L’acmella (Acmella oleracea) è una pianta della famiglia delle Asteracee (o Composite), originaria del Sud America, ma cresce spontanea in tutte le zone umide dell’Africa tropicale, in India, Malesia, Australia e Sri Lanka. La pianta presenta diverse denominazioni fra cui crescione del Brasile e jambù.
È una pianta di piccole dimensioni, eretta, perenne nei luoghi a clima mite o comunque se adeguatamente protetta dal freddo; in condizioni idonee cresce molto rapidamente, producendo grandi quantità di infiorescenze che la rendono molto decorativa.
Si presenta con fusto cilindrico, di colore verde scuro, ricco di foglie anch’esse di colore verde scuro o verde tendente al porpora, commestibili e di gusto dolce ma tendente al salato e infine leggermente piccante. Le particolari infiorescenze crescono alla sommità degli steli e hanno forma conica, di colore inizialmente rosso che si tramuta poi in giallo con un cerchio rosso centrale.
Acmella: coltivazione
L’acmella predilige il caldo umido e terreni ricchi di hummus e sufficientemente drenati, cresce bene esposta al sole o al massimo con esposizione a mezz’ombra. Teme il freddo e la temperatura ideale per una buona crescita è di circa 18°; in piena terra non necessita di frequenti annaffiature, mentre in vaso va irrigata con regolarità. Si semina in vaso, ben protetto dal freddo, nel mese di marzo, mentre in piena terra la semina può avvenire intorno a fine aprile-inizio maggio, periodo in cui non vi è più pericolo di gelate notturne. Il trapianto delle nuove piantine può avvenire quando queste avranno almeno 4-5 foglie.

L’acmella è utilizzate nelle creme per il viso
L’acmelia resiste bene alle malattie ma teme
- l’oidio (o mal bianco), che può attaccare la pianta in caso di eccessiva umidità
- le lumache e i bruchi, che ne sono ghiotte, e possono costituire un serio pericolo.
Acmella: proprietà
L’acmella veniva utilizzata dai Chachaponas, tribù precolombiana delle foreste andine, come efficace rimedio per il mal di denti.
L’acmella è infatti un ottimo analgesico, ma le sono riconosciute numerose altre proprietà curative per vari disturbi, tra cui:
- afte, gengiviti, carie, mal di denti, mal di gola
- piccole ferite, brufoli e bolle, per l’effetto battericida e antisettico
- candidosi, herpes e disturbi alle vie urinarie
- tosse, raffreddore, febbre
- gastriti, diarrea o stipsi, mal di stomaco
- mal di testa, dolori articolari o muscolari
Le sono riconosciute inoltre proprietà antiage per la pelle, dato che l’estratto di acmella pare abbia avere effetti sul rallentamento delle micro-contrazioni involontarie del viso che causano l’insorgenza delle rughe; stimola inoltre la produzione di collagene, che contribuisce a rendere più elastica e tonica la pelle del viso (non è infrequente trovare in Rete riferimenti al botox, il trattamento usato per la riduzione delle rughe).
Acmella in cucina
L’acmella, anche se non molto utilizzata, trova uso anche in alcune ricette, visto che fiori e foglie sono commestibili. I fiori hanno un gusto che pizzica leggermente il palato, dando una sensazione di freschezza e lieve “anestesia”; possono essere utilizzati per aromatizzare carpacci e antipasti in genere. Le foglie, invece, trovano impiego per lo più in insalate oppure cucinate insieme ad altre verdure, per preparazioni piuttosto insolite o, infine, come spezia piccante per insaporire in modo originale secondi a base di carne.
Nota
In Rete si trova anche una differente denominazione latina (Spilanthes oleracea). Trattasi di un sinonimo. Nella nomenclatura botanica, un sinonimo è un nome scientifico che si applica a un taxon che (ora) ha un nome scientifico diverso. Per esempio, Linneo fu il primo a dare un nome scientifico (secondo il sistema di nomenclatura scientifica attualmente utilizzato) all’abete rosso, che chiamò Pinus abies. Questo nome non è più in uso: ora è sinonimo dell’attuale nome scientifico, Picea abies.