ll trifoglio è una pianta erbacea della famiglia delle Fabacee (Leguminose), diffusa nelle regioni temperate dell’emisfero boreale e in quelle montuose dei tropici, e deve il suo nome alla caratteristica forma della foglia, divisa in 3 foglioline (ma esistono varietà con 4, 5 o 7 foglie). Non sopporta le basse temperature e predilige i terreni argillosi, ha una crescita molto rapida e tende a tappezzare i terreni in modo uniforme. Durante la fioritura, si colora di sfumature vivaci che, a seconda della varietà, vanno dal rosso porpora al bianco passando per il rosa e il viola intenso.
Nell’immaginario comune, il trifoglio è un simbolo irlandese e, se ha quattro foglie, è considerato un portafortuna (quadrifoglio).
Nel giardino si coltiva nei prati di fiori spontanei o come bordura bassa. Alcune specie sono infestanti. Ne esistono circa 300 specie, per lo più annuali, alcune perenni. Le due specie più comuni sono il trifoglio rosso (Trifolium pratense) e il trifoglio bianco (Trifolium repens), ma è interessante anche il Trifolium incarnatum (pianta biennale utilizzato come foraggio visto la sua alta percentuale di proteine e grassi), con le sue infiorescenze di color rosso vivo, e il Trifolium campestre, utilizzato in fitoterapia per le sue proprietà diuretiche, dai bei fiori di un giallo acceso. Tutte queste specie sono ben presenti anche allo stato spontaneo in tutta la penisola.
Indice
- Il trifoglio rosso
- Il trifoglio bianco
- Il trifoglio alessandrino
- Il trifoglio nano
- Usi e proprietà
- Il trifoglio rosso in fitoterapia
- Trifoglio bianco e altre specie in fitoterapia

Il Trifolium pratense (trifoglio rosso) è una pianta erbacea perenne, anche se poco longeva, in quanto raramente supera i due anni di vita
Il trifoglio rosso
Il trifoglio rosso (Trifolium pratense) è conosciuto anche come trifoglio violetto; è una pianta erbacea perenne, anche se poco longeva, in quanto raramente supera i due anni di vita. I fusti sono eretti o strisciante di altezza compresa tra i 10 e i 60 cm. I fiori sono raccolti in capolini e possono essere di colore rosso o rosa. Il frutto è un legume che contiene un solo seme. La sottospecie Trifolium pratense subsp. nivale ha fiori di color latte screziati di rosa sulle punte.
Questa specie di trifoglio è diffusa in tutta Italia fino a circa 1800 metri sul livello del mare; è un’importante pianta usata come foraggio e come pianta mellifera, in grado di attirare insetti impollinatori come api e bombi. A scopo ornamentale, è mischiato nella semina del prato.
Il trifoglio bianco
Il trifoglio bianco (Trifolium repens), conosciuto anche come trifoglio ladino, è una pianta perenne con rizomi molto ramificati e i fusti striscianti sul terreno. Le foglie hanno tre lobi e lunghi piccioli e sono spesso screziate di bianco (da cui il nome comune della pianta). I fiori sono raggruppati in capolini globosi di colore bianco, rosa. I frutti sono legumi con all’interno tre o quattro semi. Allo stato spontaneo, è assai comune in tutta Italia fino a quote molto alte (2700 m sul livello del mare).
Di questa specie è stato selezionato un ecotipo diffuso in pianura padana chiamato trifoglio gigante lodigiano, che si contraddistingue per le dimensioni maggiori di tutti gli apparati della pianta e per il maggior adattamento a terreni freschi e umidi.

Il Trifolium repens è comunemente impiegato nei prati, anche nelle versioni “nane”.
Il trifoglio alessandrino
Il trifoglio alessandrino (Trifolium alessandrinum) è una pianta erbacea originaria della Siria e coltivata in gran parte d’Europa e degli Stati Uniti. Si tratta di una pianta che non tollera le temperature inferiori allo zero, ma è assai resistente alle alte temperature. Usato a scopo foraggero per il bestiame, a differenza di altri trifogli, non ha impiego in fitoterapia.
Il trifoglio nano
Spesso nei miscugli di semi per prato o bordure si trova la dicitura “trifoglio nano”. Non si tratta di una specie, ma di selezioni di semi, in genere di Trifolium repens, in cui le piante non superano i 5-10 cm di altezza.
Trifoglio: usi e proprietà
Molte specie (in particolare quello rosso) ospitano fra le radici dei tubercoli che contengono il batterio “Rhizobium trifali“, capace di fissare l’azoto dell’aria, caratteristica propria anche di altre piante delle Leguminose. Per questo motivo s’impiega nella rotazione delle colture per migliorare la fertilità del suolo. Il trifoglio è usato anche come foraggio del bestiame e in fitoterapia.
Trifoglio rosso in fitoterapia
Il trifoglio rosso, detto anche trifoglio dei prati, è una delle varietà più utilizzate in fitoterapia per le sue proprietà curative dovute soprattutto ai fiori. Essi, infatti, contengono una buona quantità di minerali (calcio, cromo, magnesio, fosforo e potassio) e vitamine, tra cui A, B12, K, E, C.
Questa specie, inoltre, è la più ricca di isoflavoni, estrogeni naturali che favoriscono l’equilibrio ormonale nell’organismo. Queste sostanze rendono utile assumere il trifoglio rosso in menopausa, perché aiutano a contrastare in modo naturale i disturbi tipici di questa fase, come nervosismo, osteoporosi e vampate, e quelli tipici della sindrome premestruale. Un integratore di trifoglio rosso viene spesso consigliato per l’assunzione regolare durante le prime fasi della menopausa.
Gli isoflavoni del trifoglio rosso, inoltre, contrastano l’azione dei radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento cellulare, e funzionano quindi da agenti anti-invecchiamento della cute e delle mucose. Infine, favoriscono la mineralizzazione delle ossa, per questo aiutano a contrastare l’osteoporosi.
Il trifoglio rosso, inoltre, è una buona fonte naturale di cumarine, composti aromatici che aiutano a migliorare la circolazione del sangue, ha capacità antinfiammatoria ed espettorante e aiuta ad abbassare il colesterolo. Viene quindi consigliato anche per curare malattie da raffreddamento e per il trattamento della sindrome del colon irritabile, di cistiti, uretriti e coliche renali.
L’assunzione può avvenire tramite tisane e infusi oppure impacchi da applicare localmente o ancora in capsule.
L’assunzione di trifoglio rosso non ha controindicazioni, ma non è raccomandato per le donne in gravidanza o affette da endometriosi, fibromi uterini e tumori al seno, alle ovaie o all’utero, e per gli uomini affetti da carcinoma della prostata. Non sono state individuate correlazioni negative fra trifoglio rosso e tiroide, se le quantità assunte restano nella norma.
Trifoglio bianco e altre specie in fitoterapia
Il trifoglio bianco è uno dei più diffusi nei prati e nei giardini, grazie al colore vivido dei suoi fiori, ma è anche una delle principali fonti di sostentamento delle api perché i suoi fiori sono ricchi di nettare, ed è quindi uno strumento naturale importante per preservare questo fondamentale insetto.
Il trifoglio dal fiore giallo, invece, è utilizzato nella medicina popolare come rimedio contro depressione, insonnia e palpitazioni.
Il Trifolium dubium e il Medicago lupulina, invece, sono i due tipi di trifoglio selvatico che in Irlanda vengono portati all’occhiello il giorno di San Patrizio. Nell’antichità, venivano inoltre usati per la cura di edemi e abrasioni cutanee.