La photinia è una pianta perenne della famiglia delle Rosacee. Il genere Photinia comprende circa sessanta specie di piccoli alberi e grandi arbusti,.
Classificazione – Genere: Photinia; famiglia: Rosacee.
Origine – La photinia è originaria dei boschi dell’Himalaya e dell’Asia orientale e sud-orientale.
Usi – Le specie decidue si coltivano in un giardino tenuto a bosco o sui prati, come esemplari isolati o come un boschetto, visto le dimensioni contenute che raggiungono (massimo 6-10 m, a seconda della specie). Le specie sempreverdi invece sono un’ottima scelta per creare siepi.
Etimologia – Il nome del genere, Photinia, deriva dal greco photeinόs, luminoso, chiaro, splendente.
Altri nomi – Fotinia.
Indice

Una siepe di Photinia x fraseri ‘Red Robin’
Photinia – Specie principali
Esistono diverse specie di photinia, ma quella più conosciuta è la photinia fraseri (Photinia x fraseri), che in realtà è un ibrido tra la Photinia glabra e la Photinia serratifolia. La Photinia glabra è un fitto arbusto originario del Giappone, e raggiunge un’altezza massima di tre metri. La Photinia serratifolia invece è un vero e proprio albero con la chioma espansa, originario della Cina, che raggiunge un’altezza massima di 12 metri e che, rispetto alle altre specie di photinia, è più sensibile al freddo (specie semi-rustica).
Photinia fraseri – La photinia fraseri (Photinia x fraseri) ha ereditato dalle specie di cui è ibrida il bel fogliame lucido verde scuro e il colorito rosso delle foglie giovani. Anch’essa è una pianta sempreverde che porta fiori piccoli raccolti in pannocchie quasi piatte larghe fino a 15 cm, spesso leggermente profumate. I frutti compaiono talvolta nella cultivar “Birmingham” e sono piccole sfere rosse. La cultivar più conosciuta e utilizzata è la “Red Robin” dal portamento molto compatto con il fogliame giovane di un rosso vivo.
La coltivazione a siepe
La photinia un’ottima alternativa da altre piante da siepe, come il classico lauroceraso o il viburno. La bellezza del suo fogliame ornamentale, le poche cure colturali di cui necessita e la persistenza delle foglie in inverno ne fanno una scelta ideale per siepi frangivento o di divisione, ai margini delle proprietà. Si ricorda infatti che la photinia non è molto esigente in fatto di terreno, basta solo che non presenti ristagni idrici. L’esposizione da pieno sole a mezz’ombra ne fanno una pianta molto versatile. La resistenza all’inquinamento inoltre ne fanno una pianta ideale per le siepi divisorie che fronteggiano le strade urbane.
Per coltivare una siepe di photinia, generalmente si parte dalle piantine già formate, in vaso. L’impianto può essere fatto in tutti i mesi dell’anno, ad esclusione di quelli più freddi nelle aree dove il terreno è ghiacciato, anche se il periodo ideale per apprezzare la fioritura è l’impianto a inizio primavera.
Per formare una siepe di photinia si piantano gli esemplari a distanza regolare, ma non troppo fitta perché le piantine saranno in grado di espandersi anche in larghezza. La buca d’impianto andrà opportunamente lavorata e concimata e le irrigazioni limitate solo al primo anno; in seguito, la photinia sarà in grado di adattarsi alla sola acqua piovana, tranne qualche irrigazione di soccorso durante il periodo più secco dell’estate.
Photinia – Coltivazione
La photinia è coltivata per il bel fogliame ornamentale, le specie sempreverdi hanno le foglie hanno un bel colore verde scuro, lucido, rossastro nelle foglie giovani. Le specie decidue hanno colori autunnali che virano verso il rosso. La photinia porta piccoli fiori a cinque petali, spesso riunite in pannocchie terminali (all’apice dei rami) o ascellari (dalle ascelle delle foglie). I frutti sono rossi, di dimensione variabile, sferici oppure ovoidali. Pianta rustica, o quasi rustica, negli esemplari più sensibili ai freddi invernali si consiglia di piantarli contro un muro o al riparo degli alberi.
Vita – Pianta perenne.
Dimensioni – Dai 3 ai 12 m; larghezza: 3 m.
Tempo altezza massima – 20 anni.
Esposizione – Le varie specie di Photinia prediligono il pieno sole o, al più, la mezz’ombra. VAnno difese dai venti troppo intensi o secchi.
Temperatura – Tollera temperature comprese tra -15 e 40 °C.
Terreno – Alcune specie (Photinia villosa) preferiscono il terreno acido, mentre le più comuni si adattano a tutti i tipi di terreno, purché mantenuto umido e ben drenato.
Fioritura – Da metà aprile a fine maggio.
Annaffiatura – Nel corso del primo anno dall’impianto le piantine necessitano di annaffiaturre regolari da primavera all’autunno. In seguito, sono sufficienti solo annaffiature d’emergenza in estati siccitose.
Concimazione – Una buona concimazione a lenta cessione in autunno è sufficiente.
Potatura – Se la photinia è coltivata come esemplare singolo o a boschetto, la potatura avviene dopo la fioritura per togliere i rami secchi e i fiori (se non si vogliono ottenere le bacche, nelle specie che le producono) o eventualmente correggere qualche difetto del portamento della chioma. Se lasciata libera di crescere, può assumere infatti il portamento di un alberello. Se invece si alleva a siepe, le potature possono essere diverse: la siepe può essere più o meno formale, quindi le piante possono diventare un vero e proprio “muro” vegetale, di forma squadrata, oppure con una crescita più libera si controlla solo il livellamento in altezza ed eventuali rami disordinati che dovessero uscire dalla base o lateralmente.
In genere la siepe di photinia si pota in primavera e in tarda estate. La potatura a fine inverno, in genere a marzo, è riservata solo per limitare, se si vuole, la vigoria dei rami alla base, stando attenti a non eliminare i rami più alti che porteranno i fiori, in caso contrario si rischia di perdere la fioritura primaverile. Si ricorda comunque di limitare la potatura nelle piante più vecchie, lasciando le potature più decise all’età giovanile della pianta, quando di deve decidere la sua formazione.

La scelta di coltivare una fotinia (nella foto, Photinia x fraseri ‘Red Robin’) come esemplare isolato ad alberello, invece che a siepe, è meno comune ma ugualmente decorativa, adatta specialmente ai piccoli giardini
Moltiplicazione e impianto – In genere le piante di photinia sono acquistate già formate, in vaso, pronte per l’impianto. La propagazione per seme è possibile, ma più lunga e spesso inefficace. Si possono fare talee semi legose in estate.
Malattie – La Photinia è soggetta al colpo di fuoco batterico, una malattia causata dal batterio Erwinia amylovora. Si tratta della più grave malattia che colpisce le piante della famiglai delle Rosacee e può provocare in pochi giorni il dissecamento completo e la morte della pianta. La Photinia può essere colpita da oidio e da macchie fogliari, specie se messa a dimora in luoghi poco esposti al sole.
La coltivazione in vaso
La photinia può essere facilmente coltivata in vaso, che dovrà essere ampio e profondo e con il fondo ben drenato da ghiaia o argilla. In genere la si sfrutta per creare schermi divisori o per tutelare la privacy sui terrazzi cittadini. Nella coltivazione in vaso la photinia necessita di irrigazioni più regolari e costanti, facendo attenzione che l’acqua non si accumuli nel sottovaso, che sarebbe meglio non usare perché la photinia teme i ristagni idrici.
La photinia è velenosa?
Le foglie della photinia, come quelle del lauroceraso, contengono precursori dell’acido cianidrico, pertanto si sente spesso dire che la photinia è velenosa, essendo in effetti il cianuro un potente veleno. Tuttavia occorre ricordare che, per fare effetto, la quantità di foglie o bacche ingerite non può essere minimale. Sono stati riportati casi in letteratura di cavalli e pecore morti dopo aver mangiato le foglie mischiate al foraggio. Per quanto riguarda i nostri animali domestici, è improbabile che cani e gatti mangino le foglie, mentre la pianta è più appetibile, e per questo più pericolosa, per i conigli che potrebbero essere attratti dalle foglie coriacee.
La photinia è un pianta molto resistente alle malattie e può essere attaccata occasionalmente da oidio e cocciniglia. Il pericolo maggiore però deriva dal colpo di fuoco batterico, una malattia fungina che colpisce molte piante della famiglia delle Rosacee e che provoca il disseccamento della chioma e, nei casi più gravi, la morte della pianta, anche in pochi giorni.