Il fico (Ficus carica) è un albero da frutto appartenente alla famiglia delle Moracee, la stessa della quale fa parte il genere Morus, noto soprattutto per le specie gelso bianco e gelso nero (rispettivamente Morus alba e Morus nigra).
Il fico è originario delle zone tropicali e subtropicali temperate del continente asiatico, ma da tempo immemorabile è presente anche nell’area mediterranea. Nel nostro Paese, il fico è particolarmente diffuso in Calabria, Campania e Puglia. È una pianta che può raggiungere un’altezza di circa 10 metri; la caratterizzano un tronco piuttosto corto e dal portamento goffo; ha foglie grandi di colore verde tendente allo scuro caratterizzate da una leggera peluria sulla pagina inferiore.
I fichi, intesi come frutto, sono in realtà delle infiorescenze (da cui derivano delle infruttescenze) note come siconi; il fico è quindi un falso frutto; i veri frutti della pianta del fico sono degli acheni piccolissimi che si sviluppano internamente all’infiorescenza. Erano molto noti anche ai greci e ai romani. Vengono citati nel Vecchio Testamento come simbolo di abbondanza.
Alcune varietà di piante possono fruttificare più volta; basandosi sul numero di fruttificazioni annue si distinguono piante unifere (caratterizzate da un’unica produzione principale, i forniti, detti anche fichi veri), bifere (caratterizzate da una produzione precoce, i fioroni, e da una produzione principale) e trifere (poco diffuse; sono caratterizzate da tre produzioni, una precoce, una principale e una tardiva, i cimaruoli).
I fioroni maturano a metà giugno-luglio, i forniti fioriscono in epoca diversa a seconda delle varie cultivar; quelle precoci maturano entro il mese di agosto mentre le tardive maturano da settembre in poi.
Indice

Albero di fico (Ficus carica)
Cultivar
Le cultivar più diffuse nel nostro Paese sono la Columbri, la Brogiotti, la Dottate, la Troiano, la Fico Bianco del Cilento, la Gentile ecc. Cultivar particolarmente adatte all’essiccazione sono la Dottato, la Fico Bianco del Cilento, la Farà e la Taurisano.
I fichi vengono raccolti in tempi diversi; le cultivar precoci vengono raccolte nella prima decade di giugno al Sud e a inizio agosto al Nord. Per le cultivar principali “forniti”, le epoche di raccolta sono fine luglio-fine settembre al Sud e ottobre al Nord; le cultivar tardive “cimaruoli” vengono raccolte nel periodo che va da novembre ad aprile.

L’innesto del fico è particolarmente importante per il fico selvatico, che altrimenti produce frutti poco dolci
Coltivazione del fico
Il fico è una pianta che predilige i climi temperato-caldi e un’esposizione solare prolungata. È una pianta piuttosto rustica e come tale sa adattarsi a vari tipi di terreno, anche a quelli piuttosto aridi o sassosi, ma predilige quelli soffici, leggeri e dotati di un buon drenaggio. Tollera male i ristagni idrici e mal sopporta le temperature che scendono sotto i 7 °C; la sua tolleranza alle temperature più rigide diminuisce con l’aumentare dell’età.
La riproduzione del fico può avvenire sia tramite pollone radicato sia per talea; è quest’ultimo metodo che viene generalmente adottato. Raramente il fico si propaga per seme. La talea presenta il vantaggio di dar vita a nuove piante con le stesse caratteristiche genetiche della pianta madre, cosa che per seme non è assicurata; con la semina, infatti, si hanno più del 50% di possibilità di realizzare fichi non commestibili. Si fa invece ricorso all’innesto qualora si voglia modificare la varietà di fico da produrre. Per un ulteriore approfondimento si veda l’articolo Innesto del fico.
Per quanto riguarda la messa a dimora, il periodo migliore è quello che va da ottobre ad aprile. Si proceda scavando una buca profonda 60-65 cm e larga circa 80; in fondo alla buca si può mettere un po’ di concime (per esempio dello stallatico maturo) che poi è opportuno ricoprire con un po’ di terra per evitare che le radici della pianta siano a contatto diretto. Si può anche aggiungere un po’ di terriccio da piantagione. A questo punto si posi la pianta di fico e si riempia la buca con la terra scavata in precedenza. Si proceda a un’irrigazione con circa 20-25 litri di acqua. Se lo si ritiene opportuno, può essere messo un tutore alla pianta per indirizzarne lo sviluppo nel modo voluto.
Come detto, il fico è una pianta abbastanza rustica e non soffre particolarmente la siccità; questo perché è dotato di una massa radicale piuttosto abbondante che può espandersi per ricercare i punti più freschi e umidi; non sono quindi necessarie annaffiature quotidiane; saranno sufficienti due irrigazioni settimanali nel corso della stagione primaverile e della stagione estiva. È opportuno effettuare le irrigazioni nelle prime ore del mattino oppure in tarda serata, in modo da evitare le ore più calde e assolate.

La caratteristica foglia del fico
La concimazione del fico può essere fatta a fine inverno con stallatico maturo oppure con un sovescio di leguminose. Si privilegino comunque concimi a basso titolo di azoto, macroelemento che favorisce più la vegetazione che la fruttificazione.
La prima importante potatura del fico, quella successiva all’impianto, sarà di formazione; sarà necessario effettuare un taglio deciso del tronco a circa 80-150 cm dal terreno a seconda dell’altezza desiderata in futuro. Una volta effettuato questo intervento, la pianta può essere lasciata libera di crescere senza che siano necessari altri interventi di formazione. Per approfondire, La potatura del fico.
L’intensità della potatura dipende dalla fruttificazione del fico; si hanno infatti piante unifere (che fruttificano cioè una sola volta, alla fine della stagione estiva) sia piante bifere, che fruttificano sia a giugno (i frutti vengono detti fioroni) che a settembre (i frutti vengono detti fichi); nelle piante bifere gli interventi di potatura devono essere tarati a seconda che si voglia privilegiare il raccolto di giugno o, al contrario, quello di settembre. Per approfondire, La potatura del fico.
La raccolta dei fichi avviene a scalare, via via che i fichi maturano; la resa del fico dipende molto dal tenore di umidità del terreno e dalle condizioni climatiche. La fruttificazione può essere migliorata badando che non si formino mai i sempre dannosi ristagni idrici. Anche la tipologia di terreno influenza la produzione.
Per quanto concerne le avversità, le più temute sono quelle climatiche, temperature eccessivamente rigide e le grandinate possono provocare gravissimi danni alla produzione.
Problemi possono derivare anche da malattie virali come il mosaico e da marciumi radicali. Dannosi sono anche alcuni tipi di cocciniglia, le mosche della frutta e la psilla del fico.
I fichi in cucina
I fichi possono essere consumati freschi o secchi; i fichi freschi possono essere aggiunti alle macedonia di frutta; possono essere serviti come antipasto insieme al prosciutto, al salame e a vari tipi di formaggio. Molti li utilizzano per accompagnare le carni, anche quelle di coniglio e la selvaggina; sono un ottimo sostituto delle prugne.
Con i fichi, poi, si possono preparare composte e marmellate e vari tipi di dolce.
Il fico viene considerato un alimento zuccherino (ha una quantità di zucchero pari al 13% circa del peso). Contiene diverse vitamine idrosolubili e minerali (con alcune differenze fra frutto fresco e frutto secco).
I fichi hanno un effetto lassativo, quindi conviene non eccedere nel consumo; possono inoltre provocare allergie.
I fichi sono frutti piuttosto delicati e quindi vanno manipolati con una certa cura; si possono conservare in frigo per un paio di giorni, ma è opportuno metterli in dei contenitori chiusi accuratamente perché tendono ad assorbire gli odori degli altri cibi. Possono anche venire congelati, ma devono comunque essere consumati nel giro di un mese.
I fichi secchi vanno conservati in un luogo asciutto e fresco e devono essere consumati entro la data di scadenza riportata sulla confezione.
Fichi: meglio freschi o meglio secchi? – Il consumo dei fichi freschi in Italia non è altissimo, soprattutto a causa della delicatezza del frutto che ne ostacola il trasporto. Per questo motivo viene consumato prevalentemente sul luogo di produzione. Il fico secco rappresenta una soluzione a questi problemi.
Naturalmente, il contenuto d’acqua di fichi freschi e secchi differisce notevolmente (80% nei primi, 20% circa nei secondi), così come l’apporto calorico, nettamente superiore nei secondi.
Ai bambini è consigliabile proporre fichi freschi, molto più digeribili e facilmente masticabili rispetto a quelli secchi.

Il fico può essere viola, verde o nero, e si suddivide in altre varietà all’interno di questi colori

Fichi secchi: più dolci ma anche più calorici
Calorie e valori nutrizionali
Dal database del Ministero americano dell’agricoltura
Fico
Scarto: 1% (gambi)
Nutrienti | Unità | Valore per 100 g | Numero di campioni | Errore std. |
---|---|---|---|---|
Principali | ||||
Acqua | g | 79.11 | 16 | 0.337 |
Calorie | kcal | 74 | 0 | |
Calorie | kJ | 310 | 0 | |
Proteine | g | 0.75 | 16 | 0.028 |
Lipidi | g | 0.30 | 0 | |
Ceneri | g | 0.66 | 16 | 0.01 |
Carboidrati (per differenza) | g | 19.18 | 0 | |
Fibre | g | 2.9 | 0 | |
Zuccheri | g | 16.26 | 0 |
Fico in inglese e altre lingue
Ecco di seguito la traduzione di fico in inglese e in altre lingue:
- Inglese – Fig
- Spagnolo – Higo
- Francese – Figue
- Tedesco – Feige