L’albicocco (Prunus armeniaca) è un albero da frutto appartenente alla famiglia delle Rosacee, la stessa alla quale appartengono piante fruttifere molto note come, per esempio, il ciliegio, il cotogno, il mandorlo, il melo, il nespolo, il pero, il pesco, il susino ecc.
L’albicocco ha varie origini: cinese, centroasiatica e irano-caucasica. L’epiteto “armeniaca” attribuito alla pianta da Linneo (il grande scienziato considerato come il padre della moderna classificazione scientifica dei vari organismi viventi) deriva dal fatto che egli riteneva che la pianta fosse originaria dell’Armenia. La pianta è stata diffusa nel continente europeo moltissimi secoli fa dagli arabi.
Si tratta di una pianta dalle dimensioni medie che può raggiungere un’altezza di circa 7 metri, anche se in rari casi può arrivare a sfiorare i 9 metri. Raramente però le piante che vengono coltivate superano i tre metri così da rendere più agevoli le operazioni di raccolta dei frutti detti albicocche.
Ha foglie verdi a forma di cuore e con i margini seghettati; i fiori sono di un bel colore bianco-roseo. Il frutto, l’albicocca, è una drupa carnosa di forma ovoidale e con seme osseo. Il colore della buccia cambia a seconda delle varietà; si va dal giallo chiaro all’arancio intenso.
Indice

Albero di albicocco in fiore
Cultivar di albicocco
Fra le più note e apprezzate cultivar di albicocco troviamo:
- Antonio Errani: di precoce maturazione, è una delle cultivar più apprezzate per la costante produttività e il frutto di grosse dimensioni.
- Aurora: molto precoce, il frutto ha una polpa color arancio intenso, di media consistenza.
- Bella d’Imola: molto conosciuta, ha un frutto grosso con una sfumatura rossa. La polpa è arancione e con un buon aroma.
- Cafona: cultivar apprezzata per la produttività elevata e costante, ha un frutto di dimensioni medio-piccole.
- Reale d’Imola: cultivar con produttività elevata ma incostante. Il frutto è medio, giallo intenso, con sapore leggermente acidulo.
- Goldrich (Sungiant): cultivar di produttività media, molto adatto alla coltivazione nelle zone settentrionali, sia in pianura sia in collina. Il frutto è molto grande, con colore arancio intenso.
- Palummella: matura a fine giugno, ha un frutto di dimensioni medie molto adatta per la preparazione di frutta sciroppata.
- Pellecchiella: è una cultivar molto vigorosa con frutto grande color giallo chiaro.
- Portici: molto apprezzata per la sua produttività costante ed elevata, ha un frutto color arancio chiaro.
- San Castrese: cultivar molto vigorosa, ha un frutto medio-grande con un sapore leggermente acidulo.
- Tyrinthos: tra le cultivar più precoci, molto adatta alla coltivazione in collina.
- Vitillo: ha un frutto grande, giallo arancio con sfumatura rossa nella parte esposta, dotato di un intenso aroma.
Accanto a queste più note, vale la pena ricordare anche le cultivar:
- Boccuccia liscia
- Boccuccia spinosa
- Boreale
- Dulcinea
- Fracasso
- Giulia
- Ivonne Liverani
- Laycot
- Leccona
- Monaco Bello
- Ninfa
- Orange Red
- Perla
- Pisana
- Tonda di Costigliole
- Valdesi 2
- Veecot
Albicocco – Coltivazione
L’albicocco è una pianta molto versatile che sa adattarsi, a seconda delle numerose varietà e delle diverse tipologie di portainnesti, alle più svariate condizioni pedoclimatiche. Può essere coltivato in pianura come in altitudine (nelle zone caratterizzate da climi temperati, la pianta può essere coltivata anche a 2.000 metri di altezza e più). Esistono alcune varietà che, durante il riposo vegetativo, possono sopportare, senza subire danni di particolare intensità, temperature estremamente basse (-35 °C). Sono invece più temibili le gelate tardive che si dovessero verificare durante la fase di fioritura o dopo l’allegagione (la trasformazione da fiore a frutto).
Per quanto concerne l’esposizione, è preferibile posizionare la pianta in una zona parzialmente ventilata e priva di umidità; ciò serve alla prevenzione di malattie fungine, avversità alle quali l’albicocco è purtroppo molto soggetto. Non c’è bisogno di dire che anche questa Rosacea, come la maggior parte delle piante, da frutto e no, teme molto i ristagni idrici.

La raccolta delle albicocche si effettua a partire dai primi giorni di maggio fino a tutta la prima metà del mese di luglio.
Un breve cenno va alla varietà della pianta da coltivare; sfortunatamente sono poche le varietà di albicocco che hanno dimostrato di sapersi adattare a tutti i tipi di ambiente; coloro che abitano nelle zone settentrionali dovrebbero scegliere fra le cultivar Paviot, Reale d’Imola, Tonda di Castiglione, Val Venosta o Valleggia; chi abita al centro può orientarsi su Amabile Vecchioni, Bulida, Pisana, Precoce di Toscana e Romana; infine, coloro che abitano nelle regioni meridionali possono scegliere fra Baracca, Boccuccia, Leccona, Pellecchiella e San Giorgio.
In sostanza, ci si può basare sulle cultivar locali, quelle cioè che in zona hanno dimostrato di crescere senza alcun problema; bisogna infatti tenere conto che le cultivar originarie di zone dal clima caldo sono poco adatte a luoghi di coltivazione in cui gli inverni sono lunghi e particolarmente freddi; al contrario, le cultivar provenienti da zone più fredde non sono indicate per luoghi dal clima secco e siccitoso, così come le varietà che crescono bene nelle zone litoranee sono in difficoltà nelle zone montane; ovviamente vale anche il viceversa. Appare ovvio a tutti che una consolidata cultivar locale darà meno problemi sia nella coltivazione che nel mantenimento.
Premesso che la riproduzione dell’albicocco per seme non è una scelta consigliabile, per la piantagione è possibile effettuare il trapianto di esemplari di qualsiasi età, ma il consiglio è quello di mettere a dimora piantine che abbiamo almeno due anni; è opportuno coltivarle per circa un paio di anni in vaso dopodiché si potranno metterle nella nuda terra.
Per la messa a dimora, che può essere effettuata da ottobre ad aprile, si scavi una buca profonda circa 60 cm e larga 80 cm; in fondo alla buca si è consigliabile mettere 100-150 g di cornunghia (un fertilizzante di origine animale); si riempie poi la buca fino a metà con terra mescolata a terriccio da piantagione ed eventualmente un po’ di letame. A questo punto si può inserire la pianta e riempire la buca con la terra scavata in precedenza. Alla fine si irrighi la zona con circa 20 litri di acqua. Può essere d’aiuto mettere un tutore alla pianta per indirizzarne lo sviluppo.
Per quanto concerne gli interventi di irrigazione, si tenga conto che l’albicocco non è una pianta particolarmente esigente; tenendo in debito conto le eventuali precipitazioni, l’irrigazione deve essere caratterizzata da una certa regolarità; si eviti di abbondare con le quantità di acqua quando siamo vicini al periodo di raccolta. I sistemi di irrigazione più adatti alle piante di albicocco sono l’irrigazione a goccia o a spruzzo.
Relativamente alla potatura, una volta che la pianta si sarà formata, si potrà effettuare la potatura di produzione, si rimuoveranno cioè i rami dall’andamento poco regolare, quelli secchi e quelli danneggiati o spezzati. Si consideri comunque di non essere mai aggressivi perché gli interventi di potatura possono risultare stressanti per questa pianta. Per approfondire, Potatura dell’albicocco.
La raccolta delle albicocche si effettua a partire dai primi giorni di maggio fino a tutta la prima metà del mese di luglio.
Un ultimo cenno va alle avversità; quelle che maggiormente interessano l’albicocco sono gli afidi, le cocciniglie, la tignola, il corineo e la moniliosi.

In estate la potatura dell’albicocco prevede anche il diradamento dei frutti, per evitare che si danneggino fra loro se troppo vicini
Il frutto: albicocca
Il frutto prodotto dall’albicocco, l’albicocca, è una drupa, con seme osseo e forma ovoidale. Il colore della buccia cambia a seconda delle varietà: si va dal giallo chiaro all’arancio intenso. La raccolta inizia i primi di maggio e termina verso la metà del mese di luglio. È un frutto altamente digeribile, appetibile, ipocalorico e con un indice di sazietà notevole. Le albicocche possono essere consumate al naturale oppure venire essiccate o sciroppate.
Sembra sia stato Alessandro Magno il primo a portare l’albicocca in Occidente. Fu introdotta in Grecia e in Italia dai romani, ma furono gli arabi a consolidarne la diffusione nella zona del Mediterraneo.
Albicocche disidratate e albicocche sciroppate – Le albicocche disidratate possono essere trattate o no. Nel primo caso, il conservante usato è l’anidride solforosa, un gas incolore con effetto sbiancante identificato con la sigla E220 (la dose giornaliera ammissibile di questo additivo è di circa 0,7 mg per kg di peso corporeo); in genere non ha effetti collaterali, ma in soggetti sofferenti di asma può dare problemi respiratori. Se assunto in dose eccessiva, si possono avere disturbi a livello gastrointestinale. Le albicocche sciroppate sono molto caloriche (a causa dell’aggiunta di zucchero): circa 63 kcal/100 g; il loro consumo deve essere quindi oggetto di attenta valutazione.
Semi di albicocca – Il frutto dell’albicocca contiene un nocciolo che ha lo scopo di racchiudere e proteggere i semi. L’ingestione dei semi di albicocca è pericolosa perché contengono una sostanza chiamata amigdalina che, a contatto con alcuni enzimi digestivi, si trasforma in cianuro, un potente veleno. Secondo l’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) bastano pochi semi per superare la dose massima consentita: sono sufficienti tre semi di piccole dimensioni o mezzo seme di grandi dimensioni per un adulto. Per i bambini, la dose pericolosa è notevolmente più bassa: è sufficiente un seme di piccole dimensioni. Queste indicazioni si basano sulla massima dose di esposizione acuta al cianuro, che è fissata in 20 microgrammi per kg di peso corporeo e sul contenuto medio di amigdalina presente nei semi di albicocca. La pericolosità dei semi di albicocca vale anche per gli animali domestici: per esempio, è importante evitare che proprio cane addenti il nocciolo di un’albicocca e ingerisca accidentalmente o per gioco il seme all’interno.
Conservazione – Le albicocche che non hanno raggiunto una completa maturazione andrebbero conservate a temperatura ambiente. Una volta giunte a maturazione possono essere conservate in frigorifero (al massimo per 6-7 giorni) in sacchetti o contenitori di plastica.

L’Italia è fra i tre maggiori produttori di albicocche in Europa, ma la produzione risulta molto influenzata dal clima, in particolare dalle temperature troppo miti in inverno e dalle gelate improvvise in primavera
Proprietà – L’albicocca è il frutto che contiene le dosi più elevate di potassio e carotene; il carotene è una sostanza molto importante, utilizzata dall’organismo per la produzione di vitamina A. Inoltre l’albicocca è ricca di vitamina A, B, C e PP e di diversi oligoelementi (come magnesio, fosforo, ferro ecc.). Ha anche proprietà lassative, favorite dalla presenza del sorbitolo (uno zucchero).
Ricette – In cucina, le albicocche sono utilizzate principalmente per la preparazione di dolci, come nelle seguenti ricette:
Oltre ai dolci, questi frutti trovano impiego nella preparazione della marmellata all’albicocca (o per meglio dire confettura), di gelati e frutta candita.
Calorie e valori nutrizionali
Dal database del Ministero americano dell’agricoltura
Scarto: 7% (nocciolo)
Nutrienti | Unità | Valore per 100 g | Numero di campioni | Errore std. |
---|---|---|---|---|
Principali | ||||
Acqua | g | 86.35 | 26 | |
Calorie | kcal | 48 | 0 | |
Calorie | kJ | 201 | 0 | |
Proteine | g | 1.40 | 22 | 0.336 |
Lipidi | g | 0.39 | 5 | 0.17 |
Ceneri | g | 0.75 | 32 | 0.054 |
Carboidrati (per differenza) | g | 11.12 | 0 | |
Fibre | g | 2.0 | 5 | 0.408 |
Albicocca in inglese e altre lingue – Ecco di seguito la traduzione di albicocca in inglese e in altre lingue:
- Inglese – Apricot
- Spagnolo – Albaricoque
- Francese – Abricot
- Tedesco – Aprikose