La protea è una pianta perenne di tipo arbustivo della famiglia delle Proteacee. Il genere Protea conta circa un centinaio di specie.
Classificazione – Genere: Protea; famiglia: Proteacee.
Origine – La protea è una pianta originaria dell’Africa centrale e meridionale, ma è in grado di adattarsi bene ai climi europei, perciò ora molto diffusa anche nel nostro continente.
Habitat – La gran parte delle specie del genere Protea si trova nella regione floristica del Capo, una piccola cinta montuosa di terra costiera da Clanwilliam fino a Grahamstown nel Sudafrica.
Usi – La protea è usata come pianta ornamentale in vaso, ma anche per i fiori recisi. Le particolari infiorescenze della protea possono sopravvivere per settimane una volta recise, e sono molto decorative anche da essiccate, per questo queste piante sono molto utilizzate come fiore reciso per i bouquet.
Etimologia – Il nome del genere, attribuito da Linneo, deriva dal dio greco Proteo, che aveva il dono di cambiare forma come e quando voleva.
Altri nomi – In inglese le protee sono spesso chiamate sugarbushes, termine che significa cespugli di zucchero.
Curiosità – La protea è un simbolo nazionale del Sudafrica.
Indice

La protea è un simbolo nazionale del Sudafrica
Protea – Principali specie
La specie più diffusa è la Protea cynaroides, detta anche Protea king e apprezzata soprattutto per i suoi fiori giganti, i più grandi delle piante di questo genere, bianchi con le ampie brattee intorno rosa.
Altre specie molto apprezzate per il loro valore ornamentale sono:
- Protea nitida, a crescita lenta ma alta fino a 5 metri, con foglie rosse da giovane, poi verdi, e fiori invernali di colore bianco-crema;
- Protea neriifolia, con grandi fiori a coppa di colore dal rosa al verde crema, con una frangia nera sulla sommità delle brattee;
- Protea magnifica, con foglie lanceolate e dai bordi leggermente rossastri, infiorescenze bianche con brattee verdastre, o bianche sui bordi e nere al centro, con brattee rosso fuoco o rosa-arancio.
Protea – Coltivazione
La protea si sviluppa come un ampio arbusto sempreverde, alto fino a 60-80 cm, con radici rizomatose e foglie allungate su lunghi fusti rossastri, non molto ramificati; le foglie sono di un bel colore verde scuro, leggermente coriacee e cerose. L’attrattiva principale della protea è però il fiore: dalla primavera inoltrata fino alla fine dell’estate all’apice dei fusti sbocciano grandi infiorescenze, costituite da piccoli fiorellini con intorno grandi brattee (foglie modificate con funzione protettiva dei fiori) rigide. Il colore e la dimensione dei fiori dipendono dalla specie e dalla varietà: in alcune le infiorescenze raggiungono anche i 25-30 cm di diametro, le brattee possono essere bianche, rosate o rosse. Questi fiori sono ricchi di nettare e attirano numerosi insetti impollinatori.
Le infiorescenze della protea nella loro forma ricordano i carciofi o i cardi, con cui condividono anche l’aspetto spinoso. A seconda delle dimensioni, ogni pianta può produrre dai 3-4 fiori fino ai 15-20, per le piante più grandi.
Vita – Pianta perenne.
Dimensioni – Variano molto a seconda delle specie; generalmente la protea ha un’altezza inferiore al metro, ma alcune specie arrivano addirittura ai 5 m.
Tempo altezza massima – 3 anni circa.
Esposizione – L’esposizione ideale per la protea è in giardino in luogo soleggiato, infatti questa pianta predilige le temperature miti. È sensibile alle correnti d’aria e agli sbalzi termici, a cui non è abituata nel Paese d’origine. Può sopportare il freddo, ma non la neve e le gelate prolungate per settimane: per questo motivo, nelle regioni a clima invernale rigido come quelle del nord Italia, è consigliabile posizionare la protea in luogo riparato, come ad esempio addossato a un muro ed esposto a sud, e coprire la pianta da fine autunno con dell’agritessuto, che renderà più calda l’aria intorno alla pianta. Se si vive in zone in cui la temperatura scende sotto i -2°C, la protea deve essere coltivata in vaso, per poter essere spostata in un luogo chiuso, altrimenti rischia di non sopravvivere. In casa la protea va tenuta in luoghi luminosi lontano da fonti di calore come i termosifoni e al riparo da correnti d’aria.
Temperatura – Tollera temperature comprese tra tra 6 e 35 °C.
Terreno – Il terreno ideale per la protea è soffice e abbastanza ricco, molto ben drenato, ma questa pianta si adatta bene anche a terreni meno favorevoli. Si può porre sul fondo della buca o del vaso della sabbia o della pietra pomice per garantire il drenaggio del terreno.
Il rinvaso va effettuato quando lo spazio a disposizione delle radici è praticamente esaurito. Si utilizza un contenitore più grande del precedente largo e profondo almeno 50 cm, riempito con del terriccio acido e ben drenato. Si estrae la pianta dal vaso e la si trasferisce nel nuovo insieme al pane di terra che avvolge le radici.
Fioritura – Da primavera inoltrata fino alla fine della stagione estiva. Alcune specie fioriscono in inverno.
Annaffiatura – Le annaffiature vanno eseguite con regolarità per la protea coltivata in vaso, da aprile a settembre-ottobre, attendendo sempre che il terreno sia ben asciutto tra un’annaffiatura e l’altra, per evitare il ristagno idrico, causa del marciume delle radici. In inverno l’apporto idrico deve essere saltuario e va fatto solo quando il terriccio è completamente asciutto. Le protee coltivate in giardino, invece, si accontentano delle acque piovane e vanno irrigate solo in caso di prolungata siccità e con moderazione in tutte le stagioni.

I fiori di protea sono molto decorativi e usati spesso per bouquet da matrimonio: nel linguaggio dei fiori significa coraggio o diversità
Concimazione – La concimazione va fatta solo nel periodo vegetativo, aggiungendo all’acqua delle annaffiature del concime per piante da fiore, ogni 12-15 giorni.
Potatura – La potatura in genere consiste nella semplice rimozione delle infiorescenze appassite (o colte come fiori recisi), ma può anche essere utile accorciare tutti i rami di circa un quarto della loro lunghezza, dopo la fioritura, per ottenere un arbusto più compatto.
Moltiplicazione e impianto – La moltiplicazione della protea si ottiene per seme o per talea. Queste piante producono numerosi semi, generalmente fertili, che vanno fatti germinare in estate in un composto costituito da terriccio universale e sabbia, mantenuto costantemente umido. Quando compaiono le prime foglioline, la germinazione è avvenuta, ma bisogna attendere che le nuove piantine siano abbastanza robuste per trasferirle in vaso e poi eventualmente in piena terra. Moltissime protee in commercio però sono ibridi o cultivar, e propagandole per seme non si ha la garanzia di ottenere una pianta identica alla pianta madre. Inoltre le piante ottenute per seme impiegano 4-6 anni per iniziare a fiorire.
Se si vuole essere certi di ottenere fiori identici a quelli della protea che già si possiede, bisogna ricorrere al metodo delle talee. In estate inoltrata si asporta la cima dei fusti che non hanno prodotto fiori, utilizzando delle cesoie robuste e ben affilate, per la lunghezza di circa 8-10 cm, poi si toglie la gran parte delle foglie basali e si interrano le talee in un miscuglio di torba e sabbia in parti uguali; il terreno va mantenuto costantemente umido, in luogo luminoso ma non eccessivamente soleggiato. Quando la radicazione è avvenuta, le nuove piantine devono essere trasferite in vasi singoli, dove irrobustirsi prima della messa a dimora definitiva. Le nuove protee ottenute per talea spesso fioriscono già l’anno successivo alla radicazione.
Malattie – La protea non è soggetta a malattie specifiche. La carenza di minerali, in particolare di magnesio, può causare ingiallimento delle foglie.
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, protea ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.