La coltivazione dei pomodori è molto semplice e non richiede grandi spazi; è quindi adatta anche a tutti coloro che hanno orti di piccole dimensioni.
Come spiegato nell’articolo generale, il pomodoro è una pianta originaria dell’America Latina e ha potuto acclimatarsi con una certa facilità nelle zone del Mediterraneo. Nel nostro Paese le zone in cui il pomodoro può svilupparsi al meglio sono quelle del meridione; nelle regioni meridionali i pomodori possono crescere senza che sia necessario ricorrere all’ausilio di una serra. Il pomodoro, infatti, teme particolarmente il freddo e, quando la temperatura è prossima agli 0 °C, esiste la possibilità che la pianta possa non sopravvivere. Sono comunque deleterie anche temperature eccessivamente calde (sopra i 32 °C).
Dal punto di vista del terreno il pomodoro non ha particolari esigenze, è infatti dotato di una buona resistenza; preferisce terreni abbastanza profondi, compatti, con un buon drenaggio; eventuali ristagni d’acqua infatti possono danneggiare i nostri pomodori, in particolar modo nel periodo del trapianto e in quello successivo. Il pH ideale del terreno che accoglie i pomodori dovrebbe essere compreso tra 6 e 7; terreni ricchi di calcio favoriscono la fruttificazione della pianta.
Coltivazione dei pomodori: le varie operazioni
La preparazione del terreno destinato alla coltivazione dei pomodori deve avvenire con un certa cura, in particolar modo se l’impianto viene effettuato con la semina nel campo. Nell’estate che precede l’operazione di impianto è opportuno effettuare un’aratura abbastanza profonda (50 cm circa); nei mesi successivi si interreranno i concimi ed eventualmente il sovescio. Per approfondire, La semina dei pomodori.
La concimazione è un’operazione molto importante per un’ottimale riuscita della coltivazione dei pomodori; il concime ideale è, manco a dirlo, il letame. Il primo intervento di concimazione dovrebbe avvenire nel periodo autunnale; se non si usa il letame si può usare il compost; le quantità devono essere calcolate considerando 4-5 quintali di letame o composto per 100 metri quadrati di terreno. Nel caso sia stato effettuato il sovescio è possibile dimezzare tale quantità.
Arrivati al momento del trapianto si dovranno riempire con letame o compost i vari solchi destinati ad accogliere i pomodori. Si deve fare bene attenzione a che le radici delle piante non entrino a contatto con il concime. Le concimazioni successive, necessarie affinché i pomodori fruttifichino al meglio, potranno essere effettuate con liquame bovino diluito. Se durante lo sviluppo si notano carenze produttive si possono utilizzare anche dei concimi liquidi da miscelare all’acqua che si usa per irrigare. La semina nel campo comunque non è la tecnica più usata per la coltivazione dei pomodori, in quanto la soluzione più semplice preferita da molti amanti dell’orticultura (specie se alle prime armi) è acquistare piantine già formate e metterle a dimora direttamente nell’orto (o in vaso per alcune specie adatte). Al momento del trapianto, la temperatura minima non dovrebbe essere inferiore ai 10 °C.
Il pomodoro è una pianta da rinnovo, ovvero una pianta adatta ad aprire la rotazione colturale perché, richiedendo molte concimazioni e lavorazioni, lascia il terreno in ottime condizioni. Può precedere piante orticole come cipolle, melanzane, patate, peperoni ecc. Non è opportuno invece far precedere la coltivazione del pomodoro da quella della patata; piante adatte a precederlo sono le carote e gli spinaci. Non è consigliabile la monosuccessione, anche se il pomodoro è in grado di tollerarla.
Per quanto riguarda le consociazioni, il pomodoro può essere coltivato insieme al sedano in quanto ne favorisce la crescita; bene anche la consociazione con il prezzemolo e con il cavolo; se affiancato a quest’ultimo infatti allontana la cavolaia. La crescita del pomodoro è favorita dalla vicinanza alle ortiche. Fra le altre consociazioni favorevoli vi sono quelle con aglio, cicoria, fagiolini, lattuga, menta, porri, rape, ravanelli e spinaci.
Le varietà da scegliere per la semina sono numerose (San Marzano, ciliegino, cuore di bue, costoluto fiorentino, pomodoro invernale giallo ecc.); la scelta dipende dai gusti e anche dalla tipologia di orto. I pomodori San Marzano sono adatti a chi predilige i gusti più classici e ha un orto di dimensioni medio-grandi; i pomodori ciliegini sono adatti a chi ha orti piccoli oppure ha l’orto sul balcone; il cuore di bue è il tipico pomodoro da orto, ha il difetto di una produzione discontinua, ma dà frutti molto grandi che in alcuni casi possono arrivare ai 500 grammi di peso; il costoluto fiorentino non è forse bello da vedersi, ma ha un gusto molto particolare ed è adatto sia a piatti crudi che per la preparazione di sughi.
Pomodoro datterino, una varietà molto dolce riconoscibile dalla forma piccola e leggermente allungata
Il pomodoro invernale giallo non è particolarmente diffuso a causa del suo sapore ritenuto da molti troppo particolare; anche in commercio non è facilmente reperibile. È adatto ha chi ama cucinare “sperimentando” nuovi sapori; fra i suoi vantaggi c’è quello di richiedere pochissima acqua.
Vi sono moltissime altre varietà di pomodori, ma è ovviamente impossibile dettagliarle tutte; ci limitiamo a ricordare che, di quelle citate, le più resistenti agli attacchi parassitari sono quelle del ciliegino e del costoluto fiorentino.
Dopo l’acquisto delle sementi preferite è opportuno effettuare il cosiddetto bagno, una tecnica utile per rafforzare i semi; il bagno delle sementi consiste nel porre i semi in un sacchettino di iuta e immergerli in un estratto di valeriana per circa un’ora; trascorso questo tempo si metteranno i semi su un foglio di carta assorbente e si lasceranno asciugare. Entro un paio di giorni i semi andrebbero utilizzati.
I semi dei pomodori vanno sparsi lungo i solchi precedentemente preparati alla bisogna previe concimazione e ripulitura dalle erbe infestanti. Quando le piante avranno raggiunto un’altezza di circa 10 cm è consigliabile operare una sfoltitura di quelle piantine che sono in eccesso. La distanza corretta fra una pianta di pomodoro e l’altra è di circa 40 cm; questa distanza è quella giusta anche in caso di trapianto, operazione alternativa alla semina.
Le nostre piante di pomodoro andranno protette dalle erbe infestanti; tale operazione può essere effettuata manualmente oppure impiegando la tecnica della pacciamatura. Quando le piante avranno un’altezza di circa 30 cm è bene procedere con la rincalzatura, un’operazione che favorisce lo sviluppo delle radici e predispone il terreno a ricevere meglio l’acqua che verrà fornita con le irrigazioni. Queste ultime, tra l’altro, hanno una notevole importanza nel corretto sviluppo delle piante di pomodoro.
L’irrigazione può essere effettuata tramite diversi metodi; chi ne ha la possibilità dovrebbe prediligere quello a goccia praticato tramite una rete di tubi di gomma forati che distribuiscono goccioline di acqua alle piante. Il terreno dovrebbe rimanere sempre piuttosto umido senza essere troppo inzuppato. Nell’irrigazione è importante evitare che l’acqua vada sulle foglie (irrigazione a pioggia) per non facilitare gli attacchi fungini. Dopo l’irrigazione è opportuno procedere con una rincalzatura del terreno. Una giusta irrigazione aiuta lo sviluppo dei pomodori e riduce il numero delle marciture apicali.
La cura dei pomodori è più complessa di quella relativa ad altri ortaggi. Un’operazione fondamentale è la cosiddetta sfemminellatura, che consiste nel togliere le gemme ascellari che nascono e crescono tra il fusto principale e i rami laterali. Tali gemme nascono proprio all’attaccatura del fusto principale, nell’ascella del ramo laterale. Sono gemme che di regola non portano mai fiori e frutti e quindi vanno eliminate per non stressare troppo la pianta nell’inutile produzione di rami. In questo modo si evita un’eccessiva produzione di foglie a scapito dei fiori (e dei frutti). Un’altra operazione utile (anche se non necessaria) può essere la cimatura: se la pianta cresce troppo in altezza, si preferisce tagliare il getto apicale (la cima) dopo che ha prodotto quattro o cinque corone di fiori. Anche questa operazione aiuta la pianta a produrre frutti più grossi e saporiti.
Se il terreno è stato ben concimato e le irrigazioni sono costanti e appropriate, non è necessario alcun altro intervento se non la somministrazione di calcio, per evitare che le piante di pomodoro si ammalino di marciume (i frutti anneriscono). Per somministrare il calcio si possono utilizzare fertilizzanti a base di sali di calcio, oppure, volendo evitare un’eccessiva somministrazione di nitrati, si possono usare rimedi più caserecci, come l’irrigazione con qualche litro di acqua oligominerale molto ricca di calcio unita allo spargimento di gusci d’uovo alla base della pianta.
La raccolta dei pomodori avviene a più riprese e ha una durata di circa due o tre mesi.
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