Il biricoccolo è una pianta ottenuta dall’ibridazione di due specie diverse, il mirabolano (Prunus cerasifera) e l’albicocco (Prunus armeniaca), due delle principali specie usate per i frutti commestibili del genere Prunus. L’ibridazione naturale ha dato origine a una pianta classificata come un frutto antico, la cui coltivazione ormai non viene più fatta a livello professionale (se non in alcune zone dell’Emilia o della Campania). In Francia è coltivato fin dal 1800 ed è chiamato Albicocco del Papa o Albicocco Nero, per la colorazione rosso-porpora che assumono i frutti in tarda maturazione.
Trai frutti antichi, è quello meno conosciuto. Metterlo a dimora in giardino o nell’orto è una scelta originale, per ottenere i frutti adatti a un consumo familiare. Il biricoccolo è conosciuto anche con il nome di susincocco.
Biricoccolo: la pianta
Il biricoccolo ha un portamento piramidale e può raggiungere i 5 m di altezza. Pianta decidua, porta foglie dentellate simili a quelle del ciliegio, verde brillante che virano al rossiccio-giallo in autunno prima di cadere. La corteccia è scura, simile a quella del mirabolano.
Il fiore è bianco e compare prima le foglie, nel mese di marzo-aprile. I fiori sono a cinque petali, raggruppati a mazzetti.
Il frutto del biricoccolo
Il frutto del biricoccolo è una bacca dal gusto simile alle susine ma leggermente acidulo. Raggiunge una dimensione a metà tra una ciliegia e un’albicocca e a maturazione (giugno-luglio) è di color rosso acceso o rosso scuro. Il frutto ha la buccia leggermente vellutata. Per avere una buona fruttificazione, i fiori del biricoccolo necessitano di impollinazione incrociata (la pianta è autosterile) ed è necessaria la presenza nei dintorni di un albicocco o di un mirabolano.
Indice

Il frutto del biricoccolo a piena maturazione
Il biricoccolo in giardino
Spesso il biricoccolo viene piantato in giardino o nell’orto per il piacere di avere una pianta originale e gustare la piccola produzione dei frutti che difficilmente si riescono ad acquistare. Pochi sanno che la pianta è molto resistente alle malattie (molto più dell’albicocco o del susino) e quindi la sua messa a dimora assicura di non dover effettuare una serie di interventi antiparassitari nel giardino o nell’orto di casa.
Esposizione – L’esposizione richiesta è quella in pieno sole; a differenza di altri frutti minori, è completamente rustico e resiste anche a temperature molto al di sotto dello zero (fino a -15 gradi centigradi) e tollera le estati calde.
Terreno – Il biricoccolo è poco esigente e si adatta a terreni di tutti i tipi, dall’argilloso al calcareo.
Moltiplicazione e impianto – Il seme del biricoccolo ovviamente è sterile essendo un ibrido. Volendo mettere a dimora un biricoccolo in genere si acquista l’alberello già formato di due-tre anni di vita, nei vivai specializzati in frutti antichi (ma occasionalmente anche in quelli generici). La pianta acquistata è il risultato di un innesto tra il biricoccolo e un porta-innesto, in genere il mirabolano.
Annaffiatura – Il biricoccolo non richiede irrigazioni frequenti; solo le piante giovani beneficiano di irrigazioni regolari nei primi anni dall’impianto.
Concimazione – La concimazione periodica non è necessaria; è sufficiente una concimazione organica alla base della pianta a fine novembre o a primavera.
Potatura – La pianta necessita di potatura annuale accorciando i rami troppo lunghi ed eliminando quelli incrociati o diretti verso l’interno. L’operazione è identica a quella della potatura dell’albicocco. Essendo in genere innestato su mirabolano, una pianta vigorosa, la potatura è necessaria per contenerne lo sviluppo.
Malattie – La pianta di biricoccolo è molto resistente; può essere attaccata occasionalmente da afidi.
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, abelia ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.
Il biricoccolo in cucina
Del biricoccolo si consumano i frutti, rigorosamente freschi a non più di due giorni dopo la raccolta. Si possono anche fare marmellate, anche se l’operazione non è facile perché la quantità di frutti da raccogliere non è indifferente anche per una piccola resa.