La maggiorana (anche Origanum majorana, Majorana hortensis, Amaracus majorana od Origanum amaracus), nota in alcune zone anche come Persia, è una pianta erbacea appartenente al genere Origanum; è nativa dell’Africa nord-orientale e delle regioni centrali e meridionali del continente asiatico. Diversamente dall’Origanum volgare (che appartiene alla stessa famiglia e al quale è abbastanza simile nell’aspetto), non cresce spontanea nel continente europeo dove viene solamente coltivata.
La pianta della maggiorana ha un fusto eretto, quadrangolare e ramificato che può arrivare ai 60-70 cm di altezza; nella parte superiore è rossastro e ricoperto da una peluria piuttosto fitta. Le foglie sono piccole, di forma ovale e con i margini lisci; hanno un picciolo corto e sono ricoperte da una peluria molto fitta. I fiori, raccolti in spighe, sono di color bianco-rosato. Tutta la pianta emana un odore molto caratteristico.
Indice

Maggiorana potrebbe derivare dal latino amaracus o dal greco amàracos (avente odore); già nel latino medievale si usava il termine maiorane
Maggiorana – Coltivazione
Esposizione – La maggiorana predilige le posizioni ben esposte al sole e teme le gelate invernali.
Terreno – La pianta non è particolarmente esigente per quanto riguarda il terreno. Per la coltivazione in vaso, si scelga una composta formata in parti uguali di terriccio fertile e sabbia.
annaffiatura – Le irrigazioni devono essere contenute perché la pianta non ama i terreni umidi.
Moltiplicazione e impianto – La coltivazione della maggiorana in giardino o in vaso è molto semplice. La semina con i semi si può fare verso aprile con temperature sicuramente superiori ai 10 °C, evitando di interrare troppo i semi (con una regola empirica la profondità di semina si calcola raddoppiando il diametro dei semi della pianta) e annaffiandoli con un nebulizzatore fino alla germinazione.
Si procede poi al diradamento delle piantine (quando raggiungono i 5 cm di altezza), scegliendo una distanza attorno ai 40 cm.
La moltiplicazione per talea della maggiorana (lunga una decina di cm) va fatta in giugno, ponendo la talea in un miscuglio di torba e sabbia e trapiantandola quando avrà messo radici.
Malattie – La pianta è resistente a i parqssiti e non è soggetta a particolari malattie.
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, abelia ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.
La maggiorana in cucina
La maggiorana è una pianta molto utilizzata in cucina che trova il suo spazio in diverse ricette della tradizione mediterranea; è una spezia adattissima per insaporire i ripieni di carne macinata o di verdure; la si usa inoltre per aromatizzare la pizza, i crostacei, i formaggi, le insalate e per confezionare insaccati di maiale. Molti usano la maggiorana al posto dell’origano (rispetto al quale ha un sapore più dolce e speziato) su pomodori e pizzaiola.
È ottima anche per insaporire le carni alla griglia. In base alla ricetta, la maggiorana può essere utilizzata intera oppure tritata. La maggiorana rientra anche fra gli ingredienti di vari liquori a base di erbe.
In commercio è possibile trovarla fresca oppure essiccata. Prima dell’utilizzo, la maggiorana fresca deve essere lavata sotto l’acqua corrente.
Per quanto riguarda la conservazione, quella fresca deve essere conservata in frigo nello scomparto riservato a frutta e verdura; quella secca invece deve essere messa in barattoli di vetro chiusi ermeticamente e riposti in un luogo fresco e asciutto.
Proprietà in fitoterapia
In ambito fitoterapico la pianta viene usata a uso interno per le sue proprietà aromatiche, eupeptiche, digestive, antispastiche, bechiche e stimolanti; per uso esterno, invece, invece vi si ricorre per le sue proprietà: balsamiche, antisettiche e antinfiammatorie.
Alla maggiorana si fa quindi ricorso per uso interno per trattare problemi digestivi, diarrea, meteorismo, emicrania e cefalea. Sotto forma di suffumigi, invece, la si usa nel trattamento di tosse, bronchite, raffreddore e infiammazioni del cavo orale.
Le parti che sono utilizzate a scopi fitoterapici sono le foglie e le sommità fiorite. I principi attivi che ne caratterizzano l’azione sono l’olio essenziale (terpen-4-olo, alfa-terpinolo, 4-tuianolo, linalolo), l’acido rosmarinico, l’acido caffeico, composti flavonici, tannini, acido ursolico, acido oleanolico, vitamina A e acido ascorbico.
La moderna fitoterapia ricorre alla maggiorana soprattutto sotto forma di infuso e di tintura madre; i dosaggi generalmente consigliati sono 5 g di droga ogni 100 ml di acqua bollente (infuso al 5%), 40 gocce di tintura madre tre volte al giorno. Non devono essere superati i dosaggi consigliati.
È consigliabile, a scopo cautelativo, non usare la maggiorana se si è in stato interessante o se si sta allattando; è anche opportuno non utilizzarla nei bambini piccoli.
L’olio essenziale viene utilizzato in ambito industriale nei settori alimentare (aromatizzazione di bevande alcoliche e no), cosmetico (nei saponi, nelle creme, nelle lozioni e nei profumi) e farmaceutico (come componente di preparati ad azione sedativa e antispastica).