Euforbia è il nome comune delle specie del genere botanico Euphorbia, che contiene circa duemila specie diverse, appartenente alla famiglia delle Euforbiacee. L’enorme varietà delle euforbie consente di trovare piante annuali, biennali o perenni, veri e propri alberi (di solito decidui, cioè che perdono le foglie in inverno), arbusti, o semplici piante erbacee di piccole dimensioni. Alcune specie sono piante succulente (volgarmente dette piante grasse), in cui i tessuti sono in grado di accumulare l’acqua.
Classificazione – Genere: Euphorbia; famiglia: Euforbiacee.
Origine – Le euforbie sono originarie di molte aree del Mediterraneo e di aree calde di Asia, Africa e Stati Uniti.
Habitat in Italia – In Italia sono presenti più di una ventina di specie spontanee del genere Euphorbia. Gli habitat possono essere diversi: luoghi aridi e incolti, prati umidi o aree lungo i corsi d’acqua. La specie Euphorbia prostrata è altamente invasiva in tutte le regioni italiane e popola giardini e orti, crescendo indisturbata anche in terreni poveri o tra le piastrelle dei camminamenti.
Usi – Data la grande varietà, il loro impiego in giardino è molto versatile: gli alberi decidui sono usati come esemplari isolati, gli arbusti sono impiegati per il creare bordure con cespugli compatti e fitti, mentre le specie succulente sono perfette per il giardino roccioso di tipo tropicale. Alcune sono anche nane, non superando i 15 cm di altezza.
Etimologia – Il nome del genere deriva da Euforbo, medico greco del re della Numidia citato da Plinio come scopritore delle proprietà medicinali di alcune specie.
Altri nomi – L’Euphorbia milii è detta anche Euforbia spina di Cristo, l’Euphorbia lathyris è conosciuta anche con i nomi di erba catapuzia, euforbia catapuzia o erba talpa. L’Euphorbia pulcherrima è la conosciutissima Stella di Natale.
Curiosità – Dell’euforbia catapuzia nell’antichità si usava il lattice delle foglie per eliminare calli e duroni, mentre la radice polverizzata per indurre un vomito violento. Si deve sottolineare che tutte le parti delle piante delle euforbie sono tossiche: il lattice contenuto nei fusti e delle foglie è irritante anche per il solo semplice contatto dermico.
L’euforbia è una pianta grassa?
Sarebbe un errore pensare che l’euforbia sia esclusivamente una pianta grassa, vista l’enorme varietà del genere Euforbia. Tuttavia, le specie succulente di questo genere sono molto conosciute e apprezzate nel giardinaggio; possono avere un portamento nano (come l’Euphorbia caput-medusae, una curiosa pianta con steli simili ai tentacoli di una medusa), prostrato (strisciante sul terreno con le punte dei rami rivolte verso il basso, come l’Euphorbia mirsynites, una perenne tappezzante apprezzata per i suoi fiori giallo arancio). Altra euforbia definita pianta grassa è l’Euphorbia obesa, che ha un curioso aspetto globoso (la pianta di fatto è una specie di palla o sacchetto che produce in estate ciazi gialli sulla sommità). Sono generalmente originarie delle aree calde della Terra, come il Sudafrica, la Turchia e le isole (isole Canarie, isola di Madeira) e nelle zone a rischio di gelate vanno coltivate solo in serra o tenute in casa, in quanto la maggior parte non tollera temperature inferiori a 10-15 gradi centigradi. Per la loro origine, devono essere esposte in pieno sole, in terreni aridi e richiedono pochissime annaffiature.

I fiori dell’euforbia Spina di Cristo
L’euforbia catapuzia – Erba talpa
Un’altra specie molto particolare è l’Euphorbia lathyris, conosciuta anche con i nomi di erba catapuzia, euforbia catapuzia o erba talpa. La peculiarità di questa pianta è infatti quella di essere tra quelle in grado di allontanare le talpe e i topi da orto e giardino, proprietà attribuita anche alla fritillaria e al topinanbur. Infatti, la radice è sgradita a questi animali. L’effetto di allontanamento delle talpe è nel raggio di 3-4 m dalla pianta di euforbia catapuzia. Da sottolineare che tutte le parti della pianta sono tossiche anche per altri animali e per gli umani. Se ingerite possono causare gravi disturbi intestinali. Il lattice che fuoriesce da foglie e steli è irritante per solo contatto cutaneo e la pianta va maneggiata con cura usando dei guanti.

Euphorbia lathyris (o erba talpa): in foto sono visibili i caratteristici ciazi prima della schiusura delle ombrelle floreali
L’Euphorbia lathyris è una pianta biennale, eretta, che può raggiungere anche 120 cm di altezza. Il fogliame non è molto fitto e le foglie sono di colore grigio-verdi. I caratteristici fiori delle Euforbiacee (i ciazi) compaiono in estate e hanno la forma di ombrelle molto grandi (fino a 5 cm). I frutti sono simili a quelli del cappero e la pianta si auto dissemina con facilità. Questo tipo di euforbia appartiene al gruppo di coltivazione 1 (vedere al scheda Euforbia – Coltivazione).
Per approfondire: Come allontanare le talpe
L’euforbia Spina di Cristo
L’euforbia Spina di Cristo è il nome comune dell’Euphorbia milii, un arbusto semi succulento, cioè presenta solo il fusto di tipo succulento, mentre le foglie non lo sono. I rami sono esili e dotati di lunghe spine ed è famosa per i suoi ciazi gialli racchiusi in involucri rosso scuro. Sono state selezionate anche varietà con ciazi rosa. Per lo più sempreverde, non tollera temperature inferiori ai sette gradi in quanto originaria del Madagascar. Il suo nome comune deriva da una credenza secondo la quale le sue spine sarebbero state usate per costruire la corona posta sul capo di Cristo durante la Passione. Se tenuta in casa, può fiorire anche tutto l’inverno, a patto di avere molta luce.
Altra specie spinosa è l’Euphorbia canariensis; come dice il nome, è originaria delle Isole Canarie; molto ramificata, i fusti possono raggiungere anche i 12 m di altezza (nel loro habitat naturale) e ricordano i cactus: i fusti sono carnosi e angolati, cioè non sono rotondi, ma presentano 4-6 angoli sul bordo dei quali crescono, a coppie, le spine leggermente curve.
La Stella di Natale
Non tutti sanno che la famosa pianta chiamata Stella di natale è un’euforbia (Euphorbia pulcherrima), originaria del Messico. Ciò che chiamiamo fiore in realtà sono le brattee rosso brillante che circondano i ciazi verdi, visibili all’interno. Volendo scoprire tutti i dettagli della sua coltivazione e il modo di farla durare… fino al Natale successivo, si consulti l’articolo Stella di Natale.

La cosiddetta stella di natale è una euforbia (Euphorbia pulcherrima), originaria del Messico, che vuole temperature non inferiori a 13-15 gradi centigradi
Euforbia – Coltivazione
Le euforbie sono molto apprezzate per il colore verde brillante della vegetazione, e presentano un fiore caratteristico: il ciazio. In realtà, dal punto di vista botanico, non è un fiore (anche se il suo aspetto farebbe pensare il contrario) ma un’infiorescenza, costituita da un fiore femminile, circondato da piccoli fiori maschili. Spesso il tutto è avvolto da brattee (foglie modificate) colorate che ne conferiscono l’aspetto di “fiore”. Il ciazio è tipico del genere Euforbia e cresce di solito alla sommità dei fusti. La maggior parte dei ciazi sono di un verde brillante, altri sono invece colorati (giallo, arancio e rosa i più comuni).Le euforbie sono piante molto diverse tra loro per esigenze colturali, quindi è importante conoscere la specie che si acquista per sapere di quali cure ha bisogno.
Per praticità, si distinguono 4 gruppi colturali di euforbie:
Gruppo 1:
Esposizione – Pieno sole
Terreno – Terreno leggero e molto ben drenato.
A questo gruppo appartengono per esempio la Euphorbia myrsinites e la Euphorbia nicaeensis (euforbia di Nizza).
Gruppo 2:
Esposizione – In ombra leggera, non uniforme, per esempio quella di altre piante vicine.
Terreno – Terreno umido e ricco di sostanza organica.
A questo gruppo appartiene per esempio la Euphorbia amygdaloides (detta anche euforbia delle faggete).
Gruppo 3:
Esposizione – Pieno sole
Terreno – Terreno tenuto costantemente umido, ma ben esposto al sole.
A questo gruppo appartiene per esempio la Euphorbia palustris (detta anche erba lattaiola).
Gruppo 4:
Esposizione – Pieno sole o mezz’ombra leggera
Terreno – Terreno leggero e molto ben drenato.
A questo gruppo appartengono le euforbie più delicate, in genere quelle di origine tropicale e le succulente, come la Euphorbia milii o la Euphorbia pulcherrima. Occorre quindi tenere presente che molte di queste non sopportano temperature inferiori a 10-15 gradi centigradi.
Per tutti i gruppi, si possono fare considerazioni generali sulle seguenti pratiche colturali:
Annaffiatura – In genere le euforbie necessitano di annaffiature regolari e costanti, da sospendere terminata la fioritura e da riprendere alla ripresa vegetativa. Le annaffiature devono tener conto del grado di umidità del terreno preferito dalla pianta (ben drenato, umido o costantemente umido). In genere, in inverno si sospendono o diradano le annaffiature.
Moltiplicazione e impianto – Le annuali si propagano facilmente per seme, da seminare a primavera. Le perenni possono essere propagate per divisione dei cespi, o per talea basale a inizio primavera o erbacea (dalle sommità) per le euforbie arbustive a inizio estate.
Concimazione – Per stimolare la fioritura, si consiglia la concimazione con concime liquido bilanciato ogni 10-14 giorni
Potatura – Le euforbie con portamento ad alberello hanno bisogno solo di una potatura per eliminare i rami secchi o cresciuti in modo disordinato, a fine inverno o inizio primavera. Per tutte le altre, la potatura dev’essere contenuta, da effettuarsi ogni anno a inizio primavera accorciando di poco i rami.
Malattie – Le euforbie sono molto resistenti e in genere soffrono solo per un’esposizione errata (mancanza di luce e temperature troppo basse). L’unico parassita degno di nota è la cocciniglia; contro quest’insetto è possibile intervenire con prodotti specifici qualora la pianta fosse attaccata.
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, euforbia ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Euphorbia pulcherrima.