La surfinia è una pianta erbacea perenne (anche se da noi è coltivata come pianta annuale) appartenente alla grandissima famiglia delle Solanacee, la stessa alla quale appartengono anche piante a noi molto note in quanto utilizzate in ambito alimentare (melanzane, patate, pomodori ecc.).
Sono stati i giapponesi a dar vita alle surfinie nel corso degli anni ’80 del secolo scorso e sono sempre state molto seguite dagli ibridatori tant’è che ne esistono moltissimi tipi diversi; se trovano infatti di ogni dimensione, con fiori che possono essere grandi e radi o, al contrario piccoli e numerosi; anche la gamma di colori è decisamente ampia.
La fioritura è durevole, inizia in primavera e termina nel mese di novembre; come nel caso delle petunie; se non ci sono stati problemi, la fioritura sarà appariscente e molto decorativa; non è un caso che insieme alle petunie, le surfinie siano le principali rivali dei gerani sui terrazzi delle case italiane.
Indice

Una composizione di surfinie
Differenza fra petunia e surfinia
Le surfinie sono degli ibridi delle petunie che differiscono da queste sia per portamento (eretto nelle petunie e ricadente nelle surfinie) sia perché sono dotate di maggior vigore (possono tranquillamente superare i due metri di altezza) e di una maggiore capacità di fiorire, anche nel caso in cui non siano esposte al sole diretto.
Surfinia – Coltivazione
Vita – Piante perenni coltivate come annuali.
Dimensioni – Le dimensioni possono essere le più varie a seconda degli ibridi.
Esposizione – Le surfinie sono piante abbastanza fragili e vanno tenute al riparo del vento, l’evento atmosferico che temono forse di più. Anche la pioggia comunque può danneggiarle rovinando i fiori.
Per quanto riguarda l’esposizione, diversamente dalle petunie, le surfinie possono essere posizionate anche in luoghi non esposti direttamente alla luce del sole; l’importante, lo ribadiamo, è non posizionarle in luoghi battuti dal vento.
Temperatura – Tollerano temperature comprese tra i 2 e i 40 °C circa.
Terreno – Se le surfinie vengono coltivate in cassette si sceglierà un terriccio leggero e lievemente acido. Per scongiurare il pericolo di ristagni idrici si può mettere nel terriccio dell’agriperlite; sul fondo del contenitore dovrà essere presente uno strato drenante.
Fioritura – Le surfine fioriscono a partire dalla primavera fino al mese di novembre.
Annaffiatura – Le irrigazioni dovranno essere fatte con una certa attenzione; non si deve infatti esagerare né in un senso né nell’altro; è consigliabile annaffiarle una volta ogni due o tre giorni, al limite intensificando la frequenza nel caso le temperature siano particolarmente elevate. In linea di massima, comunque, ci si regoli sul terriccio che deve sempre essere umido, ma mai zuppo d’acqua. Se comunque si notano ingiallimenti delle foglie significa che le irrigazioni sono troppo scarse.
Concimazione – Le concimazioni sono importanti per le surfinie; si evitino i concimi eccessivamente azotati perché c’è il rischio di una fioritura non ottimale; si può utilizzare un concime liquido a elevato tenore di potassio da somministrare ogni due settimane. Il periodo nel quale c’è bisogno di concimazione va da maggio a settembre.
Potatura – Periodicamente è consigliabile effettuare una rimozione delle parti secche e dei fiori appassiti; se notiamo che i rami hanno la tendenza ad allungarsi eccessivamente si possono potare senza particolari problemi.
Moltiplicazione e impianto – La coltivazione della surfinia non presenta particolari difficoltà; la propagazione può essere fatta per talea o per seme.
Nel caso della talea, si può procedere nel mese di settembre oppure in primavera utilizzando piante conservate dall’anno precedente; si deve prendere una sezione di ramo priva di fiori e lunga poco meno di 10 cm; la si inserisce in un vaso con un terriccio piuttosto leggero (perlite, torba e sabbia) che dovrà sempre avere un certo grado di umidità; il vaso deve restare sempre in ombra; dopo circa 30 giorni si dovrebbe avere la radicazione. Nel caso le talee vengano fatte a settembre dovranno essere conservate in un luogo non troppo buio e tiepido.
Se si opta per la moltiplicazione per seme, la si può effettuare in vaso agli inizi della stagione primaverile; si deve stare attenti a far sì che la temperatura non scenda sotto i 16 °C circa; in seguito si procederà con il trapianto. Come substrato si può utilizzare un mix composto per un terzo da terriccio leggero, per un terzo da sabbia e per un terzo da torba; si può anche ricorrere a del terriccio da semina già pronto adatto alla coltivazione delle piante annuali. Basta appoggiare i semi sul substrato di coltivazione e ricoprirli con un po’ di terriccio. Quando le piantine saranno spuntate si sposteranno in un locale luminoso e le si trapianterà in vasetti singoli o in un contenitore alveolare; dovranno restare qui fino a quando non saranno pronte per la messa a dimora all’aperto.
Per la messa a dimora si dovrà scavare una buca che dovrà avere perlomeno una larghezza doppia di quella del vaso di provenienza; sul fondo della buca metteremo un po’ di fertilizzante a lenta cessione; dopo aver messo le piante nella buca si ricopre questa con la terra e si compatta il terreno pur senza esagerare perché un compattamento eccessivo potrebbe favorire la formazione di ristagni idrici.
Malattie – Un ultimo cenno va alle avversità; quelle più importanti sono il ragnetto rosso (un parassita che sciupa le foglie facendo loro assumere un colore grigiastro, giallastro o tendente al ruggine), gli afidi (che danneggiano le petunie divorandone le foglie) e l’oidio (le foglie, i boccioli o i fusti vengono ricoperti da una patina bianca).
Nel caso si subiscano attacchi da questi parassiti è necessario intervenire tempestivamente utilizzando appositi prodotti antiparassitari.
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, abelia ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.
I fiori
Ecco una breve carrellata degli splendidi fiori di surfinia.

Surfinia rossa (a destra) con verbene