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Eriofidi

Gli eriofidi sono acari fitofagi, cioè che si nutrono di tessuti vegetali, che possono danneggiare la salute di molte piante, nell’orto e nel giardino. Tra gli acari, sono tra quelli di piccole dimensioni (tra 0,15 e 0,2 mm) e sono gialli o biancastri. Sono animali molto primitivi, di aspetto vermiforme, con due sole zampe e privi di apparato respiratorio e di occhi. Si nutrono delle foglie succhiandole, sulle quali provocano le caratteristiche galle, rigonfiamenti chiari e bollosi. Gli acari sono animali della classe degli Aracnidi (superordine degli Acariformi).

Il loro attacco in genere non compromette seriamente la salute della pianta, ma ne danneggia lo sviluppo e la capacità di produrre frutti; per questo motivo sono particolarmente dannosi per le piante da orto e da frutto. Le specie più colpite sono infatti il pomodoro (attaccato dall’eriofide rugginoso), ma anche melo, pesco e alcuni frutti di bosco (lampone, more), pero e olivo. Non sono risparmiati neppure gli alberi come acero campestre, tiglio, olmo, salice e robinia. Tra le piante erbacee o da fiore, gli eriofidi possono cibarsi delle foglie di azalea, rododendro e camelia. Per l’importanza delle coltivazioni, vale la pena approfondire gli eriofidi della vite e quelle del pomodoro.

Eriofidi della vite

L’eriofide della vite (Eriophyes vitis o anche Colomerus vitis) attacca le foglie della vite (Vitis vinifera); spesso la malattia provocata è chiamata erinosi. Le foglie si macchiano di bolle bianche, si deformano in galle all’interno delle quali vivono gli acari.

eriofidi

Una foglia di vite colpita dall’eriofide Eriophyes vitis

In inverno questi acari si rifugiano nella corteccia alla base della pianta e in primavera cominciano a cibarsi dei giovani germogli. Verso maggio migrano in cima alle foglie e vi rimangono fino all’autunno, quando migrano di nuovo alla base della vite.

Anche in questo caso, l’attacco degli eriofidi limita la capacità di fotosintesi della foglia, diminuendo l’apporto nutritivo alla vite.

Eriofidi del pomodoro

Il pomodoro è attaccato da un eriofide (detto eriofide rugginoso), il cui nome scientifico è Aculops lycopersici. Identificato per la prima volta in Australia nel 1937, è un parassita importante che provoca alterazioni notevoli sulle foglie, che diventano dapprima di color bronzo, poi marroni. Le femmine depongono vicino le nervature delle foglie o i petali e il ciclo biologico è molto veloce: le femmine possono deporre fino a 50 uova e le larve diventano adulte in una settimana circa. La proliferazione è favorita dall’umidità al 30% e dalle temperature attorno ai 27 gradi centigradi.

I rimedi contro gli eriofidi

Gli eriofidi non sono difficili da combattere; sono sufficienti trattamenti a base di zolfo da nebulizzare a fine autunno e poi alla ripresa vegetativa in primavera per le piante perenni o a primavera per le orticole annuali. Alcuni eriofidi, come quelli del pomodoro, trovano particolari condizioni favorevoli con un eccesso di concimazione a base di nitrati. Esistono in commercio anche prodotti insetticidi-acaricidi che combattono anche il ragnetto rosso, ma il loro utilizzo è da valutare attentamente, soprattutto nelle specie destinate al consumo alimentare, rispettando i tempi di carenza. Lo stesso discorso vale per altri acaricidi, per esempio i prodotti a base di abamectina; questa inoltre permane nel terreno fino a un mese dopo il trattamento.

 

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