Il tiglio è una pianta appartenente alla famiglia delle Tiliacee. Per la precisione, tiglio è il nome comune con cui ci si riferisce a diverse piante del genere Tilia comprende molte specie, tutti alberi decidui, tra cui i più importanti sono:
- il tiglio selvatico o tiglio riccio (Tilia cordata); si tratta della specie utilizzata più frequentemente a scopi fitoterapici, originario di Asia occidentale ed Europa. Il suo habitat naturale sono i terreni calcarei.
- Il tiglio americano (Tilia americana); originario dell’America nord-orientale, con cime dei rami pendule. Il suo habitat naturale sono i boschi umidi.
- Il tiglio a foglie grandi o tiglio nostrano (Tilia platyphyllos), originario dell’Asia sud-occidentale e dell’Europa, anch’esso tipico di boschi umidi.
- Il tiglio argentato (Tilia tomentosa), originario dell’Asia sud-occidentale e dell’Europa sud-orientale, presenta fitti peli bianchi sulla pagina inferiore delle foglie. I fiori, molto profumati, sono però nocivi per le api.
Esiste poi il tiglio comune (Tilia x europea, che in realtà è un ibrido ottenuto dal Tilia cordata e dal Tilia platyphyllos), una delle cultivar più esuberanti, che può raggiungere anche 35-40 metri di altezza.
In genere, in età più giovane il tiglio presenta una corteccia liscia che si fa più screpolata con l’avanzare del tempo; ha foglie di colore verde-scuro e fiori bianco-giallastri molto profumati, portati a grappolo, che fanno la loro comparsa nei mesi di giugno e luglio. I frutti hanno forma ovale e hanno le dimensioni di un pisello.

I fiori del tiglio sono molto profumati
Tiglio – Coltivazione
Esposizione – Le varietà coltivate a scopo ornamentale sono per lo più il tiglio americano e quello argentato, ma ovviamente tutti i tipi di tiglio possono essere presenti nei giardini, a patto di avere sufficiente spazio. Tutti i vari tipi di tiglio, anche quelli a portamento più colonnare e meno espanso, raggiungono altezze importanti. Per questo motivo, la pianta va messa a dimora lontano dagli edifici e dai confini e occorre considerare le dimensioni finali: non è quindi adatto ai giardini di piccole dimensioni. Per la sua resistenza all’inquinamento atmosferico, è indicato anche per i giardini delle città. Predilige le posizioni in pieno sole (o al più a mezz’ombra) e soffre la copertura di altri alberi o edifici.
Terreno – Anche se tollera i terreni argillosi, è meglio se l’impianto è fatto in suoli umidi, ma ben drenati. La Tilia x europea produce spesso polloni alla base che devono essere tagliati ogni due o tre anni.
Annaffiatura – L’irrigazione dev’essere costante per almeno i primi tre anni, mentre per gli esemplari adulti sono sufficienti irrigazioni di emergenza nei periodi di maggiore siccità.
Moltiplicazione e impianto – Gli esemplari di tiglio sono messi a dimora partendo da alberelli in radice nuda (a primavera) o in vaso (in autunno, o in genere in qualunque epoca dell’anno evitando i periodi più caldi e freddi).
Concimazione – Con un buon terreno il non ha bisogno di particolari concimazioni ; basta del semplice letame mescolato con la terra al momento dell’impianto o della semina.
Potatura – Si consiglia la potatura a febbraio, a circa 2 metri da terra per permettere la formazione di nuovi getti. In tal modo, l’albero non supererà i 3-4 metri di altezza a piena vegetazione.
Malattie – Il tiglio è attaccato da afidi e dalle larve di ifantria americana (Hyphantria cunea); per quest’ultima è possibile utilizzare insetticidi o prodotti per la lotta biologica (prodotti a base di Bacillus thuringiensis), la cui efficacia però è legata alle giuste tempistiche di applicazione.
Tiglio: Proprietà
Il tiglio selvatico (Tilia cordata) è utilizzato in fitoterapia fin dall’antichità; le parti impiegate a scopo terapeutico sono le brattee e le infiorescenze la cui raccolta è effettuata nei mesi di giugno e luglio. Successivamente sono sottoposte a essiccatura; questa deve avvenire in luoghi ben aerati e riparati dalla luce del sole; per la conservazione si utilizzano contenitori in vetro sigillati e riparati dalla luce.
I costituenti principali della droga sono flavonoidi, saponine, tannini, polifenoli, polisaccaridi, mucillagini, minerali ecc.
La fitoterapia attribuisce al tiglio proprietà diaforetiche (aumenta la sudorazione), sedative, calmanti, antispasmodiche e antireumatiche. Sotto forma di infuso è usato per trattare insonnia e nervosismo nonché cefalea, sindrome influenzale e tosse; come decotto, in aggiunta all’acqua del bagno, è consigliato per combattere i disturbi del sonno e il nervosismo. Il pediluvio può dare sollievo in caso di gonfiore o stanchezza ai piedi.
Il tiglio è anche usato, sotto forma di compresse imbevute nell’infuso, in caso di occhi rossi, occhi stanchi e borse sotto gli occhi. È anche consigliato per alleviare i problemi derivanti da eritemi e scottature.
Si tratta di un rimedio fitoterapico considerato sicuro ed è per questo che molti lo consigliano per facilitare il sonno dei bambini. I preparati a base di tiglio non devono però essere utilizzati dai soggetti portatori di cardiopatie o da chi soffre di pressione bassa, visto il blando effetto ipotensivo.
L’infuso di tiglio
Oltre a molti prodotti commerciali, si possono acquistare i fiori essiccati delle specie Tilia cordata e Tilia platyphyllos (molto comuni nelle erboristerie) e preparare direttamente l’infuso, mettendoli a bagno in acqua calda, nelle proporzioni di circa due cucchiai ben colmi in una tazza da 250 ml. L’infuso può essere dolcificato con il miele e gustato anche freddo. Nelle preparazioni commerciali è spesso utilizzato per tisane, assieme a passiflora, camomilla o verbena, per potenziare l’effetto rilassante.
Il miele
Il miele di tiglio è, come infuso e tisane, prodotto dalle specie Tilia cordata e Tilia platyphyllos ed è particolarmente pregiato: quello monofloreale è principalmente prodotto dai tigli della Pianura Padana. Si presenta molto chiaro, con riflessi giallo-verdi. Cristallizza molto più lentamente di altri tipi di miele. Quelli meno puri contengono tracce di castagno o alianto, risultando molto più amari. Si abbina molto bene ai formaggi, come il Bitto o il Castelmagno.