Il pungitopo (Ruscus aculeatus) è una pianta arbustiva perenne appartenente alla famiglia delle Ruscacee.
Classificazione – Genere: Ruscus; famiglia: Ruscacee.
Origine – Il pungitopo è originario del bacino del Mediterraneo, ma è presente anche nell’Europa centrale e in certe zone dell’Africa e del continente asiatico.
Habitat in Italia – Lo si può facilmente trovare nelle zone aride e sassose, nei boschi, soprattutto nelle leccete e nei querceti.
Usi – Il pungitopoè coltivato soprattutto come pianta ornamentale, ma è utilizzato anche in fitoterapia e in cucina. Il curioso nome trae origine dall’usanza contadina di proteggere dai topi i cibi messi a stagionare (generalmente i formaggi e i salumi) utilizzando mazzetti di questa pianta.
Etimologia – Il nome del genere deriva dal greco rugchos, becco, e fa rifermento ai cladodi dall’apice aguzzo, come quello di un becco d’uccello; è il nome con cui gli antichi romani chiamavano la pianta; l’epiteto specifico aculeatus significa aculeato, provvisto di aculei e sta a indicare i mucroni pungenti di cui sono dotati i cladodi. Il nome pungitopo, invece, deriva dall’usanza contadina di proteggere dai topi, con mazzetti di questa pianta, i generi alimentari conservati in cantina o in dispensa.
Altri nomi – Rusco, ruscolo pungitopo, pungitopo comune, ruscolo aculeato.
Curiosità – In passato i semi del pungitopo erano utilizzati come surrogato del caffè.
Pungitopo natalizio
Come altre piante, il pungitopo viene considerata una pianta che a Natale è di buon auspicio (era considerato dagli antichi come un talismano apportatore di gioia e di prosperità), probabilmente perché il rosso e il verde tipici della pianta sono anche i colori del Natale.
Il pungitopo non si deve confondere con l’agrifoglio (detto anche pungitopo maggiore). La confusione nasce dal fatto che entrambe le piante sono simili, con bacche rosse e simboleggiano il Natale. Anche le foglie sono simili, ma quelle dell’agrifoglio sono classicamente spinose. Diverso è anche l’ordine botanico di appartenenza, il pungitopo alle Asparagali e l’agrifoglio alle Aquifoliali.
Indice

Nel mese di ottobre, i fiori del pungitopo si trasformano in bacche rosse
Pungitopo – Coltivazione
La pianta di pungitopo è caratterizzata dalla presenza di numerose spine e i suoi frutti sono delle caratteristiche bacche di colore rosso che contengono uno o due semi. Essendo una pianta dioica, si hanno fiori maschili e femminili.
Vita – Pianta perenne.
Dimensioni – Altezza: mediamente 45 cm; larghezza: circa un metro.
Tempo altezza massima –
Esposizione – Si tratta di una pianta rustica, quindi molto resistente al freddo: non è particolarmente sensibile al tipo di irraggiamento e può essere coltivato in piena terra.
Temperatura – Tollera temperature comprese tra -15 e 40 °C.
Terreno – Il pungitopo richiede poche attenzioni e si adatta a molti tipi di terreno.
Fioritura – Da metà aprile a metà maggio.
Annaffiatura – Non è particolarmente esigente come irrigazione, solo d’estate è necessario annaffiare abbondantemente e con frequenza regolare. Più attenzione va prestata all’irrigazione quando la pianta è coltivata in vaso (necessario un buon drenaggio per evitare che le radici marciscano).
Concimazione – Non necessita di particolari concimazioni.
Potatura – A primavera si può potare per evitare una crescita eccessiva dei rami e dei nuovi getti, facendo attenzione alla spinosità della pianta, che la sconsiglia laddove l’ambiente sia frequentato da bambini o animali domestici.
Moltiplicazione e impianto – Si può propagare per seme o dividendo i cespi in primavera.
Malattie – La pianta di pungitopo è resistente a parassiti e malattie.
Pungitopo – Proprietà
La parte della pianta che viene utilizzata a fini fitoterapici è il rizoma, la cui raccolta avviene nel periodo autunnale o agli inizi di quello primaverile. Dopo la raccolta il rizoma deve essere accuratamente ripulito, fatto essiccare e conservato in sacchetti di carta.
I principi attivi principali della droga estratta dalla pianta sono la ruscogenina, la neo-ruscogenina, flavonoidi, fitosteroli ecc. Alla droga sono attribuite proprietà antinfiammatorie e antiedemigene, vasocostrittrici e vasoprotettive. Secondo la vecchia farmacopea, un’altra proprietà del pungitopo è quella diaforetica.
Il pungitopo viene consigliato per trattare lievi forme di insufficienza venosa in quanto sembra stimolare il ritorno ematico dalla periferia all’organo cardiaco; questo suo effetto lo fa ritenere utile anche in presenza di edemi. È per questo motivo che il pungitopo viene consigliato a quei soggetti che soffrono di pesantezza e gonfiore alle gambe. Altri utilizzi sono il trattamento di sindrome emorroidaria, ragadi anali e proctiti.
Il pungitopo viene commercializzato sotto forma di gocce od opercoli, ma è anche presente come componente di creme e pomate in combinazione con altri rimedi fitoterapici (acerola, centella asiatica, mirtillo ecc.).
Non vi sono particolari controindicazioni all’uso del pungitopo dal momento che non sono state segnalate particolari interazioni di tipo farmacologico. Tra gli effetti collaterali sporadicamente segnalati compaiono nausea e disturbi a livello gastrico.
Germogli di pungitopo in cucina
I germogli, chiamati da alcuni “asparagi selvatici”, vengono raccolti durante il periodo che va da marzo e maggio e utilizzati in cucina per preparare insalate, minestre e frittate.
Hanno un leggero gusto amarognolo e si possono usare in modo simile agli asparagi.
I semi tostati del pungitopo venivano macinati e impiegati come surrogati del caffè.

I germogli di pungitopo sono anche chiamati “asparagi selvatici”