L’acetosella (Oxalis acetosella) è una pianta erbacea di piccole dimensioni che rappresenta la varietà più diffusa del genere Oxalis, appartenente alla famiglia delle Verbenacee, che comprende molti tipi di piante, convenzionalmente divise in due grandi gruppi in relazione al numero di foglioline in cui è suddivisa ciascuna foglia: può essere pari o superiore a tre, caratteristica che la rende molto simile al trifoglio dei prati.
L’Oxalis acetosella, comunemente conosciuta come “acetosella dei boschi”, è così denominata per il vago sapore di aceto delle foglie, utilizzate sin dai tempi più antichi per condire le insalate. La pianta, originaria del Sudamerica e dei Paesi mediterranei, cresce spontanea in almeno sette tipi su tutto il territorio italiano, nelle posizioni più umide e ombreggiate delle zone boscose. È una pianta erbacea rizomatosa, perenne o annuale, ricoperta da una leggera peluria, che presenta rami piccoli e sottili e fiori con una corolla composta da cinque petali, di colore bianco, rosso, rosa o giallo.
Coltivazione
L’acetosella può essere coltivata per abbellire aiuole o giardini, ricorrendo a divisione di piante esistenti o a partire dai semi. Non presenta particolari difficoltà di crescita e riproduzione, tanto che talvolta viene considerata una vera e propria pianta infestante; si sviluppa bene in posizione soleggiata, anche se nei mesi più caldi sarebbe meglio assicurarle un po’ d’ombra. Richiede annaffiature regolari da marzo a settembre, mentre nel periodo freddo non è necessario annaffiare dato che, durante i mesi invernali, la parte esterna secca quasi completamente e i rizomi interrati vanno a riposo fino alla primavera.
Acetosella – Proprietà
L’acetosella è conosciuta per alcune proprietà fitoterapiche, tra le quali spiccano:
- proprietà antinfiammatorie, decongestionanti e astringenti, che ne rendono utile l’uso esterno in caso di alterazioni della cute (arrossamenti, eruzioni cutanee, infiammazioni);
- proprietà depurative e diuretiche, utili per alleviare i disturbi digestivi.
Contiene però acido ossalico che, oltre a essere tossico se ingerito in grandi quantità, impedisce la digestione e l’assimilazione di alcuni nutrienti come i sali minerali; controindicata quindi l’assunzione se non in minime quantità, dato che la presenza di questo acido può incidere negativamente anche su disturbi renali, epatici e gastrici. Proprio per la presenza dell’acido ossalico l’acetosella veniva un tempo impiegata come sbiancante e smacchiante per tessuti, oltre a essere utilizzata per mantenere lucidi gli oggetti in rame.

Le foglie dell’acetosella si sollevano quando è in arrivo un temporale
Acetosella in cucina
Per il gusto leggermente acidulo delle foglie l’acetosella, sin dai tempi più antichi, veniva utilizzata spesso al posto del limone, come pure nelle insalate o per arricchire zuppe e minestre.
L’acetosella può essere usata anche per preparare una deliziosa bevanda molto simile alla limonata e ugualmente dissetante, aggiungendo le foglie fresche in acqua portata a bollore, nella quale si lasceranno per circa 5 minuti; una volta raffreddato, l’infuso si può dolcificare a piacere con poco miele o zucchero.
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, acetosella ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.