I fiori di curcuma sono prodotti dalla pianta omonima, la Curcuma longa, un’erbacea perenne della famiglia delle Zingiberacee, la stessa a cui appartiene lo zenzero. La loro bellezza è tale che la curcuma può essere coltivata non solo per le sue ben note proprietà officinali, ma anche a scopo ornamentale. Essendo originaria dell’Asia meridionale, adatta a un clima tropicale, in Italia è coltivabile come una pianta d’appartamento e può essere portata all’aperto solo quando la temperatura rimane stabilmente sopra i quindici gradi. Tuttavia, la temperatura ideale per uno sviluppo non stentato è superiore a venti gradi. Nella maggior parte delle nostre regioni quindi la coltivazione ideale è quella in vaso.
La pianta della curcuma
La Curcuma longa è nativa dell’Asia meridionale ed è molto coltivata in India, il primo Paese produttore al mondo di questa spezia (per le sue proprietà officinali, si rimanda all’articolo generale sulla curcuma). La curcuma è anche detta zafferano delle Indie, per il colore giallo della spezia ottenuta. In realtà, esistono più di una quarantina di specie diverse di curcuma, tra le quali la Curcuma longa è solo quella più coltivata e conosciuta. Accanto a questa, vale la pena ricordare anche la Curcuma alismatifolia, originaria del Vietnam e della Birmania.

La curcuma è anche conosciuta come Tulipano del Siam
I fiori della curcuma sono raccolti in grandi infiorescenze, dotate di brattee verdi verso la base e colorate nella parte terminale. Il colore generalmente è il rosa intenso, che può anche virare verso il fucsia. Nella specie alismatifolia, si hanno anche infiorescenze di colore giallo e bianco. In tutte le specie il fiore è molto appariscente sia per la forma sia per il portamento eretto, fino a 70 cm di altezza; inoltre rimane aperto all’apice dei fusti per parecchie settimane.

La curcuma è coltivata anche a scopo ornamentale per i suoi bellissimi fiori (nella foto, particolare di Curcuma alismatifolia)
Fiori di curcuma: coltivazione
Per riuscire a far fiorire la pianta della curcuma, occorre garantire le corrette condizioni di temperatura elevata e irrigazione abbondante e costante, tipiche del clima tropicale. Per questo motivo, è quasi sempre coltivata in vaso.
Esposizione – Per poter ammirare il fiore, la pianta deve poter godere delle temperature alte, ben al di sopra dei 20 gradi, arrivando a tollerare senza problema anche i 35 gradi. Tuttavia, la curcuma è sensibile ai raggi diretti del sole, dai quali andrebbe riparata.
Terreno – Il vaso deve essere profondo, almeno 40 cm per ogni singola pianta.
Annaffiatura – Nonostante necessiti di molte irrigazioni, occorre evitare i ristagni idrici: se si usa il sottovaso, dev’essere attentamente svuotato dopo l’irrigazione, eliminando l’acqua in eccesso. Anche le foglie hanno bisogno di molta umidità: può essere utile quindi vaporizzarle nelle giornate più calde dell’estate.
Moltiplicazione e impianto – Una volta sfiorite le infiorescenze, arrivato l’autunno, la pianta fa appassire la parte erbacea. Tuttavia, il rizoma non muore e la pianta entra in una fase di riposo, periodo durante il quale si devono sospendere le irrigazioni, per evitare l’insorgenza di marciumi radicali, molto pericolosi per la salute della pianta. Il vaso va riparato in un ambiente con temperatura sempre superiore ai 15 gradi. Volendo, in questa fase si possono dividere i cespi dei rizomi e interrarli in singoli vasi, per riprodurre la pianta originaria. Alla ripresa vegetativa in primavera, rispunteranno le nuove foglie: a quel punto riprende il ciclo vegetativo e si può tornare a irrigazioni regolari.
Malattie – La pianta della curcuma è molto resistente e non soffre di particolari malattie, se si garantiscono le corrette umidità, irrigazione e temperatura. Può essere attaccata da cocciniglia, ragnetto rosso e afidi, contro i quali si può agire con opportuni trattamenti antiparassitari.
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, abelia ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.