Il banano è una pianta del genere Musa, di cui esistono diverse specie, alcune adatte alla coltivazione per la produzione di frutti edibili, altre scelte per il loro carattere ornamentale. Infatti, spesso, il banano non viene coltivato per produrre frutti, ma solo per il suo valore ornamentale, con foglie grandi e persistenti (è una pianta sempreverde), fioriture appariscenti e l’aria “esotica” che conferisce all’ambiente.
Classificazione – Genere: Musa; famiglia: Musacee. Le piante di banano del genere Musa non vanno confuse con le specie del genere Ensete: queste ultime appartengono alla stessa famiglia (Musacee) ma sono chiamate più propriamente falsi banani, i loro frutti sono sgradevoli e sono prive di rizomi sotterranei.
Origine – Sud-Est Asiatico (Malesia, Indonesia e Filippine); oggi coltivato anche in India, Cina, Africa intertropicale (Angola, Tanzania ecc.) e America Centro-meridionale (Brasile, Ecuador, Guatemala e Colombia).
Usi – Alimentare e ornamentale (a seconda delle specie). In giardino può essere considerato un’alternativa alle classiche palme.
Etimologia – Dal portoghese banana, ripreso dal termine usato in Guinea.
Indice

Un bananeto: al mondo, il più grande produttore di banane è l’India, con più di 29 milioni di tonnellate all’anno, seguito dalla Cina
Banano: le specie
Il genere Musa comprende una settantina di specie; tutte le attuali cultivar di banane senza semi derivano da due specie selvatiche Musa acuminata e Musa balbisiana.
La cultivar M. acuminata ‘Dwarf Cavendish’ è quella più adatta alla produzione di frutti; la pianta in condizioni ottimali può raggiungere i tre metri di altezza, ma, se coltivata alle nostre latitudini, in genere ha uno sviluppo più contenuto.
Un’altra specie piuttosto conosciuta è la Musa basjoo, detta anche Musa japonica perché originaria del solo Giappone. A differenza della prima specie, i frutti sono di color verdastro e hanno un sapore sgradevole. Pertanto, può essere solo una scelta di tipo ornamentale. Si tratta della specie di banano più resistente al freddo e in alcune zone d’Italia può rimanere all’esterno tutto l’anno.
La specie Musa coccinea produce invece frutti color giallo-arancione e per il suo sviluppo più contenuto è la scelta ottimale per la coltivazione in vaso. Molto ornamentali sono anche i fiori gialli racchiusi in brattee rosse (infatti la pianta è anche detta banano a fiore rosso), adatti anche per fare mazzi di fiori recisi.
La specie Musa velutina è invece detta banano rosa per il colore dei suoi fiori e frutti ed è esclusivamente ornamentale, spesso la scelta più utilizzata tra i banani come pianta da appartamento.
Il banano in giardino
Il banano in realtà non è un albero, ma una pianta erbacea in cui le foglie dipartono da un fusto che non lignifica. Il banano si diffonde nel terreno mediante rizomi sotterranei. Coltivare un banano in giardino o nell’orto non è semplice perché si tratta di una pianta tropicale. Ha quindi bisogno di climi caldi e nelle aree soggette a gelate deve essere necessariamente coltivato in serra o tenuto in casa, in vaso. Ci riferiamo alla cultivar più nota, M. acuminata ‘Dwarf Cavendish’ (banano nano).
Vita – Erbacea perenne.
Dimensioni – Altezza massima 3 m; larghezza 2 m.
Tempo altezza massima – 10-20 anni.
Esposizione – L’esposizione richiesta è quella in pieno sole e solo nelle zone più calde tropicali può essere messo a mezz’ombra. Se tenuto in casa, è meglio evitare i raggi diretti del sole, ma la posizione in cui si pone il vaso dev’essere molto luminosa. All’esterno, la pianta di banano dev’essere tenuta al riparo dai venti forti perché le foglie sono molto delicate e si rompono facilmente.
Temperatura – Si tenga presente che per fruttificare il banano ha bisogno di temperature minime tutto l’anno intorno ai 15 gradi centigradi, con minime superiori ai 7 gradi per sopravvivere.
Terreno – Il terreno dev’essere profondo, ben drenato e fertile, assai ricco di sostanza organica.
Moltiplicazione e impianto – Il banano può essere moltiplicato per seme, anche se non è un’operazione molto semplice. I semi vanno tenuti in acqua 24 ore prima della semina, e piantati non appena sono maturi, garantendo una temperatura minima di 21-24 gradi centigradi; in genere si preferisce acquistare la pianta già formata. In alternativa, si possono piantare i polloni prelevati in primavera, o dividere i rizomi e trapiantarli, operazione che va fatta solo per le piante mature, ogni cinque anni circa. Se tenuto in vaso, si consiglia di effettuare il rinvaso annualmente.
Annaffiatura – Le annaffiature non devono essere frequenti. In inverno possono essere ulteriormente diradate. Le irrigazioni devono mantenere il terreno umido senza però esagerare così da evitare i ristagni idrici.
Concimazione – La concimazione periodica è necessaria e può essere fatta con concime liquido ogni mese, distribuito con l’acqua dell’irrigazione ai piedi della pianta.
Potatura – La pianta non necessita di potature. Quando le ombrelle dei fiori sono diventate di color bruno-marrone, i semi sono pronti per essere raccolti, tagliando i fusti alla base e raccogliendole in mazzi da far essiccare.
Malattie – La pianta di banano può essere attaccata da afidi, cocciniglia e ragnetto rosso, soprattutto se tenuta in casa o in serra.
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, abelia ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.

Particolare di Musa velutina, anche detto banano rosa
Banano: coltivazione in vaso
Il banano può trovare spazio anche nella coltivazione in vaso, a patto di scegliere la specie e cultivar nana, ovvero la Musa acuminata ‘Dwarf Cavendish’. Nella coltivazione in vaso è importante assicurare alla pianta una posizione molto luminosa; se il vaso è portato all’esterno in estate, è importante metterlo al riparo dai raggi diretti del sole e dal vento. Le annaffiature dovranno essere regolari e abbondanti, in grado di tenere umido il substrato evitando però il ristagno idrico, e diradandole in inverno. Per quanto riguarda il terriccio, va bene quello classico per piante verdi. Se tenuto in posizione molto luminosa e con alta umidità nel microclima attorno alla pianta, il banano tenuto in vaso anche all’interno è in grado di fruttificare.
La banana in cucina
La banana è il frutto del banano. Ha forma oblunga, ha la porzione esterna (pericarpo) costituita da una buccia che originariamente è di colore verde, poi nel frutto maturo diventa gialla. La porzione interna è la polpa commestibile (rappresenta circa l’80% del frutto, il restante 20% è costituito dalla buccia), carnosa, di colore biancastro e di gusto dolce e aromatico.
Può essere consumata cruda o cotta, contiene molto zucchero, è nutriente, ricca soprattutto di potassio (vedasi paragrafo Un frutto ricco di potassio?), di vitamina C e viene usata in pasticceria per la preparazione e la guarnizione di torte. Le prime banane furono consumate nella penisola malese e nel 500 a.C. arrivarono in India dove un paio di secoli dopo le assaggiò anche Alessandro Magno. Raggiunsero poi l’Africa, le Canarie e l’America (1516, a opera del frate spagnolo Tomas de Berlanga).
Tipica dei Paesi tropicali, si trova facilmente tutto l’anno, proveniente soprattutto dall’America Centrale. Alcuni Paesi (come l’Islanda) coltivano le banane in serra.
Già dopo un anno dall’interramento dei rizomi si possono raccogliere i frutti; in genere i caschi (che possono contare fino a 200 frutti) vengono raccolti in caschi più piccoli e le banane, ancora verdi, vengono trasportate con navi frigorifere dove la temperatura viene mantenuta sui dodici gradi.
Le banane vengono poi fatte maturare innalzando gradatamente la temperatura e trattandole con etilene: aumenta la colorazione gialla, diminuiscono i tannini e l’amido si trasforma in zuccheri.
Quasi tutte le banane utilizzate a fini alimentari provengono da due specie: Musa acuminata e Musa balbisiana. I vecchi nomi Musa sapientium e Musa paradisiaca non sono più utilizzati.
Sul mercato sono disponibili banane dalla buccia verde (poco mature), giallo intenso (banane mature) e altre gialle con diverse macchie marroni (banane molto mature); sono tutte e tre commestibili, ma quelle con la buccia verde andrebbero fatte maturare ancora un po’.
La banana viene utilizzata in ambito culinario per preparare budini, dessert di vario tipo (molto famosi sono il banana bread, la banana split, la banana flambé), gelati e sorbetti, macedonie e mousse, tutte preparazioni che devono essere consumate velocemente perché la polpa di questo frutto è soggetta a un annerimento decisamente poco bello a vedersi. Il suo utilizzo principale comunque è quello del consumo come frutto fresco.
Per quanto concerne la loro conservazione, le banane dalla buccia verde devono essere fatte maturare fuori dal frigorifero; quelle mature e quelle molto mature dovrebbero invece essere conservate in frigorifero; indicativamente, una banana verde-gialla ha una durata fuori dal frigorifero di circa una settimana; una matura può essere conservata in frigo per una decina di giorni, mentre quelle molto mature vanno consumante nel giro di due o tre giorni al massimo.
Banana: quando mangiarla
Data la sua facile portabilità, la banana è seconda solo alla mela per gli spuntini. Poiché questi frutti hanno dimensioni pressoché standard (200 g circa), una banana apporta meno di 200 kcal. Essendo ricca di fibre, a differenza di altra frutta, ha anche un notevole potere saziante ed è pertanto adatta da utilizzare nelle diete ipocaloriche, ma solo come spuntino.
Un consiglio: la banana è un alimento molto povero di cellulosa e, conseguentemente, un suo consumo eccessivo può essere causa di stitichezza.
La banana fa ingrassare?
Poiché è comunque un frutto calorico (tre volte le nespole e 2,5 volte le fragole), nell’ambito di una dieta ipocalorica, la banana è meno indicata come frutta di fine pasto o per i dolci (crostate). Peraltro, è stata anche proposta una dieta della banana, che come tutte le diete che si basano su un solo alimento però, non va presa come modello affidabile e a lungo termine.
Un frutto ricco di potassio?
È comune sentir affermare: “La banana è un frutto ricco di potassio”; questa affermazione è vera in termini di valore assoluto, ma è parzialmente fuorviante perché si ferma a tale valore e non si considera anche il suo valore biologico (per analogia, se ci riferisce al valore economico, un fiume che contiene 1 mg d’oro per ogni dieci litri di acqua setacciata è ricchissimo d’oro, mentre con 10 mg di ferro non ci si fa nulla).
Anche se le banana contiene 358 mg di potassio e 27 mg di magnesio per 100 g, se ci si rapporta ai fabbisogni giornalieri dei due micronutrienti, si scopre che ci vuole un kg di banane sia per coprire il fabbisogno di potassio (3,5 g) sia quello di magnesio (360 mg).
Per l’alimentazione umana, quindi, la banana è cioè equivalente sia nei confronti del potassio sia del magnesio. In Italia si consumano circa 10,5 kg di banana a persona all’anno.
Banana: calorie e valori nutrizionali
Dal database del Ministero americano dell’agricoltura
Banana
Nutrienti | Unità | Valore per 100 g |
---|---|---|
Principali | ||
Acqua | g | 74.91 |
Calorie | kcal | 89 |
Proteine | g | 1.09 |
Lipidi | g | 0.33 |
Carboidrati (per differenza) | g | 22.84 |
Fibre | g | 2.6 |