L’operazione di trapiantare piantine è abbastanza comune in giardino e sicuramente più semplice che trapiantare alberi da frutto, operazione di solito affidata a professionisti. Quando si parla di trapiantare piantine ci si riferisce a un’operazione che consiste nell’estrarre una pianta dal terreno, generalmente cresciuta in un semenzaio (ricordiamo che con il termine semenzaio, in orticoltura e in giardinaggio, si fa riferimento a un terreno adibito alla semina di piante che saranno poi trapiantate in un luogo diverso; un semenzaio può essere costituito da un piccolo appezzamento di terreno, da una cassetta o da altri tipi di contenitori nei quali si pongono i semi a dimora) e collocarla a dimora (la messa a dimora è il trapianto di una pianta nella sua sede definitiva).
L’operazione di trapianto può essere effettuata su diverse specie, siano esse arboree, arbustive o erbacee indipendentemente dalle loro dimensioni. È bene precisare che trapiantare piantine, per quanto in determinate situazioni sia indispensabile, è un’operazione abbastanza traumatica per le piante, soprattutto per quanto riguarda l’apparato radicale. Esistono sostanzialmente due tipologie di trapianto:
- trapianto a radice nuda
- trapianto con pane di terra.
In linea generale, che si effettui un trapianto a radice nuda oppure un trapianto con pane di terra, si dovrà fare attenzione alla correttezza dell’irrigazione; spesso i trapianti diventano problematici proprio perché si commette un errore con il quantitativo di acqua utilizzata: o perché si fornisce troppa acqua o, al contrario, perché se ne utilizza troppo poca. È quindi molto importante dare a questo aspetto, in particolar modo nei primi tempi, la giusta attenzione sondando eventualmente il terreno del trapianto per verificare se il tasso di umidità è corretto.

La primavera è il momento migliore per trapiantare la maggior parte delle piante
Trapiantare piantine: a radice nuda
Il primo tipo di trapianto, quello a radice nuda, è usato generalmente per quelle piante che resistono meglio alla manipolazione e al trasporto; piante arboree e arbustive che sono trapiantate con questo metodo sono per esempio gli alberi da frutto, il ciliegio, il noce ecc.
Tra le piante erbacee che meno soffrono l’operazione di trapianto in giardino (o nell’orto) vi sono per esempio i cavoli, i finocchi e il sedano. L’operazione di trapianto a radice nuda è generalmente effettuata nel periodo autunnale oppure alla fine di quello invernale prima che inizi la ripresa vegetativa; il motivo di questa scelta temporale è legato al fatto che una pianta estirpata durante il periodo vegetativo si danneggia con molta facilità. La messa a dimora deve avvenire in tempi brevi per limitare al minimo il trauma; eventualmente si possono aumentare i tempi per quanto riguarda le piante legnose che possono essere interrate provvisoriamente in strati di sabbia umidi oppure in terriccio.
Per quanto riguarda le piante più delicate, per ridurre al minimo il trauma da trapianto è consigliabile effettuare l’irrigazione del fondo dei solchi in cui le piante saranno disposte.
La tecnica del trapianto a radice nuda consiste essenzialmente nell’estirpare la pianta dal terreno insieme alla gran parte delle sue radici che dovranno essere ripulite dalle parti di terra. Questa operazione comporterà un taglio di alcune delle radici principali, il taglio dovrà essere ben netto e, nei limiti del possibile, piuttosto lontano dal colletto (si definisce colletto la zona di passaggio dal fusto alla radice). L’impianto radicale dovrà essere integro e senza lacerazioni.
Per le piante più grandi l’operazione di trapianto è effettuata con l’aiuto di una vanga da trapianto; questa va infilata nella terra quasi verticalmente; si deve tenere una certa distanza dal colletto per evitare di danneggiare le radici; se le piante hanno un’età superiore ai due anni, l’operazione di trapianto può richiedere l’utilizzo di due vanghe che saranno infilate in posizione opposta. Infilata la vanga nel terreno si provvederà a estrarre la pianta facendo leva sul manico. Si procederà poi con l’operazione di ripulitura.
Trapiantare piantine: con pane di terra
Il trapianto con pane di terra è utilizzato per le piante più delicate, quelle che sopportano peggio il cosiddetto stress da trapianto e che hanno minori capacità di rigenerare le radici inevitabilmente danneggiate dalle operazioni di estrazione (azalea, camelia, cetrioli, meloni, rododendro, zucchine ecc.); si deve infatti tenere conto che, pur con tutte le cautele possibili, un’operazione di trapianto non è mai esente da danni.
Il trapianto con pane di terra, a differenza di quanto accade con quello a radice nuda, può essere effettuato in qualsiasi stagione dal momento che l’apparato radicale, se l’operazione è effettuata in modo corretto, non subisce manipolazione alcuna. Fanno eccezione i periodi dell’anno molto caldi o molto freddi, dove le condizioni climatiche estreme stresserebbero troppo la pianta e le radici finirebbero per attecchire con molta difficoltà, una volta uscite dal pane di terra con cui sono state trapiantate.
Questa tipologia di trapianto non è comunque scevra da problemi; il principale è legato al fatto che una tecnica del genere comporta varie operazioni di rinvasatura, operazioni che si rendono necessarie allo scopo di permettere la crescita delle piante fino alle dimensioni volute.
Nei vivai il trapianto con pane di terra è la tecnica maggiormente diffusa. L’operazione è effettuata modellando, attorno al colletto della pianta da trapiantare, il volume di terra che contiene quella parte di apparato radicale che non deve essere intaccato. Questo volume di terra è generalmente chiamato pane di terra o anche zolla.
Dal momento che una buona parte dell’apparato radicale è ben inserita nel terreno estratto, le radici continueranno a svilupparsi anche dopo il loro trasferimento.
Nei vivai il trapianto a pane di terra (anche zollatura) può essere effettuato manualmente oppure meccanicamente; nel secondo caso si utilizza un’apposita macchina detta zollatrice.
Il trapianto effettuato meccanicamente è riservato a piante di notevoli dimensioni.
Per la scelta delle dimensioni del pane di terra ci si basa su diversi parametri (circonferenza del fusto, dimensione dell’apparato radicale, habitat vegetativo della pianta ecc.). Una volta che la pianta è stata estratta dal terreno deve essere messa a dimora in tempi brevi o temporaneamente trasferita in vaso, senza far mancare l’acqua necessaria e possibilmente non esponendola al sole diretto.