L’eritrina è un arbusto o piccolo albero deciduo appartenente al genere Erythrina, a sua volta facente parte della famiglia delle Fabacee. La specie più nota di questo genere arbustivo è l’Erythrina crista-galli.
Classificazione – Genere: Erythrina; famiglia: Fabacee.
Origine – L’eritrina è originaria di alcuni Paesi dell’America centrale.
Habitat – Nelle zone di origine l’eritrina cresce generalmente in filari lungo gli argini dei fiumi.
Usi – L’eritrina è utilizzata come pianta ornamentale.
Etimologia – Il nome del genere, Erythrina, deriva dal greco erythrínos, fragolino rosso; l’epiteto specifico della specie più nota, crista-galli, significa cresta di gallo (i fiori, che per la loro forma e il loro colore ricordano in effetti la cresta di un gallo).
Altri nomi – L’Erythrina crista-galli è nota anche come albero del corallo.
Curiosità – L’Erythrina crista-galli è l’albero nazionale dell’Argentina e il suo fiore è il simbolo floreale di Argentina e Uruguay.

L’Erythrina caffra è un albero semipersistente espanso con i rami provvisti di spine (l’epiteto specifico caffra deriva da Caffri, termine che indica una popolazione abitante una regione orientale del Sudafrica, Caffraria ora Amatymbu, sta quindi a indicare l’origine sudafricana)
Eritrina – Coltivazione
L’eritrina è un arbusto a portamento eretto e molto ramificato, alto fino a 4-5 metri. I rami sono spesso tortuosi e creano una chioma molto ampia; l’Erythrina crista-galli, la specie più comune, in estate produce spettacolari fiori rosso vivo che formano sequenze apicali lunghe fino a 30 cm, seguiti da frutti a forma di lunghi baccelli neri contenenti semi rossi e neri.
Vita – Pianta perenne.
Dimensioni – In genere la pianta cresce fino ai cinque metri di altezza, ma alcuni esemplari possono arrivare addirittura a 10 m; raggiunge una larghezza di circa 6 m.
Tempo altezza massima – 20 anni.
Esposizione – L’esposizione ideale per l’eritrina è in posizioni soleggiate, ma nelle zone a clima mite cresce bene anche in mezz’ombra. In inverno, però, è bene garantire alla pianta il maggior numero di ore di sole possibili. Per gli esemplari giovani (primi 2-3 anni dopo la messa a dimora), nella stagione fredda è opportuno preparare una pacciamatura di paglia o foglie secche alla base e una protezione di teli traspiranti per la chioma.
Temperatura – Poiché, a causa delle sue origini, l’eritrina teme il freddo, nelle regioni del Nord con inverni particolarmente rigidi è consigliabile coltivarla in vaso, in modo da poterla spostare in luoghi protetti: non deve essere esposta a temperature inferiori agli 8 °C e ai venti freddi. Tollera temperature fino a 40 °C.
Terreno – Il terreno ideale è fresco, argilloso, ricco di materiale organico e ben drenato, ma l’eritrina si adatta bene anche a terreni differenti.
Fioritura – La fioritura inizia verso metà giugno e perdura fino alla fine del mese di agosto.
Annaffiatura – Le annaffiature per l’eritrina in estate devono essere settimanali, ancora più frequenti in caso di caldo molto secco o prolungati periodi di totale siccità, mentre in inverno devono essere sospese. In primavera per le piante adulte è sufficiente l’acqua delle piogge, mentre per gli esemplari giovani è necessario annaffiare ogni tanto.
Concimazione – La concimazione va fatta in primavera e in estate, fornendo alla pianta concime granulare a lenta cessione una volta al mese o concime liquido ogni 15 giorni, e a febbraio interrando ai piedi dell’eritrina del letame maturo.
Potatura – La potatura dell’eritrina è necessaria solo per eliminare i rami secchi o danneggiati e per dare forma alla chioma.
Moltiplicazione e impianto – La moltiplicazione dell’eritrina si ottiene per semina o per talea. Per applicare il primo metodo è necessario prelevare i semi dai baccelli della pianta a fine estate, conservarli in una scatola in un luogo buio, fresco e umido e poi, a primavera, tenerli alcune ore a bagno in acqua tiepida prima di interrarli in un terreno fertile, umido e soffice, a distanza di circa 30 cm l’uno dall’altro. I nuovi germogli dovrebbero spuntare entro un mese e quando avranno raggiunto i 30 cm di altezza potranno essere trasferiti in vasi singoli, dove dovranno rimanere per almeno 2 anni prima di poter essere messi a dimora in piena terra. Con questo metodo bisogna mettere in conto che le nuove piantine potranno essere leggermente diverse dalla pianta madre.
Il secondo metodo va applicato invece in primavera o in autunno, prelevando dalla pianta di eritrina porzioni di rami apicali giovani per circa 15 cm di lunghezza, da cui eliminare quasi tutte le foglie, per poi interrarli in un miscuglio di sabbia e torba in un contenitore da tenere in un luogo caldo e umido. È consigliabile trattare le talee con un ormone radicante prima di interrarle, per ottenere un risultato migliore. Quando la radicazione è avvenuta, le nuove piante possono essere trasferite in vaso e, una volta diventate abbastanza robuste, messe a dimora in piena terra. Questo metodo garantisce esemplari identici alla pianta madre.
Malattie – L’eritrina è una pianta molto rustica, quindi resistente agli attacchi di parassiti e malattie, tuttavia può essere colpita dagli afidi, che ricoprono e danneggiano fiori e foglie, e che possono essere prevenuti utilizzando in primavera degli insetticidi ad ampio spettro.
Bambini e animali – La pianta è tossica in ogni sua parte.

L’eritrina è detta anche “albero del corallo” per il colore acceso dei suoi frutti
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, eritrina ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.