La santolina è una pianta sempreverde aromatica appartenente alla famiglia delle Asteracee (Composite), coltivabile sia in giardino sia in vaso, dalle foglie molto profumate. È un arbusto originario dell’Europa e molto diffuso allo stato spontaneo in tutte le aree a clima mite fino a 1000 metri di altitudine e prevalentemente nei terreni aridi e sabbiosi delle zone costiere.
La santolina ha portamento eretto o semi-prostrato, fusti sottilissimi e lanosi, foglie lanuginose come i fusti e nettamente divise, costituite da piccoli lobi. I fiori sbocciano in estate all’apice dei fusti in infiorescenze a capolino e somigliano a tondeggianti piumini di colore giallo vivo. La fioritura avviene più volte durante l’estate e in alcune specie comincia già a maggio.
Santolina chamaecyparissus e altre specie
Le principali specie di santolina sono:
- Santolina chamaecyparissus, di piccole dimensioni (alta massimo 35 cm) e ideale per la coltivazione in vaso o per abbellire i giardini rocciosi, con foglie grigio-argento;
- Santolina rosmarinifolia, a portamento eretto con altezza fino a 5 metri, con piccole foglie vede scuro e lucide che in estate diventano biancastre, e fiori giallo o color panna;
- Santolina pinnata, di forma tondeggiante, con foglie allungate e fiori bianco panna o giallo tenue.

La santolina (nella foto, Santolina chamaecyparissus) si coltiva spesso assieme ad altre piante capaci di attirare gli insetti, come la lavanda
Santolina – Coltivazione
Esposizione – L’esposizione ideale per la santolina è in posizione soleggiata e al riparo dal vento, però è una pianta molto rustica che sopporta sia le temperature molto elevate, sia quelle molto basse, e anche la salsedine. Tuttavia alle latitudini in cui la temperatura scende sotto i -15°C è consigliabile proteggerla con una pacciamatura alla base preparata con abbondante paglia.
Terreno – Le santoline preferiscono terreni sciolti, ben drenati, sabbiosi e possibilmente calcarei, non troppo ricchi di sostanze organiche, ma di solito si sviluppano senza problemi in qualsiasi terreno.
Le radici della santolina tendono a svilupparsi verso il basso e a occupare tutto lo spazio disponibile, perciò quando iniziano a fuoriuscire dal fondo del vaso è necessario trasferire la pianta in un vaso più ampio del precedente contenente del terriccio fresco, fertile mescolato a sabbia. Il periodo migliore per effettuare il rinvaso è quello primaverile.
Annaffiatura – Le annaffiature di solito non sono necessarie, perché la santolina si accontenta delle acque piovane, ma in estate e in caso di prolungata siccità è consigliabile fornire sporadicamente acqua. Le piante coltivate in vaso vanno annaffiate con maggiore frequenza, ma solo quando il terreno è completamente asciutto. Nel periodo invernale le annaffiature vanno del tutto sospese per le piante coltivate in piena terra e devono essere solo mensili per quelle coltivate in vaso.

La santolina viene chiamata anche crespolina per la forma delle sue foglie e lavanda cotone per il loro gradevole aroma
Moltiplicazione e impianto – La santolina si moltiplica per seme o per talea.
La semina si può effettuare in semenzaio protetto alla fine dell’inverno o direttamente in piena terra a fine aprile. Quando le nuove piantine sono abbastanza sviluppate, possono subito essere trapiantate in vasi singoli o in piena terra per la messa a dimora definitiva.
La talea va effettuata in estate, prelevanti porzioni di rami apicali di circa 8 cm di lunghezza, che vanno messe a radicare in un miscuglio di torba e sabbia in parti uguali fino alla comparsa di nuovi germogli. In primavera, quando le piante appariranno forte e vigorose possono essere rinvasate in piccoli vasi, e a settembre potranno essere messe a dimora definitiva.
Concimazione – La concimazione è necessaria per ottenere delle piante vigorose e fioriture abbondanti: durante il periodo vegetativo, ogni 20 giorni, somministrare un fertilizzante liquido specifico per piante da fiore diluito all’acqua delle annaffiature oppure distribuire, ogni 3- 4 mesi, ai piedi dei cespugli, un concime granulare a lento rilascio.
Potatura – La potatura della santolina va fatta in primavera, recidendo i rami secchi e danneggiati e cimando i fusti fiorali per favorire l’emissione di nuovi getti, l’incespimento e la compattezza dell’arbusto.
Malattie – In generale le piante di santolina non vengono attaccate da parassiti o da malattie, anche se è possibile che gli afidi attacchino le infiorescenze e che malattie fungine come il mal bianco (o oidio) si sviluppino in caso di piogge molto abbondanti e clima molto umido.
Santolina in cucina e altri usi
La santolina in cucina non è molto usata nel nostro Paese, ma le sue foglie aromatiche sono ottime per aromatizzare soprattutto piatti a base di pesce.
Con le foglie e i fiori essiccati inoltre si preparano sacchetti per profumare la biancheria e per tenere lontano le tarme dagli armadi.
La pianta viene poi impiegata comunemente a scopo ornamentale, per tappezzare giardini rocciosi o per realizzare siepi profumate basse, spesso in abbinamento con altre piante aromatiche, ed è utile anche come pianta repellente per zanzare e altri insetti fastidiosi.
Infine, la santolina ha anche proprietà fitoterapiche: digestive, antispasmodiche, tonico-stimolanti, antisettiche. Può essere assunta sotto forma di infusi o decotti, o per uso esterno come impacco antipruriginoso in caso di punture di insetti.
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, santolina ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.