L’olmo è una pianta appartenente alla famiglia delle Ulmacee; è coltivato per il portamento della chioma espansa e l’aspetto ornamentale di foglie e fiori. Si tratta di un albero deciduo completamente rustico che tollera temperature molto al di sotto dello zero. Visto il portamento maestoso e lo sviluppo (può raggiungere i 30 metri di altezza) in genere si pianta in giardino come esemplare isolato e punto focale.
Tra le varie specie, le più importanti sono l’olmo campestre (Ulmus minor) e l’olmo montano (Ulmus glabra); tra i due è stato prodotto anche un ibrido (Ulmus x hollandica). Se coltivato ad arbusto, con frequenti potature, la specie Ulmus minor può servire anche come pianta da siepe.

Un grande esemplare di olmo campestre
Caratteristiche della pianta
L’olmo è molto apprezzato per il fogliame, con lunghe foglie (fino a 15-20 cm) profondamente solcate dalle nervature e che in autunno spesso virano verso colori vistosi (giallo oro brillante). A seconda della specie, in primavera o in autunno sbocciano dalle gemme ascellari delle foglie piccoli fiori rossi riuniti a mazzetti, dalla tipica forma di campanella. Allo stato spontaneo è presente in Italia fino a un’altitudine di mille metri.
I frutti
I fiori sono seguiti da frutti, costituiti da un seme alato circondato da una membrana quasi trasparente verde o marrone (in botanica si usa il termine samara), che può avere forma ovale o rotonda. Le samare dell’olmo sono riuniti in gruppi e maturano precocemente, anche a fine primavera.

Foglie e frutti (samare) di un Ulmus minor
L’olmo campestre
L’olmo campestre (Ulmus minor) è un albero dal portamento colonnare espanso, con rami spesso arcuati e leggermente penduli. Le foglie sono lucide e, rispetto agli altri tipi di olmo, di forma più arrotondata. I frutti sono verdi di dimensione massima di un centimetro. Un tempo molto comune, in Italia è stato decimato da una grave malattia, la grafiosi dell’olmo, causata da un fungo ascomicete (l’Ophiostoma ulmi) che si annida negli anelli giovani del tronco e impedisce lo scorrere della linfa, portando ben resto la pianta alla morte, soprattutto di piante di dimensioni ed età maggiori.
Per cercare di contenere la malattia, spesso si alleva la pianta ad arbusto, limitando quindi la crescita del tronco. Nel dopoguerra, in Italia è stata introdotta una specie di olmo, l’olmo siberiano (Ulmus pumila), che ha uno sviluppo più limitato (massimo 20 metri) e che sembra parzialmente resistente dalla malattia, come anche l’ibrido Ulmus x hollandica. Purtroppo non si conosce un rimedio a questa malattia; l’unica avvertenza è eliminare prontamente gli esemplari malati per evitare il diffondersi del fungo.

Foglie malate di olmo colpito da grafiosi
L’olmo montano
Assai simile è l’olmo montano (Ulmus glabra), dallo sviluppo ancor più vigoroso (può raggiungere anche i 40 m d’altezza), di cui però è stata selezionata anche una cultivar dal portamento pendulo (‘Camperdownii’) che arriva al massimo a 8 metri, adatta a giardini medio-piccoli. Le foglie erano utilizzate un tempo come foraggio del bestiame.

Ulmus glabra
Coltivazione
L’olmo, oltre che del necessario spazio per il suo sviluppo, necessita solo di un terreno profondo e ben drenato, con un’esposizione in pieno sole o in ombra parziale. La potatura non è strettamente necessaria, se non per eliminare rami vecchi o secchi, e si fa a fine inverno o a fine autunno. Oltre alla grafosi, gli olmi sono sensibili all’armillaria e a parassiti (afidi).