Scilla marittima è il nome comune attribuito alla specie botanica Urginea maritima, della famiglia delle Liliacee. La stessa pianta è classificata anche come Drimia maritima, della famiglia delle Asparagacee. Altro sinonimo è Charybdis maritima.
Classificazione – Genere: Urginea; famiglia: Liliacee.
Origine – La pianta è originaria dell’Africa tropicale e di alcune zone delle aree mediterranee.
Habitat in Italia – In Italia cresce spontanea lungo le coste di Toscana e Liguria. Nei luoghi di origine, il suo habitat sono aree sabbiose e aride lungo le coste o la savana.

Nel suo habitat d’origine, non è raro vedere piante di scilla marittima ai confini delle aree desertiche
Usi – La scilla marittima è utilizzata per creare bordure basse di bulbose e si presta bene anche alla coltivazione in vaso. La specie è tossica in quanto contiene sostanze (glicosidi bufadienolici) a forte effetto eccitante sul cuore e ad azione vasocostrittrice.
Etimologia – Il nome scilla era citato in autori antichi come Virgilio e Teofrasto e indicava una cipolla marina.
Altri nomi – La scilla marittima è anche nota come cipolla marina o scilla marina.
Curiosità – In Sicilia la pianta un tempo era considerata magica e piantata nei giardini per allontanare il malocchio.
Coltivazione
La scilla marittima è una pianta bulbosa che produce fiori raccolti in dense pannocchie molto appariscenti (da 30 cm a un metro di altezza) su steli eretti privi di foglie. Le foglie basali appaiono solo in autunno dopo la fioritura, e sono erette, strette e lunghe fino a 90 cm. Il frutto è costituito da una capsula piena di 20-30 piccolissimi semi neri, lucidi e piatti.

I fiori di scilla marittima si schiudono progressivamente partendo dalla base delle pannocchie
La scilla marittima può essere messa a dimora in piena terra o nei vasi. Si consideri però che è una pianta delicata e che non tollera inverni rigidi né l’umidità invernale.
Vita – Perenne.
Dimensioni – Fino a un metro e mezzo di altezza e 30 cm di larghezza.
Esposizione – Vuole l’esposizione in pieno sole.
Temperatura – Si tratta di una pianta delicata che non tollera temperature inferiori a cinque gradi centigradi.
Terreno – La scilla marittima vuole terreni leggeri, sassosi o sabbiosi, molto ben drenati, anche poveri o moderatamente fertili.
Fioritura – Alla fine dell’estate e inizio autunno spuntano pannocchie di fiori a stella molto piccoli, assai densamente raggruppati.
Annaffiatura – Pur stando attenti di non creare ristagni idrici, le annaffiature dovranno essere regolari e abbondanti. Solo dopo la fioritura si può mantenere appena umido il terreno, diradando l’irrigazione.
Concimazione – La concimazione non è strettamente necessaria, e in genere viene effettuata solo prima dell’impianto. Per evitare ristagni idrici ed eccessiva umidità, è bene evitare concimi liquidi e scegliere quelli granulari a lenta cessione.
Potatura – Non si pota, è sufficiente tagliare gli steli sfioriti.
Moltiplicazione e impianto – La moltiplicazione avviene per semina (da effettuarsi a primavera a temperature superiori a 18 gradi centigradi) o prelevando i germogli alla base in estate.
Malattie – La scilla marittima non è soggetta a malattie o parassiti specifici. Può essere soggetta a marciume radicale o attacchi di muffe nel caso di una eccessiva umidità o annaffiature troppo abbondanti.