La lonicera è una pianta arbustiva perenne più nota nel nostro Paese con il nome di caprifoglio, anche se del genere Lonicera fanno parte anche altre piante oltre alla Lonicera caprifolium. Le piante di questo genere, appartenenti alla famiglia delle Caprifoliacee, sono soprattutto arbustive, spesso rampicanti, rustiche o semi-rustiche, e sono coltivate soprattutto in giardino.
Classificazione – Genere: Lonicera; famiglia: Caprifoliacee.
Origine – La lonicera è originaria per lo più dell’America e dell’Estremo Oriente, ma esistono anche alcune specie che crescono spontanee in Italia.
Habitat – I caprifogli allo stato libero crescono su un territorio particolarmente vasto che comprende oltre al continente europeo, tutte le altre zone situate che si trovano nell’emisfero boreale come l’Asia, l’Africa e l’America, con particolare rilevanza per le regioni montuose dell’Asia centrale e orientale.
Usi – Le specie rampicanti del genere Lonicera sono utilizzate per ricoprire muri o pergolati o creare gallerie, le arbustive per la formazione di macchie, siepi o per dividere zone diverse del giardino.
Etimologia – Il nome del genere, Lonicera, è una dedica di Linneo al medico e botanico tedesco Adam Lonitzer (latinizzato in Lonicerus, 1528-1586), autore di un trattato sulle erbe medicinali. L’epiteto specifico della specie più nota, caprifolium, deriva dai termini capra, capra e fólium, foglia: forse perché le foglie della pianta sono gradite alle capre.
Altri nomi – La specie Lonicera caprifolium è conosciuta in Italia con diversi nomi: caprifoglio comune, madreselva comune, abbracciabosco, legabosco, uva di San Giovanni, manicciola.
Indice

La Lonicera caprifolium è un arbusto deciduo che produce fiori profumati che si trasformano in bacche rosso-arancione
Lonicera caprifolium e altre specie
La specie più nota di questo genere, tanto da esservi identificata, è il caprifoglio comune, cioè la Lonicera caprifolium, che ha portamento lianoso, può raggiungere i 5-6 metri di altezza e produce fiori rossi con sfumature rosa e bianco crema e piccole bacche arancione chiaro.
Altre specie che crescono in Italia sono:
- Lonicera nitida, sempreverde, resistente al freddo, utilizzata come pianta da siepe ma anche come singolo esemplare, alta fino a 2 metri, con crescita medio-rapida e con fiori bianco-giallastri, che sbocciano in primavera;
- Lonicera pileata, di origine cinese, bassa e cespugliosa, con foglie sottili e lucide, fiori verde-gialli e bacche viola.
- Lonicera japonica, originaria dell’Estremo Oriente, con fiori gialli e un’altezza che può toccare i 10 metri;
- Lonicera fragrantissima, originaria dell’Asia, alta fino a 2-3 metri, così chiamata perché i suoi fiori bianchi sono profumatissimi;
- Lonicera periclymenum, a portamento lianoso con fiori viola e frutti rosso acceso;
- Lonicera alpigena, o caprifoglio alpino, montano, a portamento cespuglioso e con fiori e frutti rosso pallido;
- Lonicera xylosteum, o caprifoglio peloso, con fiori bianchi e rossi e foglie ricoperte di leggera peluria;
- Lonicera implexa, o caprifoglio mediterraneo, con fiori bianco-rosati e alta fino a 2 metri;
- Lonicera caerulea, specie diffusa soprattutto la ‘Kamtschatica’, con fiori blu scuro allungati, detta anche Mirtillo siberiano.

Caprifoglio a cupola (Lonicera pileata)

Caprifoglio giapponese (Locinera japonica)

Caprifoglio mediterraneo (Lonicera implexa)
Lonicera – Coltivazione
Le foglie della lonicera sono ovali o oblunghe, a seconda della specie, e opposte sugli steli. I fiori possono essere bianchi, gialli, rosa, rossi, profumati o senza profumo, e sono raccolti in infiorescenze. La fioritura avviene di solito in estate, ma per alcune specie, come la Lonicera frangrantissima, avviene in primavera. Il fusto è molto ramificato e l’altezza varia dai 30 cm fino ai 6-7 metri. I frutti sono delle piccole bacche rosse, nere o blu scuro che sono considerate tossiche, tranne quelle della specie Lonicera angustifolia, che sono commestibili e consumate abitualmente in Asia.
Vita – Pianta perenne.
Dimensioni – Le dimensioni variano a seconda delle specie; si veda a tale proposito il paragrafo precedente.
Tempo altezza massima – La Lonicera caprifolium impiega circa 10 anni per raggiungere la sua altezza massima.
Esposizione – L’esposizione ideale per la lonicera è di solito la mezz’ombra, anche se ci sono specie che tollerano il pieno sole. Molte delle specie più coltivate mostrano una buona resistenza al freddo e non richiedono protezioni invernali, altre invece possono essere coltivate solo in regioni dal clima mite, oppure in serra.
Temperatura – La temperatura ideale dipende molto dalla specie.
Terreno – Il terreno ideale per la coltivazione del caprifoglio è profondo, lavorato e ben drenato affinché non sia troppo compatto, composto da torba e sabbia in parti uguali, una parte di terriccio organico e una parte di lapillo lavico.
Fioritura – La fioritura inizia nel mese di maggio e termina generalmente alla fine del mese di luglio.
Annaffiatura – Le annaffiature devono essere frequenti nelle stagioni calde, mentre in autunno e in inverno va fornita acqua solo quando il terreno è completamente asciutto.
Concimazione – La concimazione è importante per garantire alla lonicera una crescita e una fioritura rigogliose, e va fatta in estate aggiungendo del concime liquido all’acqua delle annaffiature.
Potatura – La potatura è importante per le piante a portamento rampicante, per contenerne le dimensioni, ed è bene effettuarla ogni 2 o 3 anni. A fine inverno bisogna effettuare poi una lieve potatura dei rami laterali che hanno un anno di vita, così da stimolare la pianta a produrne di nuovi. Per stimolare la fioritura si possono potare in autunno le ramificazioni che hanno portato i fiori in estate. Le piante di lonicera a portamento arbustivo, invece, vanno potate ogni anno a fine inverno, accorciando i rami giovani fino a metà della loro lunghezza.
Le specie rampicanti di lonicera non sono capaci di attaccarsi autonomamente a strutture lisce come i muri, perché si aggrappano tramite fusti volubili e non tramite ventose (come invece l’edera). È quindi necessaria una struttura di sostegno con dei cavi di acciaio robusti o dei pali in legno se si desidera far arrampicare la pianta in un luogo specifico. Meglio evitare però di farla arrampicare su alberi o altri vegetali perché, col tempo, potrebbe danneggiarli.
Moltiplicazione e impianto – La lonicera si può riprodurre per seme, per propaggine e per talea. La propaggine si effettua a fine estate, interrando in un contenitore protetto porzioni di ramo che, dopo aver germogliato, in primavera, potranno essere piantate singolarmente. Per la moltiplicazione per talea si prelevano le talee legnose durante l’autunno o semi-legnose in estate, poi in entrambi i casi le si interrano in un miscuglio di sabbia e torba fino alla comparsa dei nuovi germogli, quando le nuove piantine potranno essere messe a dimora definitiva, operazione da fare preferibilmente in autunno o in primavera.
Malattie – Le piante di lonicera possono essere soggette ad attacchi da parte di malattie crittogamiche come l’oidio o mal bianco, il marciume radicale causato dal ristagno idrico la, cercosporiosi (detta piombatura o mal del piombo). Da giovani, inoltre, possono essere attaccate da parassiti come afidi e cocciniglia.

Alcuni fiori delle lonicere producono un nettare dolce che è usato per preparare sciroppi o sorbetti
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, lonicera ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.