Il rinvaso delle orchidee è un’operazione piuttosto delicata, ma necessaria se vogliamo che la pianta cresca al meglio delle proprie possibilità e abbia una fioritura ottimale.
Occorrerà una certa delicatezza nell’effettuare le varie operazioni per evitare che la pianta soffra, ma con un po’ di attenzione tutto andrà per il meglio.
Rinvaso delle orchidee – Le varie fasi
Fase 1: rimozione della pianta dal vaso – Ovviamente, la prima cosa da fare è rimuovere l’orchidea dal suo vaso; è forse la fase più critica, in particolar modo se le radici sono molto cresciute e se stanno già facendo capolino dai fori di drenaggio del contenitore. Si proceda quindi piuttosto lentamente cercando di estrarre la pianta in modo da preservare al massimo le radici; si tenga però conto che qualcuna di esse finirà per rompersi non sarà un grande problema. Se non si intende più utilizzare il vecchio contenitore, è anche possibile romperlo (o tagliarlo se è di plastica) così che la pianta sarà liberata senza grossi “traumi”.
Fase 2 – Eliminazione delle parti danneggiate – È possibile che l’apparato radicale non sia in perfette condizioni; può darsi che si notino parti secche o lacerate o comunque non sane; si proceda quindi con la rimozione di tutte queste parti, anche se il taglio ci sembra eccessivo; le parti non sane non fanno altro che limitare la crescita e quindi vanno senz’altro rimosse.
Con delle forbici pulite si proceda poi all’eliminazione delle foglie secche o ingiallite; anche gli steli da fiore insecchiti dovranno essere rimossi procedendo con un taglio netto alla base.
Fase 3 – Piegatura delle radici esterne – Le radici che precedentemente erano visibili nella parte superiore del contenitore dovranno essere piegate verso il basso; è un’operazione delicata, ma necessaria, perché saranno proprio queste la fonte primaria di nutrimento per l’orchidea.
Fase 4 – Preparazione del nuovo contenitore – La fase di rinvaso sta per arrivare a conclusione; dopo aver piazzato l’orchidea nel nuovo contenitore (se non è un nuovo acquisto dovrà prima essere accuratamente lavato) si inserisca nel vaso il nuovo substrato di crescita; premesso che in commercio si trovano ottimi substrati per orchidee già pronti all’uso sia per piantare che per rinvasare orchidee, è anche possibile prepararlo in proprio; un’ottima soluzione è rappresentata da una miscela composta per due terzi da fibra di osmunda (una fibra vegetale costituita dalle radici di una felce, l’Osmunda regalis) e per un terzo da torba bionda di sfagno. Esistono comunque molte tipologie di substrato per orchidee; se non si è esperti ci si può far consigliare in un vivaio o in un negozio specializzato.
Fase 5 – Annaffiatura della pianta – Una volta effettuato il rinvaso, è opportuno umidificare il substrato in modo da facilitare la ripresa dell’orchidea (il rinvaso è pur sempre un “trauma” per una pianta); si può per esempio collocare il vaso in un contenitore riempito con acqua tiepida; dopo circa 20-30 minuti si potrà togliere il vaso “in ammollo” scolando accuratamente l’acqua. A questo punto si potrà riposizionare il vaso con l’orchidea nel suo portavaso.
Nei primi giorni successivi al rinvaso è opportuno controllare con una certa cura le condizioni del substrato che dovrà sempre avere un certo grado di umidità; la pianta infatti si trova in una fase piuttosto delicata ed è opportuno verificare con attenzione che tutto stia procedendo per il meglio.

Il rinvaso delle orchidee è un’operazione delicata, ma necessaria per un corretto sviluppo della pianta
Rinvaso delle orchidee – Ogni quanto tempo va fatto?
Con il passare del tempo il substrato perde parte delle sue proprietà (in particolare non si asciuga più in modo corretto) e l’orchidea non riuscirà a essere nutrita nel modo migliore; un altro tipo di problema è rappresentato dalle dimensioni del vaso che, man mano che le radici crescono, saranno insufficienti. È per questi motivi che, periodicamente, è necessario provvedere al rinvaso della pianta.
Di norma, le orchidee devono essere rinvasate ogni due o tre anni; l’utilizzo di contenitori trasparenti può essere utile per verificare eventuali problemi e quindi valutare per tempo se è il caso o no di procedere con le operazioni di rinvaso.
In sostanza, l’orchidea deve essere rinvasata se:
- le radici cominciano a uscire dai fori di drenaggio
- il substrato non si asciuga più nel modo corretto ed è sempre troppo umido
- il substrato è del tutto deteriorato
- le foglie tendono a ingiallire e ad avvizzire
- si notano muffe nel substrato.
Orchidee – Quando rinvasare
Quando il substrato è molto degradato si deve procedere al rinvaso a prescindere dal periodo; se invece non è questo il caso, ci si può regolare sul periodo della fioritura; alcune orchidee hanno uno sviluppo regolare e fioritura cadenzata; per queste il periodo migliore per il rinvaso è la stagione primaverile; altri tipi di orchidea, invece, hanno periodi di fioritura particolari o comunque hanno una crescita incostante; in questo caso, le operazioni di rinvaso andranno fatte preferibilmente una volta che la pianta sarà sfiorita.

I vasi per le orchidee dovrebbero essere preferibilmente trasparenti
Vasi per orchidee
È possibile che un’orchidea abbia necessità di più rinvasi nel corso della sua vita. Per quanto riguarda i contenitori, i vasi più adatti per le orchidee sono quelli trasparenti, in plastica oppure in policarbonato.
I vantaggi dei vasi trasparenti sono essenzialmente tre:
- consentono alla luce solare di arrivare alle radici
- consento di verificare quando è il momento opportuno per il rinvaso
- permettono di verificare che non ci siano ristagni idrici, sempre dannosi per l’apparato radicale, o che, al contrario, il substrato sia eccessivamente secco.
Un altro consiglio che si può dare relativamente ai vasi per orchidee è quello di optare per contenitori con il fondo rialzato, caratteristica che permette di ridurre il rischio di ristagni idrici, sempre possibili in piante come le orchidee che necessitano di un certo apporto d’acqua; il rischio di esagerare, in effetti, esiste.