La strelitzia è una pianta erbacea perenne originaria dell’Africa meridionale, della famiglia delle Strelitziacee, dal portamento cespuglioso e apprezzata soprattutto per il suo fiore. Il fiore della strelitzia, infatti, ricorda nella forma e nei colori un uccello tropicale in volo. È una pianta molto longeva, esistono esemplari di oltre 100 anni.
Ha un apparato radicale carnoso, voluminoso e robusto, a volte rizomatoso. È praticamente priva di fusto o in alcuni casi provvista di un falso fusto composto dalla base guainante dei piccioli delle foglie, molto vicine tra loro, grandi anche oltre 30 cm, lucide, coriacee, verde scuro e di forma ovale-lanceolata.
I fiori, molto appariscenti, sono generalmente più alti delle foglie, possono essere apicali o si possono trovare all’interno dell’ascella della guaina fogliare. La fioritura può durare da ottobre a maggio inoltrato. Tra giugno e luglio, invece, la strelitzia entra in riposo vegetativo. La prima fioritura avviene a partire dai cinque anni di vita della pianta. Una volta che la fioritura ha inizio, ogni pianta produce in successione fino a sei fiori, ognuno dei quali ha una durata piuttosto lunga. La stessa pianta può però fiorire più volte nella stessa stagione.
Strelitzia – Principali specie
Il genere Strelitzia comprende cinque specie, tutte sempreverdi:
- Strelitzia reginae, la specie più nota e diffusa, priva di fusto, con foglie di colore verde brillante con sfumature bluastre e con un’evidente venatura centrale, portate da robusti piccioli lunghi anche 75 cm, e steli fiorali lunghi fino a 1 metro, da cui sbocciano fiori composti da sepali giallo-arancio e tre petali viola-azzurri;
- Strelitzia nicolai, la specie che cresce di più, arrivando fino a 8 metri di altezza, con fiori meno appariscenti, di colore viola e rosa, e foglie molto sensibili al vento;
- Strelitzia augusta, alta fino a 5-6 metri, con foglie verde scuro dalla forma oblunga, lunghe fino a due metri, e fiori bianchi, racchiusi in una brattea porpora scuro, che sbocciano tra ottobre e novembre;
- Strelitzia juncea, caratterizzata da foglie diverse da quelle di tutte le altre specie, affusolate e arrotolate, a forma di tubo, con fiori simili a quelli della Strelitzia reginae;
- Strelitzia parvifolia, senza fusto, con foglie dalla lamina non molto grande, riunite in folti ciuffi, con fiori blu e gialli che sbocciano fra aprile e maggio.

In foto, Strelitzia reginae, chiamata anche “uccello del paradiso”

Strelitzia nicolai, chiamata anche “uccello bianco del paradiso”

Strelitzia augusta

Strelitzia juncea
Strelitzia – Cura
La strelitzia è una pianta abbastanza facile da coltivare se si vive in un ambiente idoneo. Può essere coltivata anche in vaso nelle varietà di dimensioni ridotte. Nelle regioni a clima mite e nelle zone di mare la strelitzia può essere coltivata in piena terra, in una collocazione in cui riceva il sole diretto al mattino e nel tardo pomeriggio, in cui sia al riparo dalle correnti d’aria, e con un terreno ben drenato.
Luce -La luce deve essere abbondante. In estate, è bene portarla all’esterno per esporla alla luce diretta del sole.
Temperatura – Questa pianta richiede temperature miti tutto l’anno, perciò non può essere coltivata in regioni in cui la temperatura scenda sotto i 5°C, a meno che non venga tenuta in serra o in vaso dentro casa, al riparo da sbalzi termici. L’ambiente dove viene posizionata la strelitzia deve inoltre essere umido e ben ventilato.
Annaffiatura – La strelitzia resiste bene alla siccità ma va annaffiata regolarmente, anche se solo quando il terreno è completamente asciutto in superficie. Durante il riposo vegetativo, invece, le annaffiature devono essere solo sporadiche. Se si sceglie di coltivare una strelitzia in vaso, come pianta d’appartamento, si devono nebulizzare periodicamente le foglie per mantenerle umide.
Moltiplicazione – La moltiplicazione di questa pianta si può ottenere per semina o per divisione. Per la semina è necessario aspettare la comparsa dei fiori, quindi i cinque anni di vita della strelitzia. Inoltre i semi richiedono una preparazione prima dell’utilizzo: circa quindici giorni prima della semina, occorre rimuovere i peli arancioni che ricoprono i semi, che poi vanno conservati in frigorifero, in un sacchetto con del terriccio. Al momento della semina, si immergono i semi in acqua tiepida per alcune ore, poi si grattano leggermente per ridurne il rivestimento che li protegge, così da accelerarne la successiva germinazione in un contenitore con terriccio umido tenuto a una temperatura di 16-20°C. La germinazione avverrà in 1-2 mesi.
La divisione è un metodo più rapido. Si effettua a giugno, prelevando una pianta dal terreno e dividendo una radice dall’intrecciato ammasso radicale con un coltello affilato e sterile, per trapiantarla in un vaso con terriccio umido, tenuto intorno ai 16-20°C, in luogo luminoso ma non alla luce diretta del sole. Avvenuta la radicazione, la nuova pianta può essere coltivata come una strelitzia adulta.
Concimazione – La concimazione è importante soprattutto per le piante di strelitzia coltivate in vaso. Va effettuata una volta al mese nel periodo vegetativo (ottobre-maggio) con concime liquido da unire all’acqua di irrigazione. Fino a cinque anni di vita, cioè fino alla prima fioritura, la strelitzia richiede concime rizzo di azoto, potassio e, in quantità minore, fosforo; dopo la prima fioritura il concime prescelto dovrà essere ricco soprattutto di potassio, con fosforo in quantità minime.
Fioritura – Per la specie più diffusa, la Strelitzia reginae, la fioritura avviene da aprile a maggio e le infiorescenze persistono a lungo sulla pianta.
Potatura – La potatura non è necessaria per la strelitzia, basta rimuovere le foglie secche e i fiori appassiti per mantenere la pianta ordinata.
Rinvaso – Si deve procedere al rinvaso ogni anno all’inizio della primavera, rimuovendo il terreno superficiale del contenitore per uno spessore di circa 8 cm e sostituendolo con del nuovo terriccio. Ogni due anni, inoltre, al termine dell’inverno, è consigliato rimuovere la pianta dal vaso originario per ridurre leggermente l’apparato radicale, senza danneggiare le radici carnose più grandi. Questo procedimento rafforza la pianta
Malattie e avversità – La strelitzia teme il marciume radicale causato dal ristagno idrico, riconoscibile da una crescita stentata, con foglie ingiallite e avvizzite. Se succede, rimuovere le parti di radici danneggiate. È necessario perciò fare molta attenzione a evitare l’eccesso di irrigazione.
Questa pianta può soffrire anche di fusariosi, una malattia fungina che si manifesta con macchie brune sulle infiorescenze, con forma irregolare e con la presenza di una sostanza gommosa. Va contrastata diminuendo l’umidità dell’ambiente e usando fungicidi specifici.
Un altro nemico della strelitzia è la cocciniglia farinosa, riconoscibile dalle macchie bianche sulla pagina inferiore delle foglie. Questo insetto si può rimuovere manualmente con cotone imbevuto di alcol o lavaggi a base di acqua e sapone (se la pianta è in giardino), oppure, in caso di infestazione grave, con antiparassitari specifici.
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, strelitzia ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.
Significato
Nel linguaggio dei fiori la strelitzia ha significato di fedeltà e amore.