Il gelsomino è una pianta arbustiva perenne appartenente alla famiglia delle Oleacee e al genere Jasminum il quale comprende circa 200 specie di piante arbustive e rampicanti.
Classificazione – Genere: Jasminum; famiglia: Oleacee.
Origine – Il gelsomino è una pianta originaria delle zone del Medio e dell’Estremo Oriente e dell’America meridionale.
Usi – Il gelsomino viene utilizzato sia per la decorazione dei giardini sia per quella dei terrazzi.
Etimologia – Il nome del genere deriva dal termine arabo Jsmin,fiore bianco.
Curiosità – Il gelsomino ha fatto la sua comparsa nel nostro Paese nel XV secolo, portato dai turchi; nel resto del continente europeo arrivò invece nel XVI secolo grazie al famoso navigatore portoghese Vasco da Gama che portò in patria alcune specie trovate nelle Indie orientali. La grandissima diffusione del gelsomino risale però al XVII secolo.
Indice
- Gelsomino – Coltivazione
- Gelsomino – Il falso gelsomino
- Il gelsomino giallo
- Il gelsomino del Madagascar
- Il significato del fiore

La specie Jasminum grandiflorum (gelsomino di Spagna) si presta molto bene alla coltivazione in vaso.
Gelsomino – Coltivazione
Le piante di gelsomino sono molto profumate; possono avere forma di cespuglio oppure rami lunghi rampicanti. Ha foglie di colore verde intenso, di forma ovale e con la punta allungata.
Fra le varie specie si ricordano il gelsomino bianco (Jasminum officinalis), il gelsomino di Spagna (Jasminum grandiflorum), il gelsomino d’Arabia – o mugherino – (Jasminum Sambac), il gelsomino azorico (Jasminum azoricum), il gelsomino d’inverno – o di San Giuseppe – (Jasminum nudiflorum), il gelsomino di primavera (Jasminum primulinum), quello a mazzetto (Jasminum devolution) e quello rosa (Jasminum beesanium).
Alcune di queste specie, in particolar modo il Jasminum grandiflorum e il Jasminum primulinum, si prestano molto bene alla coltivazione in vaso.
Vita – Pianta perenne.
Dimensioni – Altezza: 6 m; larghezza: 8 m.
Tempo altezza massima – Occorrono decine di anni prima che la pianta arrivi al suo massimo sviluppo in altezza.
Esposizione e temperatura – Come già evidenziato nel paragrafo precedente, le specie di gelsomino sono numerose e, nonostante alcune similitudini, non tutte hanno le stesse esigenze di coltivazione. Il gelsomino bianco e quello di San Giuseppe, per esempio, sono piante molto robuste che resistono bene a temperature vicine ai -15 °C e che amano posizioni parzialmente luminose, mentre il gelsomino di primavera sopporta male il freddo e ama posizioni molto soleggiate.
Terreno – In linea generale si tratta di una pianta piuttosto rustica che riesce ad adattarsi ai vari tipi di terreno, anche se predilige quelli a medio impasto, sabbiosi, leggeri, profondi e ben drenanti.
Fioritura – Il gelsomino fiorisce d’estate e la fioritura perdura fino alla fine del mese di settembre-inizi di ottobre; il gelsomino giallo, invece,
Annaffiatura – Per quanto riguarda gli interventi di irrigazione, sono necessarie annaffiature più intense che frequenti; l’importante è assicurarsi di non lasciare ristagni idrici. Per potersi regolare sulla frequenza di irrigazione si può verificare se si hanno residui dell’ultimo intervento irriguo; se il terreno è asciutto sia in superficie sia più a fondo, è il momento giusto per effettuare una nuova annaffiatura. Si tenga presente che la parte aerea della pianta non necessita di interventi d’irrigazione.
Durante il periodo estivo gli interventi irrigui vanno effettuati o al mattino presto oppure, preferibilmente, alla sera dopo il tramonto. Durante le stagioni più fredde le irrigazioni potranno essere sospese o comunque molto diradate. Le ore ideali in inverno per annaffiare il gelsomino sono quelle mattutine.
Concimazione – Altra operazione importante nella gestione del gelsomino è la concimazione. Per un suo sviluppo ottimale infatti è necessario intervenire con concimazioni mirate. Il primo intervento di concimazione è preventivo; infatti, al momento della preparazione del terreno destinato ad accogliere la pianta, si dovrà effettuare una concimazione con stallatico maturo (3 kg circa ogni metro quadrato). In seguito si dovrà intervenire – a inizio inverno e a inizio primavera – con concimi organici oppure granulari a cessione lenta che dovranno interrati alla base della pianta. Durante la fase vegetativa si può opzionalmente intervenire (dipende da come valutiamo crescita e fioritura) con concime liquido da mescolare al liquido di irrigazione; questi ultimi interventi dovrebbero essere effettuati ogni due mesi circa.
Un’operazione consigliabile per le specie di gelsomino che meno sopportano le temperature fredde e che non si trovano in zone riparata è la pacciamatura che può aiutare la pianta a difendersi da gelate impreviste.
Potatura – Intervento particolarmente importante per questa pianta è la potatura; come nel caso di tutte le piante rampicanti, questa operazione assicura uno sviluppo preciso e ben ordinato. Sia che si debbano potare specie arbustive o rampicanti, gli interventi vanno effettuati quando sarà terminato il periodo della fioritura. Nel primo triennio la potatura è soprattutto volta a dare la forma voluta alla pianta, mentre in seguito il suo scopo principale è la rimozione di quei rami che si sono seccati o che hanno contratto malattie. Corrette potature manterranno la pianta di gelsomino sempre ordinata e giovane. Per approfondire l’argomento si consulti l’articolo La potatura del gelsomino.
Moltiplicazione e impianto – Per quanto riguarda la sua riproduzione, il metodo generalmente scelto è quello della talea, ma in alcuni casi vengono utilizzati altri metodi quali la propaggine o la margotta. Raramente la riproduzione attraverso i semi, non sempre facili da reperire.
Il periodo d’impianto avviene in momenti diversi a seconda delle varie zone climatiche; nelle zone temperato-calde la messa a dimora viene effettuata per tutto il periodo autunnale e nei primi giorni della stagione invernale; nelle zone centro-settentrionali si attende generalmente l’arrivo della stagione primaverile, mentre nelle zone più fredde del Paese le specie più sensibili alle basse temperature vengono solitamente coltivate in grandi vasi così da poter essere riposte, durante il periodo invernale, in luoghi riparati dalle avversità climatiche.
Le specie rampicanti hanno bisogno di sostegni, artificiali o naturali che siano, per potersi arrampicare; tali sostegni devono essere predisposti già dal momento dell’impianto. Un’operazione alla quale va dedicata una certa cura è la legatura; se questa non viene effettuata correttamente i risultati ornamentali rischiano di non essere particolarmente buoni. I tralci vanno legati prima che diventino eccessivamente legnosi, ovvero quando si ha ancora la possibilità di imprimere loro la direzione voluta. Per la legatura si può utilizzare il filo di rafia avendo l’accortezza di non stringere i fusti in modo eccessivo.
Malattie – Un ultimo cenno va alle avversità che possono danneggiare la pianta; il gelsomino è una pianta abbastanza rustica e sa difendersi bene da molte malattie e parassiti; fra le avversità che più interessano questa pianta vi sono malattie quali la muffa grigia, l’oidio e la fumaggine; tra i parassiti si ricordano invece gli afidi e la cocciniglia.
Il falso gelsomino
La denominazione “falso gelsomino” fa riferimento a una pianta che spesso viene confusa con il gelsomino vero; questa pianta è il Trachelospermum jasminoides, (sinonimo Rhyncospermum jasminoides). Per i dettagli, si consulti l’articolo appositamente dedicato al falso gelsomino.

Trachelospermum jasminoides – Il falso gelsomino è un arbusto rampicante i cui fusti possono crescere fino a sei metri.
Il gelsomino giallo
Spesso si indica con la denominazione di gelsomino giallo il gelsomino d’inverno (o anche gelsomino di san Giuseppe, o Jasminum nudiflorum), alludendo al colore giallo dei suoi fiori. Gli altri nomi comuni invece sono dovuti al fatto che questa pianta fiorisce, a differenza di tutti gli altri gelsomini, alla fine dell’inverno o nelle zone più fredde, a marzo. Per questo motivo è molto apprezzato perché regala fioriture molto appariscenti in una stagione in cui il giardino è ancora abbastanza spoglio.

I fiori del gelsomino giallo o gelsomino d’inverno compaiono a fine inverno prima delle foglie.
A differenza degli altri gelsomini, non è sempreverde, e i fiori compaiono sulla pianta prima delle foglie, nelle “ascelle” delle foglie. I fiori sono di un giallo brillante, piccoli (lunghi fino a 2 cm) e, a differenza di altri gelsomini, sono solitari e non raggruppati a mazzetti. Il gelsomino giallo raggiunge un’altezza di tre metri ed è resistente al freddo.
Il gelsomino del Madagascar (Stephanotis floribunda)
Il gelsomino del Madagascar è una pianta rampicante sempreverde, spesso confusa con il gelsomino vero e proprio; peraltro, dal punto di vista botanico, appartiene a tutt’altra famiglia. Pianta sensibile al freddo, è usata con usccesso anche come pianta da appartamento tenuta in vaso. Per i dettagli, si consulti l’articolo dedicato al gelsomino del Madagascar.

Particolare dei fiori del gelsomino del Madagascar
Il significato del fiore
Al gelsomino sono attribuiti significati diversi a seconda del Paese; per esempio, in Italia assume il significato di buona fortuna nel matrimonio, mentre nei Paesi arabi simboleggia l’amore divino; in Spagna, invece, è simbolo di sensualità.
A seconda dei colori, poi, gli sono attribuite diverse caratteristiche; per esempio, i gelsomini bianchi esprimono la purezza d’animo, mentre il gelsomino giallo esprime grazia ed eleganza.
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, abelia ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.