Kerria è un genere della famiglia delle Rosacee che comprende solo la specie japonica, un pianta arbustiva perenne e decidua.
Classificazione – Genere: Kerria; famiglia: Rosacee.
Origine – La kerria è una pianta di origine cinese a dispetto dell’epiteto specifico japonica; in effetti la kerria è originaria della Cina, solo in seguito fu trasferita in Giappone e da qui diffusa in Europa.
Habitat – Boscaglie e pendii nei pressi delle abitazioni.
Usi – La kerria è utilizzata come pianta ornamentale in parchi o giardini; è anche adatta per formare siepi; è particolarmente tollerante all’inquinamento atmosferico ed è per questo motivo che è molto facile vederla nei parchi cittadini.
Etimologia – Il genere è un omaggio allo scozzese William Kerr (1782-1814) direttore del giardino botanico di Ceylon.

La Kerria japonica ‘Golden Guinea’ ha fiori singoli piatti gialli larghi 5-6 cm
Kerria – Coltivazione
La kerria è una pianta dalla forma arrotondata, con fusto sottile e scarsamente ramificato. Le foglie della Kerria japonica sono piccole, di colore verde scuro e dal bordo seghettato, mentre i fiori sono giallo dorato e rotondi. Sono stati creati anche degli ibridi dai fiori bianchi. La cultivar più diffusa in Europa è Kerria japonica ‘Pleniflora’, con i fiori composti da un doppio strato di petali, simili alle rose.
Vita – Pianta perenne.
Dimensioni – La kerria è una pianta di medie dimensioni (raggiunge i 2 metri di altezza o poco più).
Tempo altezza massima – 10 anni.
Esposizione – La Kerria japonica si adatta a qualsiasi esposizione, sia ombreggiata sia in pieno sole, ma all’ombra produce pochi fiori e in pieno sole tutto il giorno può perdere il colore intenso dei fiori, quindi la soluzione ideale è una collocazione che esponga la pianta alla luce di diretta solo per una parte della giornata. In caso di zone a clima molto caldo, è bene collocare la pianta a mezz’ombra, avendo cura che non venga colpita dal sole nelle ore più torride della giornata.
Terreno – Il terreno per la kerria deve essere ricco e ben drenato, piuttosto profondo, e va sottoposto a concimazione a fine inverno con concime granulare organico a lento rilascio e in primavera ogni 20 giorni con concime liquido ricco di azoto e potassio da fornire insieme all’acqua.
Fioritura – I fiori sbocciano in primavera. La fioritura spesso è doppia, a quella primaverile ne segue una meno abbondante a fine estate.
Annaffiatura – Le annaffiature non sono un’esigenza particolare della kerria, che di solito si accontenta dell’acqua delle piogge; va irrigata solo in caso di periodi di prolungata siccità, se il terreno rimane completamente asciutto. Se coltivata in vaso, invece, la kerria va annaffiata regolarmente e rinvasata ogni 4 anni circa.
Concimazione – Durante la stagione vegetativa, è utile una concimazione liquida per piante da fiore ogni mese.
Potatura – La potatura è necessaria dopo la fioritura per stimolare la comparsa di nuovi fiori l’anno successivo.
Moltiplicazione e impianto – La kerria produce molti germogli basali, che possono essere utilizzati per la riproduzione di questa pianta, in estate, separando ciascun pollone basale dalla pianta e interrandolo singolarmente. La moltiplicazione però si può ottenere anche per talea, sempre in estate, recidendo rami laterali per circa 15 cm di lunghezza e interrandoli in contenitori tenuti al freddo fino alla radicazione.
Malattie – La Kerria japonica teme molto i funghi del genere Cylindrosporium, che attaccano i germogli e portano al disseccamento delle foglie. Per combatterli è necessario tagliare sia gli apici che le foglie malate. Sporadicamente la pianta può anche essere soggetta a infezioni da Blumeriella o ad attacchi di bruchi, che danneggiano le radici.

La cultivar più diffusa in Europa è la Kerria japonica ‘Pleniflora’, con i fiori doppi simili a pompon
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, kerria ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.