Il rinvaso dei bonsai è un’operazione di fondamentale importanza per chi pratica il bonsaismo; infatti, lasciar crescere una pianta troppo a lungo nel medesimo vaso, le radici lo riempiranno rendendo di fatto problematico il passaggio dell’aria e dell’acqua e, conseguentemente, compromettendo lo stato di salute dell’alberello.
È molto importante inoltre cambiare il substrato di coltivazione perché, con il passare del tempo, la sua qualità subiscono un deterioramento (praticamente si “polverizza” perdendo alcune sue proprietà, come quella, fondamentale, di trattenere l’acqua e le sostanze nutritive necessarie al suo sviluppo).
Al momento del rinvaso, poi, si procede anche con la potatura di una certa parte dell’apparato radicale e questa operazione di “ringiovanimento” delle radici è particolarmente benefica per il bonsai.
Rinvaso dei bonsai – Il periodo migliore
Il periodo più indicato per effettuare il rinvaso dei bonsai è quello di riposo che precede lo sviluppo vegetativo; indicativamente:
- i bonsai da esterno (come, per esempio, i bonsai di acero e olmo) – che vegetano durante la stagione primaverile – devono essere rinvasati a fine autunno-inizio inverno; nelle regioni dove l’inverno è particolarmente rigido, può essere opportuno attendere la parte finale dell’inverno;
- i bonsai da interno (come, per esempio, i bonsai di carmona e ficus) – che vegetano durante la stagione estiva – devono essere rinvasati a primavera.
Nota – Ancorché necessaria, l’operazione di rinvaso rappresenta comunque un “trauma” per la pianta (il cosiddetto stress da rinvaso) e quindi nel periodo seguente è opportuno evitare interventi drastici; anche le concimazioni dovrebbero essere sospese per due o tre settimane; è inoltre consigliabile evitare l’operazione di rinvaso quando la temperatura esterna è molto calda.
Rinvaso dei bonsai – Frequenza
Non ci sono regole ferree sulla frequenza perché le variabili in gioco sono diverse (velocità di crescita della pianta, tipo di bonsai, età della pianta, dimensioni del contenitore ecc.), tuttavia si possono dare alcune generiche indicazioni:
- le piante più giovani dovrebbero essere rinvasate ogni due anni
- le piante più adulte possono essere rinvasate ogni tre cinque anni.
In alcuni casi i bonsai crescono molto rapidamente e il rinvaso potrebbe diventare necessario già dopo un anno; la frequenza, inoltre, dipende anche da come si vuole gestire la velocità di crescita della pianta; per esempio, se si preferisce una crescita rapida, il rinvaso deve essere meno frequente; viceversa, se si vuole che lo sviluppo sia più lento, si aumenterà la frequenza dei rinvasi.
È necessario cambiare vaso?
Dipende; se il bonsai ha già raggiunto la grandezza desiderata e le dimensioni del vaso sembrano adeguate, non c’è una ragione tecnica per cambiare contenitore, ma nulla vieta di farlo per ragioni puramente estetiche (lo si può sostituire, per esempio, con un vaso che ha il medesimo volume, ma che ha forma e colore diversi).
Se, invece, si desidera che il bonsai cresca ancora, è opportuno cambiare il vaso attuale con uno di più grandi dimensioni.

Vaso per bonsai dopo l’applicazione delle retine di copertura sui fori di drenaggio
Potatura dell’apparato radicale
Al momento del rinvaso del bonsai è necessario procedere con la potatura dell’apparato radicale; per molti bonsai si procede rimuovendo circa un terzo dell’apparato radicale; si rimuovono le radici più grosse e si risparmiano quelle capillari, eventualmente accorciandole solo un po’. Alcune piante – per esempio i bonsai di ficus – tollerano potature anche piuttosto drastiche (60-70% dell’apparato radicale); il consiglio è quello di documentarsi sulla specifica pianta perché possono esserci variazioni anche significative fra piante di genere e specie diversi.

Potatura dell’apparato radicale di un bonsai
Rinvaso dei bonsai – Come si fa
È necessario rimuovere la pianta dal vaso con una certa delicatezza (se presente, va tagliato il filo di ancoraggio del bonsai al vaso). Se ci si rende conto che il bonsai non esce facilmente, evitare di manovre brusche; si provveda invece a dissodare il substrato di coltivazione utilizzando un piccolo rastrello da radici.
Se si riutilizzerà il medesimo contenitore, è necessario pulirlo con cura. Una volta che il contenitore è pronto all’uso si fissino le reti di copertura sui fori di drenaggio (le reti di copertura servono sia a impedire che il substrato esca dai fori per il drenaggio sia a impedire l’entrata di alcuni parassiti).
Il vecchio substrato va tolto con l’apposito rastrellino per radici facendo molta attenzione, in particolar modo nel caso di piante sempreverdi.
Per quanto riguarda la potatura si veda il paragrafo precedente.
Una volta effettuata la potatura si immerga l’apparato radicale in una vaschetta con acqua e un apposito preparato a base di vitamina B (reperibile in un qualsiasi negozio specializzato).
A questo punto si versa un po’ di nuovo substrato nel vaso e si posiziona il bonsai dopodiché si inserisce il substrato fra le radici facendo attenzione a non lasciare bolle d’aria (si ruota un bastoncino di bambù nel terriccio in modo da farlo penetrare negli spazi). Aiutandosi con una paletta si pressa e il terriccio e si procede con l’annaffiatura.
Le concimazioni vanno sospese per tre settimane; all’acqua di irrigazione, settimanalmente, si aggiungerà il preparato a base di vitamine del gruppo B. Dopo un mese si può sospendere la somministrazione di tale preparato.