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Coltivazione del mandarino


Mandarino è un termine alquanto generico con il quale si fa riferimento piante arbustive sempreverdi appartenenti al genere Citrus (lo stesso al quale appartengono piante da frutto molto note come arancio, cedro, chinotto, limone, melangolo, pompelmo ecc.) e alla famiglia delle Rutacee; ne esistono diverse varietà e sulla loro classificazione si continua tuttora a discutere; possiamo per esempio citare il mandarino King (Citrus nobilis o Citrus deliciosa) che secondo alcuni autori sarebbe un ibrido tra il Citrus reticulata (mandarancio) e il Citrus sinensis (arancio) oppure il mandarino Cleopatra (Citrus reshni), originario dell’India e utilizzato come portainnesto.

Il mandarino come noi lo conosciamo comunque è quello originario della Cina ed è stato introdotto nel continente europeo nel XIX secolo.

La maggior parte degli autori accredita la teoria che il mandarino sia una delle tre piante di agrumi originali appartenenti al genere Citrus; le altre due sono il cedro e il pomelo; dei frutti di queste tre piante, i mandarini sono gli unici a essere dolci.

Gli alberi di mandarino possono raggiungere altezze comprese fra i 2 e i 4 metri; sono caratterizzati da un apparato radicale piuttosto robusto e profondo; il tronco è eretto e ha una corteccia liscia di colore brunastro. Le foglie sono piccole, lanceolate e decisamente aromatiche; i fiori, detti anche zagare, sono bianchi e profumatissimi; la corolla è perlopiù formata da 5 petali.

In Italia le piante di mandarino vengono coltivate soprattutto in Sicilia e Calabria (la raccolta va da dicembre a gennaio), ma attualmente la sua importanza è stata sminuita dall’ingresso sul mercato del mandarancio, meno calorico e con meno scarto.

Le piante di mandarino vengono utilizzate anche a scopo ornamentale.

La coltivazione del mandarino

La coltivazione del mandarino ricalca per molti versi quella di altri agrumi. Il mandarino, similmente all’arancio e al limone, è una pianta che ama i climi temperato-caldi e non eccessivamente piovosi nelle stagioni autunnale e invernale. Il range ideale di temperatura per la coltivazione del mandarino è quello che va dai 13 ai 30 °C circa; è una pianta che teme molto le temperature rigide, ma diversi problemi possono però derivare anche da temperature eccessivamente elevate (sopra i 40 °C). I venti forti di lunga durata possono recare diversi danni alla pianta in quanto sono in grado di provocare il disseccamento delle foglie e dei giovani germogli nonché la rottura dei rami più sottili.

Come nel caso di tutti gli agrumi, anche le piante di mandarino hanno il loro suolo ideale in un terreno sciolto o a medio impasto, ben drenante, profondo, fertile e concimato a dovere. Il pH ideale dovrebbe essere compreso tra 6,5 e 7,5. I terreni argillosi, quelli calcarei, quelli troppo salini e quelli molto alcalini mal si prestano alla coltivazione delle piante di mandarino.

La moltiplicazione del mandarino può avvenire tramite varie modalità: seme, talea, margotta, innesto ecc.

La messa a dimora della pianta in piena terra dovrebbe essere effettuata nel periodo primaverile, tra la fine del mese di marzo e quella del mese di maggio (a seconda delle zone), quando il rischio di dannose gelate tardive è ormai scongiurato.

La preparazione del terreno destinato ad accogliere le piante di mandarino deve però iniziare con alcuni mesi di anticipo, quando si procederà con le varie lavorazioni e la concimazione. Arrivato il momento di impiantare il mandarino si procederà scassando ed erpicando in profondità il terreno, si prepareranno le buche e poi si potranno mettere a dimora le piantine, disponibili anche in fitocelle ovvero in buste preforate nelle quali vengono messi semi o piantine giovani che si trovano nelle fasi iniziali della loro crescita. Una volta che le piante sono state messe a dimora, si può procedere con un’abbondante irrigazione.

Per quanto concerne i portainnesti, come nel caso della coltivazione dell’arancio, vi sono diverse possibilità di scelta; quelli più utilizzati sono l’arancio amaro, il citrange e l’arancio trifogliato. L’arancio amaro è il portainnesto che ha la maggiore diffusione nel bacino del Mediterraneo; è in grado di adattarsi a vari tipi di terreno a patto che non siano eccessivamente compatti; è un portainnesto che garantisce una buona longevità alla pianta, è in grado di resistere piuttosto bene alle basse temperature e tollera bene alcuni parassiti (per esempio la gommosi del colletto); ha però una certa sensibilità al mal secco e al CTV (Citrus Tristeza Virus, il virus della tristezza degli agrumi).

coltivazione del mandarino

Il citrange è un portainnesto dalle radici abbastanza profonde che non ama i terreni eccessivamente compatti; viene solitamente utilizzato quando si devono effettuare i reimpianti degli agrumeti in quanto ha un’ottima resistenza ai nematodi, induce una buona vigoria alla pianta e le dona anche una discreta produttività e una qualità eccelsa.

Il portainnesto di arancio trifogliato è utilizzato soprattutto in Cina e in Giappone; non tollera i terreni calcarei, ma al contrario dei precedenti è in grado di vegetare bene nei terreni compatti; è inoltre in grado di resistere bene alle temperature fredde e ha una buona resistenza a molti parassiti; non tollera però il virus dell’Exocortite. Induce nella pianta una buona vigoria, una buona produttività e una qualità eccelsa.

La potatura degli alberi di mandarino può avvenire un paio di volte l’anno; una volta nel periodo estivo (tra la fine del mese di giugno e l’inizio del mese di luglio) e una volta in inverno, quando la pianta si trova nel periodo del riposo vegetativo. Si dovrà alleggerire la chioma della pianta eliminando i rami rotti, i rami secchi, quelli che hanno già fiorito e quelli piegati verso il basso. È importante ricordare di asportare sempre i cosiddetti succhioni nel caso in cui provengano dalla base dei rami più grandi; se invece si trovano nell’area periferica della chioma sarà sufficiente spuntarli. La potatura del mandarino non deve essere eccessivamente drastica, è necessario, infatti, mantenere il giusto equilibrio fra la produzione del frutto e la vegetazione. Potature più aggressive si effettuano soltanto nel caso di attacchi parassitari o se la pianta è divenuta eccessivamente alta.

Nei mesi autunnali e in quelli invernali, le piante di mandarino non hanno particolari necessità per quanto concerne l’irrigazione; nei mesi più caldi invece si dovrà procedere con regolari annaffiature badando però a non eccedere.

La raccolta dei mandarini viene effettuata in periodi diversi a seconda delle varietà; in ogni caso è concentrata nel periodo che va dalla metà del mese di ottobre alla fine del mese di maggio per le varietà più tardive.

Dopo la raccolta è opportuno concimare la pianta utilizzando un concime organico-minerale.

Un ultimo cenno alle avversità; quelle che possono interessare le piante di mandarino sono diverse; si ricordano l’afide verde, l’acaro delle meraviglie, la cimicetta verde, vari tipi di cocciniglia, la fetola, il cotonello degli agrumi, il ragno rosso ecc.

Coltivazione del mandarino in vaso

Le piante di mandarino, come le altre tipologie di agrumi, si prestano bene anche alla coltivazione in vaso; per i dettagli si consulti il corrispondente paragrafo nel nostro articolo Arancio: la coltivazione.

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