Il lauroceraso (Prunus laurocerasus) è una pianta arbustiva sempreverde del genere Prunus e appartenente alla famiglia delle Rosacee.
Classificazione – Genere: Prunus; famiglia: Rosacee.
Origine – Il lauroceraso è originario dell’Asia minore e dell’Europa orientale; nel nostro Paese è stato importato nel corso del XVI secolo.
Habitat in Italia – Formazioni boschive, boscaglie da 0 a 1.000 m s.l.m.
Usi – Le caratteristiche del lauroceraso lo rendono molto adatto come pianta da siepe; è, infatti, una pianta vigorosa e dalla vegetazione fitta e compatta; peraltro ha uno sviluppo piuttosto rapido (può raggiungere i 15 metri di altezza). Visto il suo gradevole aspetto, il lauroceraso costituisce un’ottima scelta anche come pianta ornamentale.
Etimologia – Si ritiene che il nome del genere, Prunus, derivi dal greco prounon, una variante di proumnon, di origine ignota. L’albero è proumnē. Molti autori lo ritengono un termine preso in prestito da un linguaggio pre-greco dell’Asia Minore. Il primo uso di Prunus come un nome di genere è attribuito a Linneo; l’epiteto specifico, laurocerasus si riferisce, probabilmente, alla somiglianza delle foglie con quelle del Laurus nobilis.
Altri nomi – Il lauroceraso è noto anche come Lauro regio o Lauro imperiale.
Curiosità – Secondo alcuni il termine lauroceraso deriva dai termini latini laurus (alloro) e cerasus (ciliegio).

I frutti del lauroceraso sono delle piccole bacche di colore nero; sia queste che le foglie contengono acido cianidrico e, conseguentemente, risultano tossiche per l’uomo e per gli animali.
Lauroceraso – Coltivazione
Il lauroceraso è una pianta molto diffusa nei giardini del nostro Paese; è un arbusto piuttosto vigoroso e caratterizzato da una notevole resistenza; lo caratterizza una vegetazione molto fitta e compatta; ha foglie ovali di color verde scuro, lanceolate, dai margini dentati, piuttosto spesse, dure e lucide.
Nel corso della stagione primaverile fanno la loro comparsa, sull’apice dei rami, dei piccoli fiori bianchi e dalla forma stellata riuniti in pannocchie erette; i fiori hanno un profumo molto intenso e non tutti lo trovano gradevole. I frutti del lauroceraso sono delle piccole bacche di colore nero; sia queste che le foglie contengono acido cianidrico e, conseguentemente, risultano tossiche per l’uomo e per gli animali.
Non è una pianta che necessita di particolari attenzioni; raramente viene colpita da malattie.
In commercio sono disponibili diversi tipi di lauroceraso, fra le quali alcuni con foglie molto scure, rossastre o brune.
Vita – Pianta perenne.
Dimensioni – Altezza: 10-15 m; larghezza 8 m.
Tempo altezza massima – Circa 40 anni.
Esposizione – I laurocerasi prediligono le posizioni soleggiate, ma possono tranquillamente sopravvivere anche in posizioni a mezz’ombra o addirittura all’ombra, in quest’ultimo caso però rischiano di fiorire molto poco o addirittura per niente.
Temperatura – Il lauroceraso sopporta bene le basse temperature (fino a -10 °C; temperature inferiori possono causare bruciature della sua vegetazione più esterna) così come resiste bene all’umidità e al caldo.
Terreno – Il substrato ideale per la coltivazione del lauroceraso è un terreno abbastanza umido e neutro, con pH non superiore a 7,5. Se si è intenzionati a coltivare un lauroceraso, prima di posizionare la pianta è opportuno predisporre una buca d’impianto di dimensioni piuttosto ampie; il terreno andrà lavorato con notevole cura e arricchito con stallatico maturo oppure con concime granulare a lento rilascio; il terreno va leggermente ammorbidito con un po’ di sabbia.
Fioritura – Da circa metà maggio fino agli inizi della stagione estiva.
Annaffiatura – I laurocerasi amano i terreni umidi e, contrariamente ad altre piante, sono in grado di sopportare, seppur per breve tempo, i ristagni idrici; è comunque opportuno, nei limiti del possibile, evitare questa evenienza. Nel corso del primo anno di impianto, le irrigazioni del lauroceraso devono essere effettuate in modo regolare per tutto il periodo che va da marzo a settembre; in seguito sarà generalmente sufficiente l’acqua piovana; nel caso di siccità prolungate e nel corso di settimane particolarmente calde sono comunque consigliabili alcuni interventi idrici.
Concimazione – Pianta molto rustica, in genere dopo il primo anno d’impianto non necessita di concimazioni specifiche. Può essere utile concimare una volta l’anno con concime organico o a lenta cessione.
Potatura – Per quanto concerne le potature, quelle del lauroceraso vanno effettuate una volta terminata la stagione invernale (si provvederà alla rimozione dei rami eventualmente rovinati) e dopo la fioritura; si può intervenire anche nel caso in cui la pianta sviluppi alcune ramificazioni che modificano l’originaria della chioma.
Moltiplicazione e impianto – Di norma, il lauroceraso viene coltivato in piena terra, ma nulla impedisce che lo si allevi anche in vaso; ovviamente, fatta eccezione per alcune varietà nane, i contenitori dovranno essere piuttosto capienti se si vuole che le piante sviluppino senza particolari problemi.
Il lauroceraso può essere propagato per talea o per seme. La propagazione per talea è la modalità più semplice; le talee devono essere prelevate a primavera inoltrata oppure nel corso della prima parte dell’estate. La talea va preparata dividendo i rami in parti più piccole di circa 10 cm; si asportano le foglie presenti nella parte bassa e si tagliano a metà quelle superiori.
La talea si immerge poi nell’ormone radicante dopodiché la si inserirà in un substrato di coltivazione composto da torba (oppure terriccio universale) mischiata a un pari quantitativo di sabbia, in modo da garantire un buon drenaggio.
I vassoi di taleaggio devono essere conservati in una zona semiombrosa, fresca e protetta dal vento. Il substrato deve essere regolarmente annaffiato.
Di norma la talea di lauroceraso si sviluppa senza problemi, ma è necessario attendere alcuni anni prima che la pianta acquisisca una certa dimensione. Le talee giovani devono essere coltivate in vaso per due o tre anni circa, dopodiché si potranno mettere a dimora in giardino.
Come detto, la propagazione del lauroceraso può avvenire anche per seme; i semi si ottengono lasciando essiccare al sole i frutti della pianta; i semi vanno poi messi in un sacchetto, ricoperti di sabbia e messi in frigorifero. Trascorsi un paio di mesi si possono estrarre i semi dal sacchetto e seminarli in un substrato di torba e sabbia che va tenuto costantemente umido, badando però che non risulti mai troppo zuppo.
Malattie – Il lauroceraso è colpito dall’oidio ed è una delle piante più sensibile all’attacco del temibile tarlo asiatico (Anoplophora chinensis), un insetto identificato per la prima volta in Lombardia nel 2000 e divenuto una minaccia per molte piante ornamentali, di cui divora voracemente il legno.

I fiori del lauroceraso sono raccolti in pannocchie terminali erette