Il kiwi (Actinidia chinensis) è una pianta appartenente alla famiglia delle Actinidiacee; è originaria della Cina (dove è nota con il nome yang-tao). Si tratta di una pianta rampicante a foglie caduche piuttosto grandi la cui forma ricorda quella di un cuore; è particolarmente forte e resistente e può arrivare agli 8-10 metri di altezza; in natura utilizza i tronchi di alberi o arbusti quali supporti.
Il kiwi è una pianta dioica (i fiori maschili e quelli femminili si sviluppano cioè su piante diverse); le piante femminili producono i frutti, anch’essi detti kiwi; questi sono delle lunghe bacche a forma ovale con una scorza piuttosto robusta ricoperta di peluria; la polpa, soda e di colore verde, ha un sapore dolciastro e acidulo al tempo stesso.
I semi e i frutti della pianta di kiwi arrivarono in Europa, per la precisione in Gran Bretagna, grazie a un collezionista della Società Britannica Reale di Orticoltura che li inviò nel suo Paese. Da qui arrivarono poi in Nuova Zelanda e in seguito negli USA; fu in Nuova Zelanda che nel 1962 fu attribuito alla pianta e ai suoi frutti il nome kiwi (dal nome dell’uccello che rappresenta il simbolo della nazione neozelandese) e fu sempre in terra neozelandese che ebbe inizio la coltivazione intensiva della pianta che poi si è diffusa in molti altri Paesi.
Attualmente l’Italia è uno dei maggiori produttori di kiwi al mondo (spesso alterna il primo posto con la Cina). Dai dati più recenti a disposizione risulta che nel nostro Paese la superficie destinata alla coltivazione delle piante si aggiri sui 25.000 ettari circa. Le superfici più estese si trovano nel Lazio (circa 7.350 ettari), in Piemonte (circa 5.000 ettari), in Emilia Romagna (circa 4.000 ettari) e in Veneto (circa 3.700 ettari). Il dato nazionale della produzione si attesta sulle 420.000 tonnellate annue di cui 403.000 commercializzabili. La produzione annua europea è di poco inferiore alle 600.000 tonnellate, dato che ci dà un’idea dell’importanza del nostro Paese nel mercato di questo tipo di prodotto. Fra i più forti produttori a livello europeo vi sono poi la Grecia (circa 102.000 tonnellate annue) e la Francia (circa 55.000 tonnellate).
La cultivar ‘Hayward’ è quella più coltivata in assoluto ed è stata selezionata in Nuova Zelanda nel 1920. Il kiwi nostrano è reperibile sul mercato da novembre a giugno, mentre negli altri mesi si tratta di frutta proveniente dall’estero. Negli ultimi anni, altre varietà di kiwi sono state affiancate alla Hayward che comunque rimane quella di principale interesse.
Indice

Il kiwi è un frutto che può essere conservato a lungo, anche diversi mesi
Kiwi – Coltivazione
Il kiwi è una pianta che ama i climi umidi, non troppo soleggiati e caratterizzati da inverni freddi; le gelate possono però danneggiarla. Nelle colture di kiwi del nostro Paese il microclima adatto alla coltivazione di questa pianta viene assicurato tramite delle reti che fungono da barriera contro la luce solare diretta e consentono, insieme ai sistemi di irrigazione a goccia e per nebulizzazione, di assicurare il giusto grado di umidità.
La riproduzione della pianta si effettua tramite talea nel corso della stagione estiva oppure tramite semina autunnale in serra fredda; le piantine potranno essere messe a dimora in piena terra dopo che sarà trascorso circa un anno dalla semina. Le piante andrebbero poste a una distanza di circa 2-2,5 metri l’una dall’altra.
Per quanto concerne il suolo di coltivazione, le piante di kiwi prediligono terreni argillosi, ricchi di umidità e con pH neutro, profondi, permeabili e caratterizzati da un buon drenaggio; se quest’ultima caratteristica lascia a desiderare si possono aggiungere ghiaia, sabbia e torba.
Quando si prepara il terreno, inoltre, è opportuno concimarlo utilizzando un buon quantitativo di stallatico maturo.
Dal momento che il kiwi è una pianta rampicante, è indispensabile la presenza di un sostegno, sia esso un filare oppure una pergola.
Come accennato nel paragrafo iniziale, il kiwi è una pianta dioica ed è quindi necessaria la messa a dimora sia di piante maschili sia di piante femminili; generalmente si dovrebbe prevedere una pianta maschile ogni 5-7 piante femminili.
Per quanto riguarda la concimazione, dopo quella effettuata al momento della preparazione del terreno, non saranno necessari altri interventi in tal senso.
Sono invece importanti le irrigazioni che dovranno essere effettuate in modo da far sì che il terreno sia costantemente umido; ovviamente sono da evitare in modo assoluto i sempre dannosi ristagni idrici. Interventi irrigativi più abbondanti devono essere previsti subito dopo la semina (o dopo che le piante sono state messe a dimora) e anche nel corso dei mesi estivi; in caso di estati particolarmente calde o siccitose, le annaffiature dovranno essere effettuate giornalmente o quasi. Nei mesi estivi le irrigazioni vanno effettuate una volta che il sole è tramontato, mentre nei mesi invernali si annaffieranno le piante nel corso della mattinata.
I sistemi più consoni all’irrigazione delle piante di kiwi sono quelli a goccia e quelli a nebulizzazione.
La potatura del kiwi deve essere effettuata sia nel corso dell’inverno, a cavallo tra febbraio e marzo, una volta che non vi è più il pericolo di gelate, sia durante l’estate durante il periodo della fioritura oppure quando la pianta inizia a fruttificare. Per approfondire: Potatura del kiwi.
La raccolta dei frutti del kiwi -che nel nostro Paese inizia alla fine della stagione autunnale e si protrae fino all’inizio di quella estiva- potrà essere effettuata dopo che sono trascorsi tre anni dalla messa a dimora della pianta. Ogni pianta può produrre poco meno di 9 kg di kiwi. Il kiwi è un frutto che può essere conservato a lungo, anche diversi mesi.
Le piante di kiwi, come detto, sono piuttosto resistenti e difficilmente si hanno problemi a causa di parassiti animali o vegetali; in alcuni casi possono però subire attacchi da acari e cocciniglie.
Il kiwi in cucina
I frutti vengono soprattutto consumati freschi, ma possono anche essere utilizzati per la preparazione di conserve, macedonie, marmellate, sciroppi e succhi. Inoltre, i kiwi sono spesso usati per ornare torte o crostate.
Dal punto di vista nutrizionale, il kiwi è simile alla frutta nostrana, ma vanta una quantità di vitamina C superiore a quella degli agrumi; infatti nel kiwi ci sono 85 mg di vitamina C ogni 100 g, mentre in arance, limoni e pompelmi la quantità varia fra i 50 e i 60 mg.
I kiwi vengono solitamente venduti acerbi, per una migliore conservazione, per cui vanno fatti maturare dopo l’acquisto, attendendo qualche giorno prima di consumarli. Una certa attenzione va posta alle calorie (che, a seconda delle varietà, vanno da 44 a 61 per 100 g): a causa della buccia molto sottile, mentre un kg lordo di arance ha un apporto energetico di circa 270 kcal, un kg lordo di kiwi è molto più calorico (apporta circa 400 kcal).
Una ricetta che sfrutta, non solo il gusto, ma anche l’aspetto cromatico dei kiwi è l’originale tiramisù alla frutta tricolore.

Il kiwi è un frutto mediamente calorico e ricco di fibre
Calorie e valori nutrizionali
Dal database del Ministero americano dell’agricoltura
Kiwi
Scarto: 14% (Buccia)
Nutrienti | Unità | Valore per 100 g | Numero di campioni | Errore std. |
---|---|---|---|---|
Principali | ||||
Acqua | g | 83.07 | 20 | 0.989 |
Calorie | kcal | 61 | 0 | |
Calorie | kJ | 255 | 0 | |
Proteine | g | 1.14 | 20 | 0.116 |
Lipidi | g | 0.52 | 20 | 0.12 |
Ceneri | g | 0.61 | 20 | 0.044 |
Carboidrati (per differenza) | g | 14.66 | 0 | |
Fibre | g | 3.0 | 8 | 0.211 |
Zuccheri | g | 8.99 | 8 | 0.163 |
Saccarosio | g | 0.15 | 8 | 0.021 |
Glucosio (destrosio) | g | 4.11 | 8 | 0.055 |
Fruttosio | g | 4.35 | 8 | 0.084 |
Lattosio | g | 0.00 | 7 | 0 |
Maltosio | g | 0.19 | 8 | 0.016 |
Galattosio | g | 0.17 | 8 | 0.089 |
Amido | g | 0.00 | 4 | 0 |