per evitare di compromettere il raccolto. Anche un eccesso idrico è da evitare perché potrebbe portare alla spaccatura dei frutti. Le cure ideali prevedono quindi annaffiature limitate, ma regolari nel tempo, quindi nel caso di coltivazione a scopo produttivo è indicato un sistema d’irrigazione a goccia, specie per le piante più giovani. Le varietà da frutto vanno regolarmente potate per mantenerne la forma, sia essa ad arbusto (cespuglio) o ad alberello. Quelle da fiore possono sopportare una potatura molto più leggera, con lo scopo di eliminare solo i rami secchi o poco sviluppati.
Il melograno si moltiplica generalmente con una talea semi-legnosa in agosto, al pari del rosmarino, della lavanda o del lillà. Altri metodi di riproduzione sono la margotta e la propaggine, mentre raramente il melograno viene innestato su altre varietà.
Nei terreni fertili è opportuno far assumere alla pianta un portamento ad alberello, tenendo una distanza tra un esemplare e l’altro di quattro o cinque metri. Tale distanza può diminuire in terreni meno fertili o nel caso di portamento ad arbusto o cespuglio.
Come detto, il melograno è molto resistente e raramente è soggetto a malattie se messo a dimora in condizioni adatte. Tuttavia, stagioni particolarmente piovose e umide possono esporre la pianta ad attacchi di muffe e funghi (botrite oppure oidio). Per contrastare queste malattie possono essere utili trattamenti a base di rame oppure, volendo usare prodotti naturali, macerati di equiseto o tarassaco.
L’unico predatore degno di nota è la tignola del melograno, una farfalla che di notte si ciba dei chicchi della melagrana e che può essere sconfitta da trattamenti a base di Bacillus turingiensis, a patto di farlo nei periodi corretti, perché questo batterio attacca solo le larve e non gli esemplari adulti del lepidottero.

Frutti di melograno
La melagrana
La melagrana (anche mela granata o balausta) è il frutto del melograno. Ebrei, egizi, fenici, greci e romani apprezzavano tutti la melagrana, frutto citato anche nella Bibbia e che veniva utilizzato anche per altri fini oltre a quello alimentare, per esempio per ricavare cuoio dalla scorza interna.
In Rete c’è una certa confusione sulla terminologia; infatti il melograno viene anche detto melagrana (come il frutto) o granato, ma è scorretto, per quanto molto comune, indicare il frutto con il nome della pianta e viceversa. La denominazione della pianta deriva dai termini latini malum (che significa mela) e granatum (con semi).
Proprietà e caratteristiche – La melagrana è una bacca di notevole consistenza rivestita da una buccia dura e coriacea; la forma è sferica o lievemente allungata; ha un diametro che va dai 5 ai 12 cm circa; le dimensioni delle melagrane dipendono sia dalla tipologia di coltivazione, sia dalle varietà che peraltro sono molto numerose; nel nostro Paese si conoscono soprattutto le seguenti: Alappia, Dente di Cavallo, Neirana, Profeta Partanna, Racalmuto, Ragana e Selinunte, tutte varietà agrodolci o dolci, indicate per il consumo fresco. La varietà di melagrana più nota è comunque la Wonderful che ha origine americana; è stata selezionata in Israele e da qualche anno si sta diffondendo anche in Italia, soprattutto in Sicilia e in particolar modo nelle zone di Marsala e di Mazara del Vallo, due comuni della provincia di Trapani.
Una volta maturata, la melagrana è di colore giallo-verde con zone rossastre che in alcuni casi arrivano a occupare l’intera superficie.
Internamente la melagrana contiene una serie di semi rossi raccolti in gruppi, con polpa succosa dal sapore lievemente acido e aromatico.
La melagrana ha uno scarso valore alimentare in quanto è reperibile solo da settembre a novembre. Con il succo si prepara una bevanda dissetante, la granatina.
Alla melagrana, in particolar modo in questi ultimi anni, sono state attribuite moltissime proprietà benefiche. Tali proprietà deriverebbero dalla presenza di varie sostanze (acido ellagico, acido gallico, fitosteroli, luteolina, quercetina, tannini, sali minerali, vitamine ecc.) che donerebbero al frutto proprietà antiossidanti, antitumorali, ipotensive, antiarteriosclerotiche, antibatteriche, lassative, diuretiche ecc.
Come spesso accade c’è molta esagerazione e superficialità quando si propongono le virtù di questa o quella pianta o dei suoi frutti. Bisogna infatti tenere conto che i vari studi effettuati, che sembrerebbero mostrare alcune delle importanti proprietà citate poco prima (antitumorali e antiarteriosclerotiche), non sono certo su campioni vasti e riguardano soltanto alcune tipologie di tumore; inoltre la riduzione della placca ateromatosa è tutta da dimostrare.
È bene poi non dimenticare due cose: la prima è che l’acido ellagico (vedasi paragrafo successivo), il principale principio attivo contenuto nella melagrana, si trova nella buccia (che non viene consumata) e la seconda è che i quantitativi impiegati nelle ricerche equivalgono a una quantità di frutta decisamente improponibile in una normale alimentazione; in fondo è uno dei tanti esempi di fallimento quantitativo, come nel caso del resveratrolo, una sostanza antiossidante (teoricamente) interessante contenuta nel vino: per assumerne quotidianamente 50 mg si dovrebbero bere parecchi litri di vino al giorno.
Melagrana e acido ellagico – L’acido ellagico è, come detto, il principale principio attivo contenuto nella melagrana (in particolar modo nella buccia); lo si trova anche, seppure in minore concentrazione, in diversi altri frutti (fragola, lampone e uva rossa); è una sostanza appartenente alla categoria dei polifenoli. All’acido ellagico sono attribuite varie proprietà, tra le quali quella antiossidante (ci preme ricordare qui che il ruolo degli antiossidanti è stato ultimamente abbastanza ridimensionato) e quella antitumorale.
Alcuni lavori sperimentali gli attribuiscono anche proprietà cardioprotettive e antiaritmogene. Si tratta comunque, ed è importante tenerne debito conto, di dati preliminari che sono stati ottenuti negli animali e che ancora non sono stati confermati da studi clinici controllati.
Appare quindi prematuro e decisamente ottimistico dipingere l’acido ellagico come una soluzione interessante per il trattamento di patologie importanti quali le malattie cardiache o i tumori.
Succo di melagrana – Si sta sempre più diffondendo il consumo di succo di melagrana. In genere una confezione da 125 ml contiene il succo di due melagrane e quindi è particolarmente interessante. Per il succo valgono le indicazioni salutistiche che abbiamo sopra descritte. Ovviamente, da evitare i prodotti con troppo zucchero (troppe calorie), con dolcificanti sintetici o, peggio, con conservanti.

La melagrana (anche mela granata o balausta) è il frutto del melograno (Punica granatum)
Calorie e valori nutrizionali
Dal database del Ministero americano dell’agricoltura
Melagrana
Scarto: 44% (Semi e buccia)
Nutrienti | Unità | Valore per 100 g | Numero di campioni | Errore std. |
---|---|---|---|---|
Principali | ||||
Acqua | g | 80.97 | 9 | 1.352 |
Calorie | kcal | 68 | 0 | |
Calorie | kJ | 285 | 0 | |
Proteine | g | 0.95 | 7 | 0.18 |
Lipidi | g | 0.30 | 0 | |
Ceneri | g | 0.61 | 9 | 0.073 |
Carboidrati (per differenza) | g | 17.17 | 0 | |
Fibre | g | 0.6 | 0 | |
Zuccheri | g | 16.57 | 0 |