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Evonimo

L’evonimo è un arbusto del genere Euonymus e della famiglia delle Celastracee molto utilizzato per creare bordure o siepi e apprezzato per le sue foglie e i suoi frutti molto decorativi. La fioritura avviene dalla tarda primavera all’estate, ma non è molto appariscente. L’evonimo è diffuso in Asia, Europa, America centrale e settentrionale e Madagascar.

Evonimo giapponese – Euvonimo europeo

Questo genere comprende un gran numero di specie, alcune sempreverdi, altre decidue, alcune a portamento arboreo, altre cespuglioso, altre rampicanti. Alcune specie decidue possiedono foglie di colore rosso, mentre generalmente sono verdi e spesso con striature bianche o gialle. I fiori sono raccolti a grappolo e di colore verde o bianco, molto piccoli.

La specie più nota è l’Euonymus japonicum (evonimo giapponese), un sempreverde che può diventare un alberello fino a 5 metri di altezza, con foglie dentate verde scuro, fiori bianco-verdi e frutti rosa, che contengono semi sporgenti rivestiti da un arillo arancione. Ne esistono ibridi con le foglie dai bordi bianchi o macchiate di giallo al centro.

È molto utilizzato per creare siepi ed è adatto a essere coltivato nelle zone di mare perché sopporta bene il vento e la salsedine. Questa specie di evonimo, però, è quella più soggetta all’attacco delle cocciniglie.

Un’altra specie molto nota è l’evonimo europeo (Euonymus europaeus), chiamato anche “fusaggine” o “berretta del prete”, che può raggiungere anche gli 8 metri di altezza. Il nome “fusaggine” deriva dall’usanza di ricavare da questa pianta il legno per costruire fusi per filare la lana, mentre “berretta del prete” fa riferimento alla particolare forma delle bacche rosse che si sviluppano in autunno, simile al cappello di un prete.

evonimo

Tutte le parti dell’evonimo sono tossiche se ingerite

Evonimo – Coltivazione

Esposizione – L’evonimo è una pianta che non richiede molte cure. Teme il freddo e i venti gelidi, quindi deve essere coltivata in un luogo a clima mite oppure in una posizione riparata, sopporta invece bene i venti salmastri e l’inquinamento. Le varietà più sensibili al freddo sono quelle a foglia striata. Queste devono essere collocate in posizioni di pieno sole tutto il giorno, mentre le altre varietà di evonimo tollerano anche la mezz’ombra, purché le ore di esposizione al sole siano comunque la maggior parte.

Terreno – L’evonimo si adatta bene a diversi terreni, purché siano ben drenati per evitare i ristagni idrici, perciò è consigliabile mescolare ai terreni troppo duri della sabbia per aumentare il drenaggio.

Annaffiatura – In primavera e in estate l’evonimo va annaffiato in modo regolare e abbondante, lasciando asciugare il terreno fra un’annaffiatura e l’altra, ma senza farlo seccare, poi, dalla fine dell’estate, le annaffiature vanno via via ridotte man mano che le temperature diminuiscono. Attenzione, perché un terreno lasciato asciutto per troppo tempo può causare all’evonimo la perdita delle foglie.

Moltiplicazione e impianto – La messa a dimora deve avvenire a ottobre o ad aprile per le specie sempreverdi, da ottobre a marzo per le specie decidue. Per formare siepi le nuove piantine devono essere poste a circa 40 cm di distanza l’una dall’altra.

La moltiplicazione dell’evonimo si ottiene al meglio per talea, prelevando in primavera una porzione di 8-10 cm di ramo portante e interrandola in un miscuglio di sabbia e torba, tenuto costantemente umido in un contenitore coperto da plastica a una temperatura di almeno 20°. Quando la talea ha radicato, cioè quando compaiono le prime nuove foglie, deve essere scoperta e spostata in un luogo luminoso, sempre caldo, e tenuto in vaso per 2 anni prima della messa a dimora definitiva.

Concimazione – Durante il periodo vegetativo va effettuata anche la concimazione, aggiungendo all’acqua di irrigazione ogni due settimane del concime liquido.

evonimo

Foglie di Euonymus japonicus, una specie di evonimo sempreverde molto adatto a formare siepi

Potatura – Le specie decidue non richiedono potature regolari, solo una sistemazione dei rami troppo cresciuti nel mese di febbraio, per dare forma precisa alla pianta e rinvigorirla, mentre per le specie sempreverdi la potatura deve avvenire ad aprile e tra agosto e settembre, quando le piante vanno cimate con precisione recidendo i rami alla sommità.

Malattie – L’evonimo è una pianta molto soggetta all’attacco di parassiti, soprattutto le varie forme di cocciniglia. Esistono infatti delle cocciniglie specifiche che attaccano solo le piante di evonimo, sono bianche e marroni e si depositano sulle foglie per sottrarre la linfa, facendole deperire fino alla morte della pianta, se non si interviene. Per prevenirle è necessario non piantare questi arbusti troppo vicini fra loro, in modo da far circolare l’aria, ed evitare l’eccessiva umidità, soprattutto in combinazione con alte temperature. Se si nota la presenza di cocciniglie in tempo, è possibile rimuoverle manualmente con cotone imbevuto di alcol o rimuovere le parti colpite, se invece il problema è diffuso, bisogna intervenire con un antiparassitario specifico.

Un’altra possibile minaccia sono gli afidi, o pidocchi delle piante, piccoli insetti biancastri che lasciano sulla pagina inferiore delle foglie una sostanza appiccicosa che le fa accartocciare. Anch’essi si possono prevenire garantendo intorno alla pianta una buona circolazione di aria, inoltre è bene evitare di bagnare direttamente le foglie per non attirare gli afidi.

L’evonimo è soggetto anche ad alcune malattie fungine, come quella causata dal fungo Phyllostycta evonymicola, che provoca macchie marroni sulle foglie fino a farle cadere e va combattuta con un apposito fungicida, oppure l’oidio (o mal bianco) riconoscibile dalla muffa bianca che deposita sulle foglie.

Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, evonimo ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.

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