Il papiro (Cyperus papyrus) è una pianta erbacea perenne della famiglia delle Ciperacee nota soprattutto per la superficie da scrittura che se ne ricavava in passato nell’antico Egitto.
Classificazione – Genere: Cyperus; famiglia: Ciperacee.
Origine – Il papiro è originario dell’Africa tropicale e subtropicale.
Habitat – Il papiro cresce spontaneamente lungo i corsi d’acqua a corrente lenta, spesso con le radici sommerse. In Europa cresce in natura solo nelle aree dove una presenza abbondante di acque basse è associata a una temperatura calda. In Italia è presente solo in alcune zone della Sicilia.
Usi – Per l’uso che se ne faceva in passato, oggi il papiro egiziano è stato sostituito dalla carta, perciò viene coltivato soprattutto a scopo ornamentale.
Etimologia – Il nome del genere deriva dal greco cýpeiros, che significa giunco con spigoli, cipero. L’epiteto specifico deriva da papyrus, papiro, pianta dalla quale si estraeva la carta e, per estensione, in passato designava la carta stessa (dal greco pápyros, a sua volta derivato dal copto nâpirop).
Curiosità – L’importanza storica del papiro è testimoniata da molte lingue europee, in cui la carta è indicata da un vocabolo che deriva appunto da “papiro”; si pensi, infatti, all’inglese “paper”, al francese e al tedesco “papier” e allo spagnolo “papel”.

Particolare delle infiorescenze del papiro (Cyperus papyrus)
Papiro – Coltivazione
Il papiro si presenta come una canna di palude con fusti alti da 2 a 5 metri, molto sottili e lisci, di colore verde brillante, e ha radici rizomatose legnose molto grosse. I fusti sono privi di foglie fino alla sommità dove si sviluppa una corona di brattee nastriformi. Le infiorescenze sono composte da lunghi e fitti raggi disposti a ombrello, arcuati, posti all’estremità dei fusti.
Vita – Pianta perenne.
Dimensioni – Altezza: 80 cm; larghezza: 50 cm.
Tempo altezza massima – 7 anni.
Esposizione – Il papiro può essere coltivato sia in giardino sia in vaso, rispettando le sue esigenze: necessita di molta luce ma non deve essere esposto troppo ai raggi diretti del sole nelle ore più calde.
Temperatura – La temperatura media ideale è di circa 22°C e l’ambiente deve essere umido. Teme invece molto il freddo sotto i 10°C.
Terreno – Il terreno ideale è profondo, molto umido e fertile ma ben drenato, per questo è utile mescolare il terriccio a pezzi di carbonella sbriciolata.
Fioritura – La fioritura avviene a partire dagli inizi di giugno fino alla fine del mese di agosto ed è seguita dallo sviluppo di frutti simili a spighe.
Annaffiatura – Il papiro richiede molta acqua, soprattutto se coltivato in vaso: il terreno deve sempre essere umido ma bisogna fare attenzione a evitare i ristagni idrici, perciò in giardino è bene piantarlo vicino a dell’acqua, se possibile, e in vaso è consigliabile usare un sottovaso da tenere sempre pieno d’acqua. La pianta va quindi annaffiata abbondantemente in estate, mentre nella stagione fredda si può sospendere l’irrigazione, limitandosi a nebulizzare il papiro e il terreno con acqua non calcarea.
Concimazione – La concimazione va fatta da marzo a settembre, ogni 15 giorni, con un concime liquido ricco di azoto diluito nell’acqua delle annaffiature.
Potatura – La potatura non è necessaria per le piante di papiro: è necessario solo eliminare le foglie o gli steli secchi per evitare che diventino veicolo di malattie e parassiti.
Moltiplicazione e impianto – Il papiro si può riprodurre per seme, per talea o per divisione dei cespi. La semina va fatta in primavera: i semi vengono interrati in un composto di torba e sabbia mantenuto costantemente umido fino alla comparsa dei germogli. La talea, invece, può essere fatta in qualsiasi periodo dell’anno, mettendo a radicare i ciuffi apicali del papiro a testa in giù in un recipiente pieno d’acqua, fino a che non si svilupperanno le radici e le nuove piantine potranno essere poste in vaso. La divisione dei cespi va fatta in autunno: si toglie la pianta del papiro dal vaso e si staccano dalla pianta madre delle porzioni di rizomi con radici ben sviluppate, trapiantandole in vasi contenenti terriccio ricco, soffice e ben drenato. Se il papiro viene coltivato in vaso, va effettuato il rinvaso quando le radici hanno occupato tutto lo spazio a disposizione e fuoriescono dai fori di scolo sul fondo. Il periodo consigliato è la primavera.
Malattie – Il papiro può essere attaccato dalla cocciniglia farinosa e dalla cocciniglia a scudo, riconoscibili per le macchie brune che lasciano sulle foglie: vanno eliminate manualmente con acqua e sapone oppure alcol, intervenendo con gli antiparassitari solo in caso di infestazioni gravi.
Tra le malattie fungine, il papiro rischia solo il marciume delle radici causato dai ristagni idrici. Se si nota, invece, che le foglie sono sbiadite o ingiallite, è probabile che la causa sia un’eccessiva esposizione ai raggi diretti del sole, mentre se hanno la punta secca la pianta deve ricevere più acqua o essere posta in un ambiente più umido.

Nell’antico Egitto il papiro era usato anche nell’alimentazione
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, abelia ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.