La talea è una metodica di riproduzione che si basa sul principio che le piante sono dotate di eccezionali capacità rigenerative. Sostanzialmente la talea è un frammento di una pianta che, messo a dimora nel terreno, dà vita a un nuovo esemplare. Generalmente la talea è costituita da un rametto, ma per la rigenerazione vegetale si può partire anche da un fusto, da una radice o da una foglia.
La talea è un metodo frequentemente utilizzato dal momento che la sua riuscita è piuttosto agevole e che la nuova pianta sarà praticamente uguale alla pianta madre. Per di più, da una pianta, anche se piccola, sono numerose le talee che si possono ottenere.
Esistono molti modi di classificare le talee; uno molto pratico le suddivide in tre tipologie:
- erbacea
- semilegnosa
- legnosa.
Talea erbacea
La talea erbacea viene generalmente praticata durante la primavera e non oltre maggio-giugno. Si effettua attraverso il prelievo di una parte apicale di un ramo oppure utilizzando un rametto. Questa tecnica viene solitamente utilizzata nel caso in cui si vogliano riprodurre piante erbacee, piante perenni e arbusti di piccola dimensione. Non è consigliata per la riproduzione di alberi o arbusti di una certa grandezza; si deve infatti considerare che un germoglio giovane non ha molte sostanze nutritive depositate nei propri tessuti e, conseguentemente, quando esso viene separato dalla pianta principale (la cosiddetta pianta madre), non ha tempi di sopravvivenza particolarmente lunghi e ciò rende questo tipo di talea non particolarmente adatto per la riproduzione di alberi o arbusti di notevole dimensione.
Talea semilegnosa
La talea semilegnosa viene in genere praticata durante il periodo estivo. Per effettuarla si deve prelevare una parte di ramo giovane, ma che in parte ha già iniziato il processo di lignificazione. Il taglio deve essere fatto subito sotto a un nodo; la talea semilegnosa può essere apicale (è cioè inclusa la cima del ramo che deve essere tolta; ciò evita che la talea si sviluppi eccessivamente in altezza) oppure di fusto (in questo caso nel rametto sono presenti alcuni nodi). Una talea semilegnosa è solitamente lunga dai 10 ai 15 cm.
La talea semilegnosa va interrata per qualche centimetro badando di inserire almeno un nodo nel composto di radicazione; da questo nodo partirà lo sviluppo delle radici. È consigliabile, prima di procedere con l’interramento, ripulire la parte bassa del rametto dalla presenza di eventuali foglie.
Rispetto alla talea erbacea, quella semilegnosa possiede una maggiore riserva di sostanze nutrienti per cui la sua sopravvivenza è generalmente migliore. La talea semilegnosa non ha una particolare necessità di calore, ma richiede un certo grado di umidità perché sia assicurata una sua migliore sopravvivenza. Non tutte le talee poi sono uguali, alcune svilupperanno facilmente anche all’aperto, mentre per altre può essere opportuno un posizionamento in ambiente protetto. Ci si ricordi, prima di interrarle, di immergerle in preparati ad alta concentrazione ormonale; trattasi di regolatori di crescita, liquidi o in polvere, che appartengono alla categoria delle auxine, ormoni vegetali utilizzatissimi in floricoltura.
Talea legnosa
Le talee legnose vengono raccolte durante il periodo invernale o, comunque, prima che si verifichi il risveglio delle gemme; nel caso le si raccolga molto tempo prima conviene porle sotto terra o sotto un po’ di sabbia umida. Quando poi inizia la stagione primaverile si può procedere con la loro preparazione. Vanno tagliate obliquamente alla base in modo da creare una migliore predisposizione alla radicazione.
Anche per questi tipi di talea è consigliabile il trattamento con regolatori di crescita. Dopo il trattamento ormonale le talee possono essere messe in un’apposita cassetta interrandole dalla parte dove è stato eseguito il taglio obliquo.
Quando una talea viene inserita nel terreno, occorre fare attenzione che il composto ormonale radicante non si stacchi dalla superficie della sua base. Per far ciò, spesso si usa prima fare un buco nel terreno con un ramo o un punteruolo per poi inserire la talea delicatamente, rincalzando il terreno per fissarla al substrato. Come substrato per le talee si può scegliere un terriccio composto principalmente di sabbia. È bene garantire alla talea un buon grado di umidità, sia per quanto concerne il terreno sia per quanto riguarda l’aria; si deve infatti considerare che una talea non è provvista di un impianto radicale per cui l’assorbimento dell’acqua non è ottimale. Se non dispone di una serra si può garantire un certo grado di umidità inserendo le cassette in un sacco di plastica trasparente ben chiuso. In questo modo si può facilmente verificare se il livello di umidità è corretto e, nel caso se ne ravvisi la necessità, si può provvedere alla bisogna.
Un breve cenno va anche alle talee di radice, un metodo poco praticato in quanto non sono molte le piante per cui esso è indicato. Si tratta di una tecnica che viene praticata alla fine della stagione invernale o agli inizi di quella primaverile; viene effettuata attraverso il prelievo di una porzione dell’apparato sotterraneo della pianta. Dopo aver messo a nudo l’apparato radicale lo si deve ripulire con molta cura dopodiché si preleveranno segmenti di lunghezza variabile fra i 10 e i 15 cm; si effettuerà un taglio orizzontale all’estremità superiore e un taglio obliquo in quella in basso.
Si procede poi con l’interramento delle talee nell’apposito substrato facendo attenzione a garantire loro la giusta temperatura (20 °C) e il giusto grado di umidità. Quando appariranno le prime piccole foglie è segno che le nuove radici si sono formate; a questo punto è possibile invasare singolarmente ogni piccola pianta.

Talee non radicate di azalea
Il substrato di radicazione e l’irrigazione
Il substrato di radicazione riveste una notevole importanza nella riuscita del taleaggio. Una talea necessita di un terreno adeguatamente arieggiato, leggero e che garantisca un certo grado di umidità. Non esiste un substrato adatto a tutti i tipi di talee; piante diverse hanno esigenze diverse.
Caratteristiche comuni devono essere quelle, in parte già citate, di garantire una buona areazione e una buona umidità; i vari substrati poi devono ovviamente essere immuni da malattie. Altre caratteristiche varieranno a seconda delle varie esigenze delle piante (compattezza, drenaggio ecc.). In linea generale, un ottimo substrato è quello che mantiene il più possibile inalterate le proprie caratteristiche iniziali, ovvero quelle per le quali è stato scelto per un determinato tipo di talea. Un substrato è solitamente composto da un mix di sabbia (la parte prevalente), torba e argilla. Se una talea necessita di un substrato particolarmente drenante le componenti prevalenti saranno la sabbia, l’argilla e la corteccia, mentre un substrato che deve assicurare costantemente un determinato grado di umidità vedrà il prevalere la presenza di torba e di vermiculite, un minerale di origine vulcanica.
Allo scopo di evitare il futuro sviluppo di muffe si può procedere sterilizzando il substrato, attraverso il vapore o il forno, a una temperatura di circa 120 °C.
Anche l’irrigazione riveste molta importanza nello sviluppo di una talea; il substrato infatti deve essere mantenuto costantemente umido badando bene che non sia troppo inzuppato d’acqua o, al contrario, troppo asciutto.
I contenitori con le talee devono essere posti in luoghi in cui l’umidità ambientale sia costante e in cui sia presente una certa luminosità evitando però di esporli direttamente ai raggi del sole.
Durante la stagione invernale le talee possono essere poste in serra fredda, mentre in primavera e in estate i contenitori vanno messi in luoghi ombreggiati e provvisti di una certa ventilazione.
Le piante che si ottengono dal taleaggio devono essere generalmente mantenute nei loro contenitori per circa due anni dopodiché potranno essere poste a dimora. Per quanto riguarda le talee di piante erbacee e perenni, la messa a dimora può essere effettuata non appena le condizioni climatiche lo consentono.