Il melitoto (Melitotus officinalis) è una pianta erbacea della famiglia delle Fabacee (Leguminose).
Classificazione – Genere: Melitotus; famiglia: Fabacee (Leguminose).
Origine – L’erbacea è originaria dell’area mediterranea europea e dell’Africa settentrionale.
Habitat in Italia – Diffusa in tutta Italia tranne che in Sicilia, si può trovare fino a 1400 m sul livello del mare. Il suo habitat sono aree rurali anche in terreni poveri o ai bordi delle strade di campagna.
Usi – Si coltiva bene in aiuole di piante spontanee o in giardini di campagna dove si vuole privilegiare l’aspetto rustico e naturale. Per le sue poche esigenze colturali, si adatta anche in zone poco fertili, aride e povere. Si coltiva anche come foraggio per gli animali o per attirare le api e produrre un miele molto dolce. Può essere usato anche da interrare per migliorare il tipo di terreno (tecnica dello sovescio).
Etimologia – Il termine melitoto deriva da miele, in riferimento alla capacità di attirare le api che hanno i fiori.
Altri nomi – Ha come sinonimi Trigonella officinalis o Melitotus arvensis. In italiano è conosciuto anche come melitoto comune o erba vetturina gialla.
Indice

La fioritura di melitoto (Melitotus officinalis)
Melitoto – Specie
Il melitoto è una pianta erbacea annuale o al più a ciclo biennale. Ha le gemme poste al livello del terreno, dal quale si dipartono lunghi steli. Le foglie sono composte da tre foglioline (da cui il nome Trigonella); i fiori sbocciano da aprile ad agosto (a secondo della temperatura della zona), sono raggruppati in infiorescenze (racemi) e sono di un giallo brillante. Sono molto profumati.
Un tempo il melitoto era usato per le sue proprietà fitoterapiche, per contrastare infiammazioni, come antispasmodico e per contrastare l’insonnia. In antichità erano conosciuti anche i suoi effetti per contrastare la stasi venosa e la ritenzione idrica. La principale sostanza contenuta nel melitoto è la cumarina, che però può avere notevoli effetti anticoagulanti. Per questo motivo l’utilizzo in fitoterapia del melitoto può avere effetti collaterali gravi, specie in chi assume farmaci anticoagulanti e il suo utilizzo andrebbe attentamente valutato con il proprio medico.
Melitoto – Coltivazione
La coltivazione del melitoto è semplice; la pianta non necessita di molte cure e si adatta a tipi diversi di substrato, anche i più poveri.
Vita – Annuale o al più biennale.
Dimensioni – Il fusto può arrivare anche al metro di altezza formando in epoca di fioritura una piccolo cespuglio.
Tempo altezza massima – Pochi mesi.
Esposizione – La pianta va posta in pieno sole o a mezz’ombra.
Temperatura – Rustica, resiste al freddo invernale.
Terreno – Predilige terreni argillosi, ma sa adattarsi anche a quelli più secchi e sabbiosi. Non necessita di un substrato fertile, sapendosi accontentare anche di terreni poveri.
Fioritura – Da marzo ad agosto, a seconda della temperatura. In genere il picco della fioritura si ha a luglio.
Annaffiatura – Non servono eccessive annaffiature, se non nei periodi di estrema siccità.
Concimazione – Non necessaria.
Potatura – Se trattata da annuale in genere è eliminata alla fine della fioritura. Se biennale, può essere utile accorciare i rami in autunno per l’anno successivo.
Moltiplicazione e impianto – Si propaga molto bene per semina, direttamente a dimora, avendo cura di porre i semi a una distanza di circa 20 cm perché la pianta crescendo si espande intorno. Spesso si adotta una semina a file. La semina si effettua a fine autunno o fine inverno.
Malattie – Pianta molto rustica non ha malattie o parassiti specifici.