La kentia (Howea forsteriana) è una pianta d’appartamento molto popolare perché è di facile coltivazione e l’aspetto di “palma” le conferisce eleganza e ricercatezza: la sua presenza in una stanza difficilmente passa inosservata. La kentia appartiene al genere botanico Howea, della famiglia delle Arecacee. Il nome del genere deriva dall’isola di Lord Howe in Australia: qui la pianta cresce allo stato spontaneo a partire dai 300 m di altitudine. In natura può arrivare fino a 18 metri d’altezza, ma in appartamento gli esemplari più sviluppati non superano i tre metri, altezza di tutto rispetto che però la kentia riesce a raggiungere se coltivata in condizioni ottimali. Si consideri poi che la pianta ha una crescita molto lenta: in media emette una nuova foglia all’anno sull’unico fusto.

La kentia è una delle piante d’apaprtamento più apprezzate per l’eleganza: può raggiungere dimensioni ragguardevoli, anche se la crescita è lenta
Le foglie sono lunghe e disposti a mazzetti, leggermente arcuate o quasi orizzontali; sono di un bel verde scuro, e sono composte a loro volta da numerose foglioline. Allo stato spontaneo la kentia emette delle pannocchie di fiori a forma di stella, seguite da frutti ovoidali verdi, rosso-arancione a maturazione. Purtroppo, in appartamento la fioritura è assai rara, se non impossibile. La kentia non sopporta temperature minime inferiori a 15 gradi centigradi: per questo motivo in Italia è quasi sempre utilizzata come pianta d’appartamento.
Il genere Howea in realtà contiene due specie: oltre alla Howea forsteriana, c’è anche la Howea belmoreana, detta anche palma riccia: è più alta e ha foglie più rade. Tuttavia, raramente è usata come pianta ‘appartamento.

Raramente i frutti della kentia si riescono ad osservare in esemplari non allo stato spontaneo: la pianta è originaria dell’isola di Lord Howe, tra Australia e Nuova Zelanda
Kentia: la scheda
Esposizione – La kentia va tenuta in un luogo luminoso, con molta luce indiretta. Se posta all’esterno in estate si può mettere in pieno sole o a mezz’ombra, tenendola al riapro dai venti forti. Se portata all’esterno si ricordi che la temperatura dev’essere costantemente superiore a 15 gradi centigradi.
Terreno – Il terreno dev’essere fertile, umido ma ben drenato.
Annaffiatura – La kentia tenuta in vaso si può irrigare liberamente, ma in modo regolare, durante la stagione calda, evitando però i ristagni idrici. In inverno il terreno va tenuto solo leggermente umido, tipicamente irrigando ogni 15 giorni.
Dimensioni: da medie a grandi. La kentia può arrivare in appartamento anche ai tre metri d’altezza.
Moltiplicazione e impianto – La moltiplicazione avviene per semina. Vista la difficoltà a far fiorire la pianta, l’unica possibilità per avere una kentia in casa è… acquistare la pianta già sviluppata.
Concimazione – La concimazione è utile per aiutare lo sviluppo naturalmente lento della pianta. In genere si concima ogni 15 gg in primavera-estate, usando concime liquido per piante verdi aggiunto all’acqua di irrigazione.
Potatura – La kentia non necessita di potatura, si eliminano solo le foglie secche. Si faccia attenzione a non danneggiare la sommità dell’unico fusto che la kentia ha, altrimenti si fermerà lo sviluppo della pianta.
Malattie – La kentia è soggetta a cocciniglia, ragnetto rosso e ruggine.
La kentia è sofferente: che fare?
La kentia è una pianta la cui coltivazione è molto semplice, anche per i meno esperti. Tuttavia, potrebbe dare segni di sofferenza. I più comuni sono i seguenti:
- sono presenti macchie circolari sulle foglie: potrebbe essere la ruggine delle piante. Si rimanda all’articolo corrispondente per i dettagli su come intervenire.
- Le punte delle foglie sono seccate: probabilmente si è in presenza di bassa umidità ambientale. Occorre quindi nebulizzare la chioma anche una volta al giorno, in modo da conservare un ambiente umido, soprattutto d’inverno quando si accendono i termosifoni. Le foglie possono seccare anche per un’irrigazione non sufficiente o non regolare.
- Le foglie ingialliscono: ciò potrebbe essere dovuto a troppa acqua o a ristagni idrici nel vaso, oppure alla presenza del ragnetto rosso, per cui si rimanda all’articolo corrispondente.
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, abelia ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba.