Il pothos (Epipremnum aureum) è una delle piante da appartamento più conosciute: si tratta di una pianta sempreverde rampicante della famiglia delle Aracee originaria delle isole del Pacifico e diffusa anche in Australia e in Asia, dove cresce all’esterno allo stato spontaneo. In natura ne esistono più di quaranta specie diverse, ma nelle nostre case quella più comune è appunto la specie aureum.
Nel 1908 la specie era detta Scindapsus aureus, ma oggi il genere Scindapsus indica piante di un genere diverso da quello del pothos, anche se l due generi non sono facilmente distinguibili, differendo principalmente per il numero di semi che producono: Le specie Scindapsus hanno un ovulo in ciascun ovario mentre le specie Epipremnum ne hanno diversi. Ci possono essere diffrenze anche nelle foglie, per esempio, la specie Scindapsus spictus, originaria del Borneo, ha foglie di un verde più scuro e con puntini bianchi.
Le specie di Epipremnum differiscono essenzialmente per il colore delle foglie, che può virare verso il rosso o il bluastro con screziature argentate. Tuttavia, le caratteristiche delle varie specie, per quanto riguarda le cure colturali e le esigenze della pianta, sono essenzialmente le stesse.
Di natura rampicante, può essere fatto salire lungo un tutore, tipicamente ricoperto di muschio sintetico, oppure coltivato in una ciotola o un basket appeso e fatto ricadere verso il basso. Il pothos è così poco esigente in fatto di cure colturali che può essere coltivato per anni in un vaso riempito d’acqua o, in modo permanente, con la coltura idroponica.
Pothos – Cura
Per la facilità con cui può essere coltivato, il pothos è considerato tra le piante migliori da gestire, adatto anche a chi non è particolarmente portato per il giardinaggio.
Luce – La sua unica esigenza specifica è una posizione molto luminosa, anche se al riparo dai raggi diretti del sole, filtrati o che siano dai vetri delle finestre. Teme inoltre le correnti d’aria. Nel caso la pianta riceva la corretta esposizione alla luce, i suoi lunghi tralci possono arrivare, in condizioni ottimali, fino a 8 m. Le foglie hanno la caratteristica forma a cuore, sono coriacee, lucide, di un verde brillante screziato di bianco . Se invece è collocata in un luogo con scarsa illuminazione, le foglie assumono un colore uniforme.
Temperatura – In Italia, poiché il pothos non sopporta temperature inferiori a 10 °C, è coltivato quasi esclusivamente come pianta da interni. Nelle stagioni più calde il pothos può essere portato all’esterno, ma occorre fare molta attenzione a evitare i raggi diretti del sole. La posizione ideale è una molto luminosa, ma in ombra nelle ore centrali della giornata, al riparo dai venti.
Animali e bambini – Pur non essendo velenose, le foglie contengono ossalati di calcio che, se ingeriti, possono causare ustioni alla bocca e al tratto digerente. In presenza di cani o bambini, occorre quindi sorvegliare che non ingeriscano grandi quantità di foglie. Viceversa, la sua presenza ha un notevole impatto sulla qualità dell’aria della casa, in quanto è in grado di eliminare anche elementi tossici potenzialmente presenti negli interni, come la formaldeide, il benzene e lo xilene.

Epipremnum aureum ‘Golden’ (pothos Golden)
annaffiature – Le irrigazioni devono essere molto contenute in quantità, ma periodiche, in modo da lasciare il substrato leggermente umido, ma non inzuppato d’acqua. Se il pothos è fatto arrampicare su un tutore, è importante vaporizzare con acqua il substrato, perché lungo i tralci si sviluppano radici aeree in grado non solo di attaccarsi al sostegno, ma anche di assorbire l’umidità dell’ambiente.
Terreno – Il terreno non dev’essere di un tipo particolare, è sufficiente che sia leggero e poco predisposto ai ristagni idrici.
Concimazione – Le operazioni di fertilizzazione sono semplici: si può aggiungere un concime per piante verdi nell’acqua delle irrigazioni una volta al mese o ogni due mesi, oppure del concime organico o uno a lenta cessione alla terra del vaso, almeno una volta all’anno.
Moltiplicazione – Riprodurre un pothos è facilissimo: è sufficiente tagliare un’estremità dei suoi lunghi tralci e metterla in acqua. Le talee così create devono avere tre o quattro foglie al massimo. In poco tempo, saranno in grado di generare le radici e a quel punto la piantina potrà essere trasferita nel terreno.
Fioritura – La produzione di fiori è in sostanza insignificante: i piccoli fiorellini sono visibili negli esemplari che crescono spontanei nelle regioni d’origine, ma raramente si possono ammirare nelle nostre case. Per questo motivo, il concime liquido più adatto è quello ad alto titolo di azoto per piante verdi.
Malattie e avversità – Il pothos è una pianta molto resistente e generalmente soffre per cure colturali errate. Troppa acqua fa ingiallire le foglie o vi provoca la comparsa di macchie brune. Viceversa se si fa intercorrere troppo tempo tra un’annaffiatura e l’altra e il terreno secca troppo, le foglie seccano e cadono. La malattia più comune del pothos è l’infestazione del ragnetto rosso (Tetranychus urticae), un acaro molto ghiotto delle foglie di tante piante; infatti, colpisce, tra le altre, anche il pomodoro, la soia, il fagiolo e molte piante da frutta. L’infestazione del ragnetto rosso si presenta con la comparsa di puntini bianchi sulle foglie, dapprima sul lembo inferiore, dove generalmente alberga l’acaro. A causa delle sue piccole dimensioni, non è possibile scorgerlo a occhio nudo, ma le conseguenze della sua presenza possono essere molto gravi per la pianta. Infatti, l’acaro è in grado di generare colonie molto popolose. Siccome il parassita si ciba di clorofilla, le foglie a poco a poco si decolorano, seccano e muoiono. Senza clorofilla la pianta non è in grado di nutrirsi e può arrivare anche a morire. Per contrastare il ragnetto rosso, nel caso di una presenza massiccia, l’unica soluzione è l’uso di insetticidi specifici (come l’abamectina o l’etoxazolo). Il prodotto va diluito in una soluzione con acqua e spruzzato sulle foglie. I rimedi naturali contro il ragnetto rosso consistono nell’utilizzo di specie animali nemiche, come le coccinelle, ma sono soluzioni scarsamente praticabili in casa. Volendo evitare l’insetticida, si possono usare preparati a base di zolfo.
Se invece si esagera con l’umidità, il pothos può essere attaccato da forme di muffa grigia o dalla botrite (una malattia fungina). Il modo migliore per combatterle è assicurare alla pianta le condizioni ottimali di umidità, senza esagerare. Nel caso l’attacco si manifesti, esistono in commercio fungicidi specifici (si consiglia di leggere sempre attentamente le istruzioni d’uso).
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, mahonia ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.