La borragine (Borago officinalis) è una pianta erbacea annuale che fiorisce da maggio a settembre ed è molto diffusa sul nostro territorio, sia in pianura sia in montagna; appartiene alla famiglia delle Boraginacee. Le foglie sono ovoidali e rugose, ricoperte da una peluria molto fitta. Si tratta di una pianta originaria dell’Oriente, particolarmente diffusa e utilizzata nei Paesi mediterranei.
Anticamente, Plinio la chiamava Euphrosinum; i romani ritenevano che la borragine avesse la capacità di donare felicità e allegria a chi la consumava.
Indice

Le cime fiorite di borragine (Borago officinalis) restano a lungo sulla pianta per tutta l’estate
La coltivazione della borragine
La borragine è una pianta diffusa allo stato spontaneo in tutte le regioni italiane fino a un’altitudine di circa 1400 m sul livello del mare. Come molte erbe spontanee, la sua coltivazione non è difficile e richiede poche cure. In giardino può trovare spazio in aiuole informali; nell’orto e nei frutteti è coltivata per la sua capacitò di attirare gli insetti impollinatori, grazie alla sua fioritura poco usuale nella colorazione blu e alla capacità di fiorire, se le temperature lo consentono, anche tutto l’anno. Si ricordi però che essendo annuale nelle aiuole le piantine esauriranno la loro funzione estetica in pochi mesi.
Esposizione – L’esposizione richiesta è quella in pieno sole, o al più la mezz’ombra.
Terreno – La borragine non ha requisiti specifici in tema di terreno, cresce in qualsiasi tipo di substrato purché ben drenato.
Moltiplicazione e impianto – La borragine si semina direttamente a dimora in primavera, preparando prima il terreno smuovendolo e pulendolo dalle infestanti. Il controllo delle infestanti va poi eseguito tutto l’anno. Anche se la pianta è annuale, essendo auto disseminante, sarà possibile ritrovarsi altre piante di borragine l’anno successivo.
Annaffiatura – La pianta non è molto esigente per quanto riguarda le irrigazioni, che possono essere sporadiche.
Concimazione – La concimazione non è necessaria. Volendo, è possibile intervenire con un concime organico o a lenta cessione prima della semina, nella fase di preparazione del terreno.
Potatura – La pianta non va potata.
Malattie – La borragine è una pianta molto rustica e non è soggetta a particolari malattie o attacchi di parassiti. Occasionalmente, in ambienti sfavorevoli (molto umidi) può essere attaccata dall’oidio.
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, abelia ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.
Impieghi in cucina e ricette
In cucina si possono utilizzare le foglie di borragine crude per insaporire le insalate, anche se il sapore un po’ ispido e la leggera peluria che le ricopre non le rende gradite a tutti i palati. L’impiego più comune è di consumarle cotte, e trovano impiego in un gran numero di preparazioni, per esempio:
- per farcire le frittate
- nel ripieno dei ravioli
- nelle minestre o aggiunto alle verdure del minestrone.
- come verdura lessata, da sola o passata in padella con aglio, olio e acciughe
In linea generale, possono sostituire spinaci e biete in tutte le ricette, come per esempio nei risotti. In ogni caso si consiglia di consumare la pianta quando è fresca, perché la borragine è di difficile conservazione. I fiori canditi sono impiegati per guarnire i dolci. I fiori freschi invece possono essere unite alla farcitura delle frittate. Dalla spremitura a freddo dei semi si ricava anche l’olio di borragine, usato per le sue proprietà medicinali.
Ecco di seguito una ricetta tipica dell’Aragona (Spagna) che vede la borragine come ingrediente fondamentale associato alle patate.
Borragine con patate: la ricetta
Ingredienti per quattro persone:
- foglie di borragine (a piacere, almeno 500 g)
- 600 g di patate
- 20 ml di olio extravergine di oliva
- pepe nero
La preparazione è molto semplice: si lavano le foglie di borragine e lessano assieme alle patate intere e con la buccia. Quando le patate sono cotte, si scolano le foglie di borragine. Si pelano le patate e si tagliano a pezzi grossi. Si dispongono le patate in una teglia ricoprendole con la borragine e con l’olio e si cuociono a fuoco basso fino a quando non sono ben dorate. Si può aggiungere al termine il pepe. Il piatto può essere consumato come contorno a preparazioni di carne o pesce oppure essere usato per arricchire gli spaghetti. In quest’ultimo caso, le patate vanno tagliate in pezzi più piccoli e saltate in padella, assieme alla pasta e alle foglie di borragine, una volta scolata la pasta.
Tempo: 30 minuti
Difficoltà: facile
Costo: basso
Calorie: 180 kcal circa a porzione
Proprietà
Oltre all’uso culinario, la borragine è utilizzata anche in fitoterapia. Le parti della pianta che si usano sono le foglie e le sommità fiorite; la loro raccolta avviene in estate non appena inizia la fioritura. Se si utilizzano le foglie, le migliori sono quelle giovani colte dopo la fioritura. I costituenti principali della droga sono alcaloidi pirrolizidinici e colina.
Le proprietà principali attribuite a questa pianta officinale sono quella emolliente, antiflogistica (di contrasto alle infiammazioni), diuretica e diaforetica (stimola la sudorazione). Gli effetti terapeutici erano già conosciuti all’epoca del Rinascimento, quando veniva consigliata per lenire le infiammazione oculari e curare genericamente i problemi di cuore.
Il suo utilizzo viene consigliato nel trattamento di diverse patologie di natura infiammatoria dell’apparato respiratorio e digestivo, come ad esempio:
Per beneficiare dei suoi effetti, può essere consumata cotta oppure si può assumere l’olio di borragine.
Le principali controindicazioni al suo utilizzo sono l’allattamento al seno, la gravidanza e le principali patologie del fegato.
La droga può interagire con i farmaci anestetici; in caso di soggetti che devono essere sottoposti a un intervento di tipo chirurgico, l’eventuale utilizzo di rimedi fitoterapici a base di questa pianta deve sospeso almeno quindici giorni prima.
La borragine è cancerogena?
La borragine è stata più volte al centro di discussioni per la sua presunta cancerogenicità: infatti, i composti alcaloidi pirrolizidinici presenti nella pianta, se assunti in notevoli quantità, possono causare lesioni al fegato (epatotossicità), e secondo alcune fonti, anche tumori. I principali alcaloidi presenti nella borragine sono: amabilina, durrina, licosamina, supinidina e tesinina. Sono contenuti in tutta la parte della pianta, ad eccezione dei semi. Per questo motivo, l’olio di borragine non è legato a nessun effetto epatotossico o cancerogeno.
Tuttavia, al pari di molte altre sostanze tossiche vegetali, per arrivare a una dose dannosa, occorrerebbe consumare quantità non irrilevanti di borragine; risulta molto difficile però misurare la concentrazione degli alcaloidi nella pianta (sia in quella coltivata sia in quella allo stato spontaneo che si può trovare lungo i margini delle strade di campagna e nei campi incolti). Per questo motivo, a titolo precauzionale, si consiglia di evitare di consumare la borragine allo stato crudo. Se cotta o lessata, gli alcaloidi perdono il loro effetto tossico.