L’iberis è una pianta erbacea perenne della famiglia delle Brassicacee originaria dell’Europa meridionale e dell’Asia occidentale. Si tratta di una pianta decorativa da bordura con una ricca fioritura bianca, a portamento tappezzante, che raggiunge altezze modeste, circa 30-40 cm.
In Italia alcune specie di iberis crescono spontanee, soprattutto l’Iberis sempervirens, presente in particolare lungo le coste liguri e tirreniche.
Esiste una specie particolare di iberis, l’Iberis amara, non molto decorativa ma dotata di proprietà curative per asma, bronchite e reumatismi, perciò utilizzata in omeopatia; inoltre questa specie è commestibile: fiori e foglie vengono usati nelle insalate.
Le foglie sono piccole, ovali e verde scuro, i fiori a croce, come tipico di questa famiglia di piante, e riuniti in infiorescenze appiattite larghe 3-5 cm. Ogni fiore ha 4 petali, di cui 2 molto più lunghi degli altri. La fioritura inizia in autunno e in alcune specie dura per tutto l’inverno e raggiunge l’apice in primavera, di solito con fiori bianchi, ma esistono varietà con fiori rosa e lilla.

Esemplare di Iberis sempervirens, una pianta sempreverde di altezza contenuta (15-40 cm)
Iberis – Coltivazione
Esposizione – . L’ambiente in cui viene collocata l’iberis deve essere ben arieggiato e luminoso, una moderata esposizione alla luce diretta del sole favorirà la fioritura. Tuttavia si tratta di una pianta rustica, capace di adattarsi anche all’ombra e al freddo, anche se in caso di temperature molto rigide, al di sotto degli 0°, va protetta con teli traspiranti (agritessuto) sulla chioma e con una pacciamatura di paglia o foglie secche alla base. L’iberis non tollera neanche la siccità, perciò in estate è necessario coprire il terreno intorno al fusto con corteccia sminuzzata per ridurre la disidratazione.
Terreno – La coltivazione ideale per l’iberis è in piena terra, in un terreno ricco di sostanze organiche e mescolato a materiale sabbioso o ghiaioso per garantire il drenaggio ed evitare i ristagni idrici
L’iberis può essere coltivato anche in vaso, con uno strato di stallatico coperto da terriccio universale, in un vaso o cassetta profondi almeno 30 cm. Il rinvaso va fatto in primavera ogni 2 anni circa per consentire lo sviluppo dell’apparato radicale in contenitori via via più ampi. In caso di coltivazione in vaso, è possibile spostare la pianta a seconda delle stagioni: in mezz’ombra in estate, al sole in inverno, ma possibilmente al riparo dal vento.
Annaffiatura – Le annaffiature devono essere regolari e abbondanti in estate, quotidiane se la pianta è collocata in pieno sole, e accompagnate da nebulizzazioni di acqua anche sulle foglie e sui fiori. In primavera e in autunno, invece, l’iberis va annaffiata solo quando non piove, controllando che il terreno sia sempre leggermente umido.
Moltiplicazione e impianto – La moltiplicazione dell’iberis si può ottenere per semina o per divisione dei cespi. La semina va fatta in primavera, interrando i semi in un terriccio leggero e fertile: i primi germogli spunteranno già dopo 10 giorni circa. Ogni 2 anni, magari in corrispondenza del rinvaso, è possibile invece fare la divisione dei cespi, separando parti di fusto alla base, ciascuna con una parte di radici, e trapiantandole in vasi separati.
Concimazione – La concimazione è fondamentale per ottenere dall’iberis fioriture rigogliose: da marzo a giugno e da settembre a novembre fornire concime specifico per piante da fiore ogni 10 giorni circa, in estate solo ogni 15-20 giorni perché la pianta entra in riposo parziale.
Potatura – La potatura è importante: in primavera, ogni circa 15 giorni bisogna ripulire la parte inferiore della chioma e cimare i getti apicali per mantenere la chioma compatta.
Malattie – L’iberis è una pianta rustica, che non teme l’attacco dei parassiti, ma è sensibile ai ristagni idrici, che possono provocarle malattie fungine e marciume radicale, perciò è fondamentale eseguire correttamente l’irrigazione e assicurarsi che il terreno sia ben drenato.
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, abelia ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.

Il nome dell’iberis deriva dalla sua grande diffusione in Spagna
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, iberis ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.